ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Marzo, 2020 @ 5:52 pm

Detto Altrimenti: amici solo temporaneamente e solo fisicamente separati  (post 3830)

Amiche lettrici, amici lettori buon pomeriggio. Dai che lo sapete chi siamo noi dell’ Accademia delle Muse, con tutti i post che ho pubblicato sulle nostre riunioni! Siamo oltre 100, i partecipanti ad un circolo culturale privato al quale si accede per passa parola fra amici. In 10.5 anni di vita ci siamo riuniti per 9 serate all’anno per 2 eventi culturali a serata per un totale di 189  eventi ai quali si sommano le 10 Feste di Mezz’state a metà luglio. Tutto qui. Ora siamo fermi causa virus. Ed ecco che la nostra Presidente Cristina mi ha chiesto di pubblicare questa sua lettera in un post, come se fosse uno dei post con i quali regolarmente da anni io documento ogni nostro evento. Ed io con piacere … “ubbidisco”!

Inizia

Care amiche, cari amici dell’Accademia, buon pomeriggio. Innanzi tutto come state? Spero tutti bene! Sapete, dicono, nessuna nuova buona nuova!

Come sono belle le nostre serate!
(Adda passà a nuttata!)

Avendo problemi al computer ho dettato a Riccardo questa mia perché non sarà certo un computer che mi impedirà di continuare ad alimentare quel meraviglioso rapporto di interessi e amicizia che ci lega da anni: pensate che con i “soci fondatori” celebriamo l’undicesimo anno di Accademia! Ed ora questo malamente di virus vorrebbe interrompere il nostro ritrovarci? Quando mai! E allora eccomi a voi. A ben considerare, infatti, potremmo mettere su un cavalletto ideale quel cartello che ogni tanto incontriamo sulle nostre strade: “Stiamo lavorando per voi”. Solo che il nostro, di Giovanna, Riccardo e mio, non è un lavoro ma un piacere; e poi, quello che stiamo facendo è per tutti noi!

Giovanna ed io in particolare stiamo programmando l’attività 2020-2021 per la parte musicale.

Da tutti voi mi aspetto di ricevere idee e proposte su ogni campo dello scibile umano (!) per arricchire il nostro prossimo programma, iniziative che potrete inviare al mio indirizzo e-mail supercris2000@alice.it

Con Riccardo infine … ricordate che per quest’anno era prevista una foto-storia dei nostri anni accademici? Ebbene, operando di conserva (conserva, con la “a” finale: per le conserve di frutta è ancora presto!)  stiamo accoppiando le singole raccolte di foto (Riccardo) con la raccolta dei “programmi annuali di sala” (a mie mani), per arrivare a proporvi via mail in successive serate ideali e con una frequenza più che mensile le tappe della nostra foto-storia, tappe che saranno pubblicate da Riccardo sul suo blog in successivi foto-post. Lo so che non sarà come vederle e gustarle insieme, ma consoliamoci col fatto che, data la pluralità delle presentazioni, potremo godere insieme di un numero ben maggiore di foto-eventi.

Ecco, carissimi Accademici, per ora questo è tutto. Continuiamo a vivere il nostro “essere insieme” anche in questo periodo! Mi mancate ma … adda passà a nuttata!

Un forte abbraccio
Cristina (con Giovanna e Riccardo)

Finisce

Grazie per avermi/averci letto.

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NON RIMBORSARE I DEBITI PER SALVARE IL DEBITO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Marzo, 2020 @ 5:54 am

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Detto altrimenti: questo è un POSTALTRUI, di Gianluigi De Marchi demarketing2008@libero.it  tel. 3356912075, un mio vecchio amico abitante a Torino “ma” Ligure e, si sa, quando si tratta di “palanche” (alias “dinè”) come dicono in Liguria, non c’è niente di meglio che ascoltare gli antichi banchieri genovesi!                  (Post 3829)



Gianluigi. Mio coetaneo, collega VIP-Vecchietto In Pensione, che come me non è mai fermo nel senso che ha pubblicato e pubblica saggi su temi finanziari, economici, bancari, scrive su La Stampa e su riviste specializzate del settore. Citato da Wikipedia.  De Marchi è anche autore di pubblicazioni “diverse” per ragazzi e per ragazzi cresciuti, quale ad esempio quella qui a fianco, ideata e realizzata in coproduzione con Francesco Femia, nella quale immagina che l’unificazione d’Italia sia avvenuta per la vittoria del Sud sul Nord: una sorta di moderna “Utopia” anche perchè, all’interno del racconto – al di là della Storia – propone concrete forme di governo, nel senso che castigat ridendo mores: pur in forma romanzata avanza proposte serie: una seconda “Utopia”, appunto!


Gianluigi ha letto il mio post sulle crisi economiche degli ultimi 150 anni e ha pensato di mandarmi un suo contributo che pubblico ben volentieri. Una mia considerazione su di esso? La trovate in coda della sua relazione (BOND UE IRREDIMIBILI?).

