LA FERSENA: “AMMODERNARE” E SNATURARE O PRESERVARE E RIVALUTARE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Marzo, 2024 @ 11:54 am

In tutto il Paese vedo con piacere che si preservano i vecchi borghi i quali automaticamente sono rivalutati. Cresce la sensibilità delle persone: residenti e turisti.
Noi italiani siamo fortunati ben più di un grande paese d’oltre oceano, nel quale la cosa più vecchia (antica) che le persone hanno sono le pantofole della nonna.
Qui da noi a Trento tuttavia sento che taluno parla di intervenire sui centri storici con operazioni immobiliari che a mio avviso rischiano di essere stravolgenti della storia, del ricordo, della bellezza dei luoghi, così come sono stati gli interventi del ventennio di triste memoria.

L’ultima idea riguarderebbe un intevento rimodernante, stravolgente e costotissimo sulla Fersina, l’affluente di sinistra dell’Adige e la sua bella passeggiata cittadina il Viale Trieste, prima della sua immissione dell’Adige.

Sento che il proponente afferma sulla stampa di avere già sentito tutte le circoscrizioni cittadine: peccato che la commissione LLPP- Mobilità della mia circoscrizione cittadina S. Giuseppe S. Chiara, competente per territorio e della quale faccio parte, non sia stata assolutamente interpellata!
Per contro, da tempo io sto proponendo nella citata commissione – che tratterà l’argomento nella prossima riunione – che questa passeggiata e questo tratto di fiume siano elevati al rango di Parco Urbano Cittadino, con interventi normativi, conservativi, educativi e gestionali rispetto ad un’opera che non esito a definire storica in quanto realizzata dal precedente governo austroungarico e assai bene analizzata e descritta nel libro di cui alla foto qui sotto, nel quale, a pagina 424 ho avuto l’onore che fosse inserita la mia poesia qui sotto.

Il canto di Trento a la Fersena

Sei vivo.
Mi parli col suono di luce
dei tuoi mille occhi di rivo
splendenti nel verde.
Dapprima
mi sembri annoiato
nel lento rigiro
che sempre conduce
al tuo limitato infinito
eletta dimora
di anatre urbane
ed aironi
in morbide anse di steli
ov’acqua
fra ‘l fiore che odora
con tenue sospiro si perde.
Ma ecco
improvviso
uno slancio
al pari del cervo brunito
che hai visto saltar le tue rive
braccato dal cane
ed hai ristorato
offrendoti invito alla sete
ed alle corse un po’ schive
del giovane re incoronato.
Ancora …
hai negli occhi il ricordo
di una prudente marmotta
del falco
che lento
si libra nel cielo in agguato …
di un movimento …
di vita che lotta …
di tenero nido violato.
Tu nasci ove aria rinfresca.
Poi …
scendi la cima
scoscesa di valle tedesca
qual liquido velo nuziale
che adorni la Sposa Atesina
e rechi in pianura
la figlia del suolo innevato
i fulgidi pesci d’opale
il tenue lenzuolo
che dona ristoro all’arsura
di ninnula cuna
il manto di brezza
che stendi alla luna
ed olezza.
E dolce assopisci il bambino
cantandogli la ninna nanna
che i monti ti hanno affidato.
Tu sei Poesia
il capolavoro scolpito
del grande Pittore Trentino
che ascolto
rapito all’oblìo
insieme alle fronde
degli ippocastani
che sopra le spalle
ti fan capolino ondeggiando
e curioso
protendono il volto
sull’armonioso spartito
del tuo gorgoglio.
Ma ora prosegui il tuo viaggio
e mentre ricevi altre sponde
le mie vecchie mura imperiali
riflesse
ti rendono omaggio
più belle pe’ i grandi regali
che porti di piccole onde.