Inizia

 “C’è il coronavirus, siamo in guerra!” E allora non resta che adottare al più presto “soluzioni di guerra”. Per aiutare il Paese ad uscire dalla spirale di speculazioni basate sull’entità del debito pubblico italiano, da tempo propongo di adottare la stessa soluzione del 1935, quando, in piena crisi economica dovuta al tracollo di borsa del 1929, l’Italia assunse un provvedimento eccezionale che ebbe un grande successo:

l’emissione un prestito irredimibile (cioè senza obbligo di rimborso), che fruttava ai possessori una rendita perpetua annua del 5%. Allo scopo di finanziare lo sforzo bellico in Etiopia furono emessi titoli per 42 miliardi di lire e furono offerti in sottoscrizione a 95 lire per ogni 100 di valore nominale, con un interesse corrisposto semestralmente il 1° gennaio e il 1° luglio. In corrispondenza all’emissione, il debito pubblico veniva cancellato, trasformandosi in semplice impegno a pagare le cedole; impegno peraltro identico a quello gravante sulla tesoreria dello Stato per le emissioni di titoli con scadenza prefissata, con il vantaggio però di non avere l’assillo del rimborso dopo un certo numero di anni.

La partecipazione fu imponente e l’emissione ebbe un grande successo: infatti molti si dimostrarono interessati ad avere una rendita fissa e sicura, anche rinunciando alla restituzione del capitale investito, che peraltro si poteva agevolmente recuperare vendendo le obbligazioni in borsa.  Oggi probabilmente il successo sarebbe uguale, perché un pubblico interessato ad un prestito irredimibile c’è sicuramente, in quanto moltissimi italiani puntano ad investire per avere un flusso periodico di capitali per integrare lo stipendio o la pensione.

Il titolo denominato “rendita” è un tipo particolare di obbligazioni che trova la sua disciplina nel Testo Unico bancario di cui al Dlgs 1º settembre 1993, n. 385. Si tratta di un titolo irredimibile e senza scadenza che attribuisce al possessore solo il pagamento degli interessi e non anche la restituzione del capitale. I prestiti irredimibili sono, quindi, quelli per cui uno Stato (o, più raramente, un’azienda) si impegna solamente a corrispondere un interesse annuo ma non si obbliga a restituire il capitale. Lo Stato (o l’azienda) ha comunque la facoltà di procedere al rimborso del capitale quando lo ritiene più opportuno.

I vantaggi per lo Stato

1 -Innanzitutto il miglioramento della tesoreria:  gli esborsi programmati si riducono al solo pagamento d’interessi. Se nel breve termine non si riscontrano miglioramenti rispetto ad un prestito tradizionale (ad esempio un BTP decennale) sul lungo termine l’effetto è notevole. Ipotizziamo l’emissione di un prestito Rendita 3% per un importo di 100 miliardi di euro. Gli interessi ammonterebbero a 3 miliardi l’anno, un po’ più di un normale BTP; ma con il grandissimo vantaggio che non ci sarebbero esborsi supplementari legati al rimborso dei titoli.

2 – In secondo luogo migliorerebbe il rapporto debito/PIL: la Rendita non avendo scadenza non costituisce un debito di capitale. Nell’ipotesi di una emissione per 100 miliardi, il debito scenderebbe di pari importo. E ciò avrebbe positivi riflessi sul rating dell’Italia e, in prospettiva, anche sull’intera finanza nazionale. Ricordiamoci che, in base agli accordi di Maastricht, il totale del debito pubblico non dovrebbe superare il livello di guardia del 60% del PIL: attualmente l’Italia dovrebbe dimezzare il rapporto, uno sforzo enorme se l’obiettivo fosse perseguito con strumenti “tradizionali” (aumento delle imposte o riduzione delle spese; provvedimenti che, entrambi, sarebbero estremamente negativi per l’economia, perché, come si dice, “la cura ammazzerebbe il cavallo”). Ma per raggiungere una posizione di relativa tranquillità, basterebbe probabilmente arrivare al 90% di rapporto. Per raggiungere questo obiettivo sarebbe necessario emettere poco più di 600 miliardi di euro di prestiti irredimibili; obiettivo non impossibile, soprattutto se diluito in più tranches, e facendo appello non solo al “patriottismo” dei risparmiatori italiani, ma anche all’interesse di investitori istituzionali esteri.

3 – In terzo luogo si potrebbero mobilitare risorse a beneficio dello Stato, generando una forma di cessione volontaria (e non forzosa, aspetto estremamente importante!) di disponibilità private a favore del Tesoro. Naturalmente occorre che la successiva gestione delle risorse così raccolte sia efficiente e produca effetti visibili, generando fiducia nel pubblico e spingendo verso ulteriori sottoscrizioni nel tempo: punto questo sul quale occorre un preciso impegno (soprattutto morale) da parte delle forze politiche nel loro complesso.

I vantaggi per i risparmiatori e gli investitori

1 – Il vantaggio fondamentale è legato al rendimento: le obbligazioni irredimibili hanno cedole molto cospicue. Quindi investire in queste obbligazioni significa assicurarsi un flusso di denaro molto più alto rispetto alle tradizionali obbligazioni.

2 – La facilità di recuperare in qualunque momento il capitale attraverso la Borsa).  Chi oggi cerca una soluzione simile può trovare solo polizze assicurative, che però hanno l’enorme difetto di sottrarre per sempre il capitale all’assicurato ed ai suoi eredi e di bloccare i pagamenti al momento della morte dell’assicurato.

Questo secondo aspetto è particolarmente importante per gli investitori istituzionali, in particolare le compagnie di assicurazione, sempre alla ricerca di titoli a reddito fisso per pagare i rendimenti delle loro polizze vita o per investire le loro disponibilità liquide. Diversificare gli investimenti con una rendita significa garantire per sempre un flusso di denaro liquido ed eliminare i problemi derivanti dal reinvestimento del capitale alle varie scadenza (sopportando anche i relativi costi). Volendo offrire una gamma diversificata di titoli, si potrebbero emettere sia tranches a tasso fisso del 3%, sia tranches a tasso indicizzato (Euribor + spread di due punti) che offrirebbero una rendita perpetua costantemente aggiornata sul costo del denaro, con il vantaggio di offrire una copertura (almeno parziale) dell’inflazione nel caso in cui questa tendesse ad aumentare.

Proviamo almeno a fare una riflessione su questa possibilità e ad esaminarne la fattibilità in tempi rapidi: siamo in guerra e le decisioni vanno prese in fretta!

Finisce

Una mia considerazione, anzi quattro

  1. Una parte di questi denari proverrebbero dagli attuali depositi bancari dei privati. Ciò potrebbe indebolire le banche interessate ma – tutto sommato – molte di loro  – non tutte, per carità! -se lo sarebbero meritato”perché purtroppo molte di loro hanno dimostrato di investire molto male i risparmi loro affidati sino a rischiare un fallimento poi evitato con immissioni di denaro pubblico cioè nostro. E tutto ciò per avere concesso crediti eccessivi (a chi?) e mai rimborsati (da chi?). In altre parole: i risparmi della gente andrebbero a finanziare interventi a favore della collettività e non finirebbero più nelle tasche del furbetto di turno.
  2. Queste risorse potrebbero essere destinate al processo di “riconversione” del sistema produttivo, non solo alla sua ricostruzione.
  3. Probabilmente si dovrebbe procedere all’assegnazione ai sottoscrittori con “riparto”, perché la richiesta del titolo potrebbe superare l’offerta.

4 -Sarebbe possibile ipotizzare “Bond UE Irredimibili”? Ne ho parlato a Gianluigi. Apprezza la mia idea che sviluppa ulteriormente la sua iniziale. Ci stiamo riflettendo: vedremo se dalla nostra “intelligenza collettiva” nascerà qualcosa di più dettagliato: in ogni caso è sempre molto meglio avcere un’idea in più che non averne.
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FOTOPOST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Marzo, 2020 @ 5:44 pm

Detto altrimenti: di solito scrivo, poi aggiungo le foto. Oggi inizio dalle foto, poi vedremo    (post 3828)

Quaranta scatti, tutti fatti con un telefonino neanche dei migliori, estratto dalla tasca durante una pedalata. L’importante è se e cosa evocano. Fotopost: d’altra parte un VIP-Vecchietto In Pensione costretto dal coprifuoco, che ha da fa’?

C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico …
Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
La pioggia nel … vigneto
Impressionisti rivani: Pennellanatre
Van Gogh
Colori in vendita al mercato
Acqua che scorre sotto il ponte delle Zigherane (Borgo Sacco, Rovereto TN)
Tramonto
Pescatori urbani
“Iguazu” nella valle del Sarca (Arco-Ceniga, TN)
Lago di Cavedine
Lago di Loppio
Acqua che … scia!
Primavera
Baia di Sogno (Malcesine, VR)
FIAB in Laguna
Laguna
Valsugana, all’inizio
Un “Buon Consiglio”: visitate Trento con la bicicletta!
Il Duomo (TN)
Antifurto!
Chi a vapore, chi a pedali (Appiano, BZ)
Borghetto all’Adige
Borghetto all’Adige: il dopo pedalata
Pic nic al Lago di Cavedine, in agosto
La sveglia (Lago di Toblino)
Noi siam come le lucciole, brilliamo nelle tenebre
schiave d’un mondo a pedal …
Maso Limarò dall’alto: la traccia a sinistra era un sentiero, poi la vecchia strada, ora pista ciclabile
Rispettare le bici? Più di così, con l’inchino!
Iwo Jma in Val Concei
Là ci darem la mano …
Mission impossible
Preziosi pezzi d’antiquariato
Il migliore ristorante mantovano
Prima del Pordoi
Intermodalità
Traversata!
Malcesine
Tutti al mare!
Nonna e nipotina

Che belle foto, che bei panorami, che bella atmosfera si respira da queste immagini! Speriamo di poterle presto rivivere “dal vero”… Se questa crisi servirà a farci capire che oltre all’aria pulita necessitiamo anche di finanza pulita e non speculativa, veramente avremo un mondo migliore! Gianluigi De Marchi

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AH … IO SONO APOLITICO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Marzo, 2020 @ 11:15 am

Detto altrimenti: “a me la politica non interessa”   (post 3827)

Frasi tristissime che ogni tanto ci tocca sentire pronunciate anche da persone che conosciamo, che frequentiamo e che – fino a quella loro dichiarazione – stimavamo. E invece, la politica quelle persone la fanno e come, magari a loro insaputa, ma la fanno. Si chiama la struzzologia e consiste nel mettere la testa sotto la sabbia. Costoro non pensano che, in quella posizione, il sedere resta fuori.

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Costoro credono

  • che la terra sia piatta, cioè che una vita basata solo sull’etica dei princìpi (che conduce all’integralismo) o solo sull’etica dei risultati (che conduce al cinismo) consenta loro di camminare in avanti all’infinito senza correre il rischio di ritrovarsi – dopo tanto camminare – al punto di partenza;
  • che il sole ruoti intorno alla Terra (cioè intorno a loro stessi, il centro dell’universo!);
  • che le distanze spazio-temporali siano molto accentuate, cioè che convenga fare così: “‘intant ‘l metum, poi ‘ ‘l vedum (dialetto milanese), ovvero “intanto facciamo così, dopo (molto dopo!) ragioniamo” (non traduco letteralmente sennò interviene la Buoncostume!).

E invece, occorre fare Politica per difendere la Democrazia!

Who opened the door for the democrator? And how come he let in the market-conquistadors? Why is he acting as if he has something to hide? The privilege of the stupid is to be taken for a ride (1). Chi ha aperto la porta al democrator? Come accade che egli si sia collocato nel gruppo dei conquistadores? Perché si sta comportando come se avesse qualcosa da nascondere? Il privilegio dello stupido è di essere preso in giro.

(1) Essere preso in giro, per il sedere. In inglese si dice: essere preso per una cavalcatura (somaro).

“Democrazia” nei millenni ha assunto tre significati diversi: 1) il democrator era il dittatore, colui che aveva il potere “sul” popolo; 2) strapotere del popolino (salito al governo); 3) potere del popolo, cioè democrazia oggi. Tuttavia … Tuttavia cosa? E’ semplice: leggete il libro “La maschera democratica dell’oligarchia” di Canfora – Zagrebelsky – Preterossi di cui al mio recente post “A book a day keeps the doctor away”. Democrazia dovrebbe essere potere del popolo, non di uno solo, nemmeno di pochi: della maggioranza del popolo, non della maggioranza di quella minoranza che va a votare.

Perché in quest’ultimo caso la Politica regredisce e diventa politica, ovvero mirata esclusivamente a fare gli interessi dei pochi al governo in termini di potere quindi di denaro e viceversa. Altri libri da leggere: “Le origini del fascismo in Italia” di  Gaetano Salvemini; “Il fascismo eterno” di Umberto Eco.

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Il famoso costituzionalista co-padre del nostro Diritto Civile e strenuo difensore della nostra Costituzione, Piero  Calamandrei, toscano di Firenze, raccontava ad un gruppo di alunni: “Una nave sta per affondare. Il capitano allerta tutti, passeggeri ed equipaggio. Un passeggero risponde: “Affonda? Oh che m’importa? Un è mica mia!” (quel “mica” con la “c” aspirata, quasi non si deve sentire, mi raccomando!) 

E allora: facciamo tutti Politica! E se mi sbaglio mi corigerete.

Considerazioni condivisibili al 200%! Profonde e colte, sia nelle citazioni di grandi saggisti, sia in quelle personali, ottimo. E ottimo l’appello (giustissimo!) che non dobbiamo lamentarci per gli errori dei politici se poi noi stessi non entriamo in Politica; e la differenza tra Politica e politica la dovremmo capire tutti… Gianluigi De Marchi

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NUOVO SOFTWARE UE POST CORONAVIRUS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Marzo, 2020 @ 7:38 am

Detto altrimenti: come procedere in vista del “dopo”        (post 3826)

  • Quando la ristrutturazione di una palazzina è molto complessa, non conviene intervenire con una serie di interventi parziali: conviene abbatterla e ricostruirla ex novo.
  • Quando un sistema software gestionale aziendale non è più soddisfacente, non conviene intervenire con una serie di aggiustamenti parziali: conviene creare in parallelo un nuovo sistema e quando il nuovo è pronto, sostituirlo al vecchio.
  • L’UE non sta funzionando bene. Cito solo due casi: le diverse risposte all’immigrazione e al coronavirus. Oggi si assiste ad un tentativo di una sorta di risalita lungo la cascata dei problemi con una serie di interventi parziali all’interno dello stesso sistema, non affiancati dalla costruzione di un nuovo modello gestionale UE.

Sistema in atto

  1. Immediatamente, interventi sul campo, adattando il modello UE attuale
  2. Successivamente, come finanziarli
  3. Successivamente, come modificare l’UE all’interno del modello esistente.

Sistema proposto

  1. Immediatamente, interventi sul campo adattando il modello UE attuale. Loro finanziamento.
  2. Contemporaneamente, individuare quale nuovo modello UE si vuole.
  3. Subito dopo: costruire il nuovo modello.

In altre parole: oggi si sta (erroneamente) intervenendo a livello di ogni singolo stato con interventi (giustamente) immediati ricorrendo all’aumento del proprio indebitamento (Italia) o iniziando ad indebitarsi (Germania 150 miliardi di euro). In parallelo ogni singolo stato vuole utilizzare la disponibilità finanziaria dell’UE (qui sorgono le differenze ed i problemi). Il tutto all’interno delle attuali regole UE o con loro singole modifiche (ad es.: del patto di stabilità). Ma nessuno stato sta avanzando la proposta di ridisegnare ex novo il modello UE.

USA. Come stanno agendo? In modo totalmente diverso. Il governo federale (Trump) lancia per tutti gli Stati “uniti” (participio passato del verbo “unire”) un unico piano da 2.000 miliardi di dollari. Il problema dell’ “a me sì a te anche però …” non si pone.

Le strisce!!!

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Dice … ma loro sono Stati Uniti! Ah … ho capito … è vero, loro sì, noi no. Stando così le cose avete ragione, tutto si spiega. Peccato  però … pensate un po’ se anche noi fossimo Stati Uniti d’Europa!

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P.S.: ops, scusate, dimenticavo! C’e anche il caso che uno
voglia rinunciare a gestire con un software aziendale e tornare alla gestione manuale, ufficio per ufficio, filiale per filiale! Oppure che non voglia andare oltre la demolizione della palazzina o dello scavo per un parcheggio interrato, lasciando il “buco” a cielo aperto.

Riva del Garda 2007: lo scavo per il
parcheggio interrato “Terme Romane”. Nell’angolo a destra
 la perdita del 30% degli stalli per via dei ritrovamenti delle antiche Terme.
La piazza a lavori ultimati
Ogni piano un colore: 1° Piano, rosa
2° Piano, verde
3° Piano, giallo

Perchè queste foto del parcheggio? Una mia debolezza: è stato il mio ultimo lavoro. Poi mi dissero che a 65 anni sarei stato troppo vecchio per continuare a lavorare e da allora sono diventato un V.I.P.-Vecchietto In Pensione. Evvabbè …

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TORNEREMO A POTERCI ABBRACCIARE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2020 @ 10:20 pm

Detto altrimenti: un bene si conosce pienamente quando lo si è perso!       (post 3825)

Qualche anno fa, con la FIAB Federazione Amici della Bicicletta, Trento, siamo saliti a pedalare sull’altopiano di Asiago. Scesi poi da Asiago fino in località Campiello, al ritorno in Asiago ci siamo concessi una passeggiatina per la strada dello sdruscio domenicale. E qui la sorpresa: organizzata dalla Pro Loco un gruppetto di giovani ragazze e ragazzi ai turisti come noi, che eravamo assai facilmente riconoscibili per l’abbigliamento e le bici recanti le nostre bandiere Fiab-Trento, regalavano simpaticamente  … abbracci!

Una domenica in bici ad Asiago

Oggi più che mai, in periodo di coprifuoco coronavirus, ripenso a quegli abbracci e mi dico: dai Riccardo, tegneghe dur che con il contributo di tutti ce la faremo, potremo tornare a pedalare ad Asiago a prenderci (e a rendere!) quegli abbracci!

Grazie Asiago! A presto!

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DanteDì, 25 marzo.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2020 @ 7:15 am

Detto altrimenti: in inglese DanteDay. In tedesco DanteTag. In francese DanteJour. In spagnolo DanteDìa, etc.    (post 3824)

Il volo: dalla curva alla “X”

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25 marzo, l’Annunciazione dell’Angelo. 25 marzo (2019): si vede che mi sentivo anch’io un angelo (delle nevi), ho fatto un volo (con gli sci!) e atterrando mi sono rotto la testa dell’omero sinistro ed il relativo trochite. Evvabbè … 25 marzo, la prima giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri.

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Ebbene sì, sono un dantista. Cosa? No, non un dentista che ha sbagliato a scrivere, figurarsi! Con la “a”: dantista, appassionato di Dante, al punto che “a me mi” viene spontaneo scrivere in endecasillabi a rima incatenata e per di più con la cadenza degli accenti musicalmente corretta.

Ed allora tanti anni fa – era il 1994 – ho allentato le briglie della fantasia ed ho scritto in dieci canti per un totale di 1500 versi la Fraglina Commedia, chiamata così dalla Fraglia Vela Riva, il mio club velico di Riva del Garda, dove ho collocato l’ Inferno; per il Purgatorio sono andato in Val di Non e per il Paradiso a Trento: PAT, Paradiso Autonomo di Trento.

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Nella Fraglina infatti non trovate solo la vela, bensì anche molto altro: “Nonesi e Solandri” per esempio, un intero Canto. E poi molti politici del tempo: Paolo Piccoli, Lorenzo Dellai, Bazzanella, Pietro Monti, Tarcisio Andreolli, Carlo Andreotti, Pierluigi Angeli, Bruno Kessler, Mario Malossini, Walter Micheli, Cesare Moreni, Guglielmo Valduga, Paola Conci, etc.. Cosa? Dove li ho messi? In Inferno, Purgatorio o Paradiso? Non ve lo dico!

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L’ultimo canto è dedicato alla castagnata di Dante e Virgilio sul Monte Bondone. L’opera è firmata Riccardante Lucattieri ed è arricchita da disegni originali dell’Autore. Da qui poi è nata una piacevole consuetudine: e cioè, che io e il mio caro amico Giovanni Soncini da anni ci scriviamo mail solo in terzine dantesche che Giovanni sta raccogliendo in preziosi volumetti: il primo è già uscito, il secondo è in fieri. Ma … e il testo completo della Fraglina? Scialla, raga, tranquilli, non ve la trascrivo qui tutta, solo alcuni passaggi.

Chi lo volesse ricevere (ovviamente in regalo) me lo scriva a riccardo.lucatti@hotmail.it: “siccome che” l’ho scannerizzato, la invierò per e-mail.

L’incipit: l’alba a Riva del Garda

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E appena che al mattin passato il sonno
lo sol scavalca il monte per lo quale
i Rivani vede
r Mori non ponno
….

E’ chiaro qui il riferimento al Dante vero quando cita il monte Pisanino, come quello che impedisce ai Pisani di vedere Lucca (Inferno XXXII, IX cerchio, cfr. ivi).

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L’alba su Trento

Bruma leggera possedea le calli
ancora addormentate nel mattino
della beata Urbe e le sue Valli.

E tacito aspirai quell’aere fino
volto lo viso in suso a nova luce
come a scrutar lo ciel fa ‘l contadino
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Dorata era la trama che ricuce
la notte al dì e dolce risvegliava
lo campanile, me ed il mio duce.

E sanza pondo il domo alta stagliava
la torre sua ergente sovra i tetti
qual dolomite che lo sol baciava.

Il tramonto su Trento

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Venne sera e la luna col suo opale
chiarior d’argento sostuiva il sole
che lento iva all’ingiù per le sue scale

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del Bondone a dormir dietro la mole.
E poi ch’alcun momenti ebbimo conti
la luce disparì come far suole.


Trento Viale Trieste (notturno)

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La notte quinci scese giù da’ monti
con quattro cime che le fean corona
sovra Tridento assieme a li suoi ponti

addormentati al par de la padrona.

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Riva del Garda, la nascita dell’Ora, la famosa brezza

E quale lo Benaco ampio e lucente
da lungi prima tigne suo orizzonte
d’onda più scura, e attira umana mente

a discovrir del suo ‘ncrespar la fonte;
quinci scintilla d’argentina trama
le chiare squame che mai niun ha conte

e infin impregna di ventosa lama
fertile vela sin che non sia tesa
per ricovrarla ove nocchiero brama

lieve sì come cosa che non pesa,
così noi fora da le triste rotte
fummo sospinti dopo lunga attesa

lo duca mio al timon ed io alle scotte.
E l’Ora fea planar carena alata
verso polar, da dove oscure grotte

d’onda atesina avrebbero inondata
de’ Torbolan la manca, se la piova
perigliosa rendesse sua vallata.

E ‘l dica mi parlò: “Che tu non mova
la scotta della randa né te stesso
sin quando nostra via la luce nova

vedrà suso all’uscir, e fatto fesso
lo periglioso andar, il nostro legno

di vita ricca a noi diventi messo”.

“Lo duca mio al timon ed io alle scotte”

Sì disse. Ed orzando sino al segno
dall’angolo del vento consentito
strallò lo spi e consegnoci in pegno

all’antro oscuro omai d’acqua empinito.

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Insomma, una descrizione del formarsi della famosa brezza, l’Ora del Garda, ed una vera e propria lezione di vela per andarsi ad infilare, barca compresa (il mio Fun da regata Whisper ITA 526) dentro la galleria Adige-Garda e così risalire, veleggiando (!), sino alla valle dell’Adige e raggiungere il PAT-Paradiso Autonomo di Trento.

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Che altro dirvi … del Purgatorio in Val di Non, là dove Dante, affamato, si sfama con le mele furtivamente sottratte ai parsimoniosi contadini locali (Canto “Nonesi e Solandri”). Parla Virgilio:

E mentre del Giordan con giusta pace
lo popolo d’Abram vive una sponda
ambo le bande qui sì viver piace

Il Paradiso Terrestre era in Val di Non: “Prendete ciò che volete ma non v’azzardate a toccare i miei pomi!”

ad ognun che ne lo spender non profonda
mai nulla, che vedrai sul Noce
come sparagni ognun moneta tonda.

Fame con mele placherai alla foce
di rio graziosamente saltellante
che forma pozza ove di sol di coce.

Ma pria che tale acqua insì parlante
formi lo laco di Santa Giustina
scorre leggiadra, in valle altra, lampante

di Sol nomata poi che da mattina
la luce sua riceve sino a sera.
E ‘l Noneso e ‘l Solandro ti rapina

gridando: “Hai da pagar!” con voce fera
lochè da MustDuZhalen ognun si passi
ch’a raccontarla altrui non pare vera.

Ch’ancora ho da capir se ‘nver ciò fassi
al Noneso o al Solandro a cavar penne
e chi respinge chi a li suoi sassi .

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E ancora: della salita e della castagnata in Bondone? Insomma, la farei veramente troppo lunga, in questa sede. Per ora vi basti quest’assaggio: del resto, chi volesse il testo completo non ha che da scrivermi.

Con ciò io vi saluto o miei attenti
lettori che mi fate assai contento
se tutte leggerete le dolenti

note ch’io scrissi su le onde e ‘l vento.

Riccardante Lucattieri

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P.S.: Ma il Dante vero, dov’è che parla del Trentino e del Lago di Garda? Ecco i passaggi dei quali mi ricordo:

Inf. XII, vv.4.6
Qual è quella ruina che nel fianco
di qua da Trento l’Adice percosse,
o per tremoto o per sostegno manco

La “ruina” son i massi erratici presso Rovereto, di origine glaciale che Dante interpreta dovuti ad un terremoto o al ritirarsi del ghiacciaio.

Inf. XX, vv 61-63
Suso in Italia bella giace un laco
a piè de l’Alpe che serra Lamagna
sovra Tiralli c’ha nome Benaco.

Inf. XX, vv 67 e sgg.
Luogo è nel mezzo là ove ‘l trentino
pastore e quel di Brescia e ‘l veronese
segnar potria se fesse quel cammino.

Luogo dove ognuno dei tre Vescovi potrebbe benedire. Infatti anche oggi all’altezza di Capo Reamol, c’è il confine in centro lago fra le tre provincie di Trento, Brescia e Verona.

“… non più Benaco ma Mencio si chiama …”

Siede Peschiera bello e forte arnese
a fronteggiar bresciani e bergamaschi
ove la riva in fondo più discese.

Ivi convien che tutto quanto caschi
ciò che in grembo a Benaco star non può
e fassi fiume giù pei verdi pascoli.

E come l’acqua a corre mette co’
non più Benaco ma Mencio si chiama
sono a Governo dove cade in Po.

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Benaco, il nome latino del Lago di Garda. Ce ne parla Virgilio nelle Georgiche (II, vv. 160-161): Anne lacus tantos, te Lario, maxime teque / fluctibus et fremitu adsurgens Benace marino? E dovrei forse non parlare dei laghi così belli, di te Lario, ma soprattutto di te, Benaco, che quando entri in tempesta hai onde e frangenti tipici del mare?

E allora, sia benvenuta questa “prima” di Dante Alighieri nel Teatro delle nostre celebrazioni culturali e letterarie!

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SUE, PERCHE’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2020 @ 7:32 pm

Detto altrimenti: SUE-Stati Uniti d’Europa, perché           (post 3823)

Contrasto all’epidemia. Occorrono interventi costosi. Per farvi fronte, stiamo aumentando l’indebitamento. La nostra economia era quasi ferma, adesso è in recessione.

Come faremo fronte al maggior debito e agli investimenti per la ricostruzione e riconversione del sistema partendo da un sistema in recessione? Ma soprattutto: verso quale nuovo modello di vita europea ci vogliamo dirigere?

Il governo sta (necessariamente e lodevolmente) spendendo molto; investe là dove ora serve: mi piacerebbe solo che si dotasse di un semplice foglio excel che potesse dirci in ogni momento quale sarà l’esborso per capitale ed interessi al variare del livello dell’indebitamento e del suo costo. Ho appena assistito alla conferenza stampa virtuale del PCM, cioè di chi emette i DPCM (il Presidente del Consiglio dei Ministri, la persona che vara i relativi decreti) e nessun giornalista ha avvertito questa esigenza. Avrei voluto chiedere di essere collegato anch’io, ma un amico mi ha detto che … i blogger non sono ammessi! Evvabbè …

Eppure, lsciatemi essere “cattivo”: giornalisti delle maggiori testate che facevano le domande che avrebbero potuto essere poste ad un dirigente tecnico, non ad un Presidente del Consiglio dei Ministri: quando scade la clausura; a quanto ammonta la multa; se ti sequestrano l’auto; ci sarà scipero; se si coordina con le regioni; etc.. Il PCM ovviamente se l’è cavata molto facilmente e bene, anche quando ha cercato di spiegare che lo stato di emergenza è una cosa; altro è i DL; altro ancora i DPCM: tutto legittimato a cascata. Che volete, dovrò farmi assumere da una di quelle testate , per porgli la domanda di cui sopra ed inoltre qual è la sua idea di modello futuro. (E’ la seconda volta che mi capita in pochi giorni: ero ad una riunione con il nostro candidato sindaco Franco Ianeselli e le domande sono state purtroppo del tipi “raddrizzamento di un marciapiede”! Per fortuna che Framco- persona di livello – ha risposto illustrando quale era la sua idea di città).

Le strisce! Mettiamole le strisce!

SUE – Stati Uniti d’Europa perché. Perché o impostiamo da subito la strutturazione di un “software politico” (gli SUE, appunto) totalmente nuovo che sostituirà il vecchio, oppure quando l’epidemia sarà passata, muovendoci dall’interno del vecchio software UE, forse qualcuno non vorrà più condividere con noi una moneta unica etc.. Dice… ma tu, caro blogger, sei pessimista? No raga: da vecchio top manager mi devo preparare a tutto, anche al peggio; lavoro e confido nel meglio anche perché “finalmente” (per dirla con il Manzoni), si spera che – se non altro – non vorranno affossare quello splendido popolo di consumatori che siamo noi Italiani!); prenderò ovviamente quel che viene.

In … bocca alla balena a tutti noi!

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ONE UP ONE UP – ONE DOWN ONE DOWN

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2020 @ 5:09 pm

Detto altrimenti: come ci collochiamo?       (post 3822)

(Atteggiamenti diversi del nostro porci di fronte alle situazioni)

Il papà sgrida il figlioletto. La mamma one up-one up gli dice: “Il papà ha ragione!” La mamma one down–one down gli dice: “Vieni piccolo, sennò papà ci sgrida ancora”.

“Non me ne parli …”

Film. Così parlò Bellavista, l’inizio. Il manager milanese appena trasferito a Napoli scende dal proprio taxi bloccato nel traffico da un ingorgo a  “croce uncinata” e viene condotto dal tassista a bersi ‘na tazzullela ‘e cafè in un bar. Entrato, vede un vigile urbano in divisa seduto con aria stanca ad un tavolino, il cappellone imponente postato sopra, inte sulla nuca, sorseggiare il suo caffè: “Ma ha visto che ingorgo c’è fuori?” gli dice a voce alterata. Il vigile, ruotando l’avambraccio destro come per evocare una qualche divinità “Non me ne parli …”. Ecco, quel vigile ha assunto la posizione one down–one down.

Un ministro della Giustizia. Carceri affollatissime, rivolte, morti: “Non me ne parli …” Quel ministro ha assunto la posizione del vigile di cui sopra.

Un’idea. Per altro verso, talvolta capita di avere idee e di avanzare proposte innovative, risolutive. E può anche capitare che una vostra idea sia “fatta propria” da altri. In due modi: “Bravo, bene … ti aiuterò a realizzare la tua idea!” Oppure “Ne hai già parlato a qualcuno? No? …”. In questo secondo caso poi potreste vederla svilupparsi come idea dell’altro. A questo punto dovete scegliere: siete one up – one up (“Bene, sono lieto che la mia idea sia stata sviluppata!”) oppure one down–one down (“Era un’idea mia, me l’ha rubata …”).

Le strisce! Mettiamole le strisce!

Stati Uniti d’Europa. Prendiamo infine una persona che da sempre abbia ritenuto che anche di fronte ad una grave emergenza (la pandemia attuale), non si debbano dedicare tutte le energie solo al suo contrasto, ma che in parallelo e da subito si debbano dedicare energie anche alla ricostruzione-riconversione dopo il suo superamento. E ipotizzate che quella persona, europeista convinto da sempre, legga che un leader politico affermi che la soluzione del dopo virus potrà essere solo la creazione degli Stati Uniti d’Europa. Be’ quella non era certo una idea “sua”, “personale,” “privata”, bensì era un’ “Idea” di molti, solo che quella persona l’aveva condivisa con vera passione. In tal caso quel tale si porrà one up-on up, felice ed entusiasta del fatto che quell’ Idea cominci ad essere diffusa in modo così autorevole e qualificato. E nel frattempo alcune forze politiche dell’opposizione si sentono “offese” perchè i provvedinenti urgenti assunti dal governo non sono stati preventivamente “parlamentarizzati”. Dice: ma succedono cose del genere? Dico: “Non me ne parlare …”

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COME POSSONO CRESCERE I CONTAGI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2020 @ 1:39 pm

Detto altrimenti: la curva in salita ha iniziato ad appiattirsi, forse è l’inizio della fine?  (post 3821)

Sit sane verum, sia pur vero, dicevano i latini, tuttavia … Sono lieto della diminuzione dell’incremento della diffusione del coronavirus (si incrementa sempre, ma meno di ieri), ma non sono tranquillo fino a  quando non avremo il vaccino. Vedete la Cina: era arrivata a zero ed ora inizia il contagio di ritorno. Quanto è veloce e mpio è il contagio? Ve lo dico con una favoletta.

C’era una volta un re molto preoccupato perché il grande fiume che attraversava il suo regno periodicamente lo allagava e provocava vittime e danni. Un giorno ebbe un’idea: bandì un concorso di idee per chi avesse trovato la soluzione. Un tale propose di aprire una via d’acqua su una sponda del fiume per convogliare le piene in una valle attigua, desolata e disabitata. Così fu fatto. Venne la piena, l’acqua riempì quella valle non provocò ne’ vittime ne’ danni: anzi, venne a crearsi un bel lago che da quel giorno in poi attrasse una moltitudine di turisti dall’estero. Il re chiamò quel tale e gli disse “Voglio darti una ricompensa: chiedimi quello che vuoi”. Quel tale ci pensò un attimo e, vedendo che sul tavolino accanto al re c’era una scacchiera, disse. “Dammi un chicco di grano per il primo riquadro della scacchiera. Poi il doppio per il secondo e così via”. Il re sorrise: “Mi chiedi ben poco, comunque sia. Avrai ciò che hai chiesto” e diede ordine al suo primo ministro di provvedere in tal senso. Dopo un giorno il primo ministro chiese udienza al re, e tutto trafelato gli disse: “Maestà, a soddisfare quella richiesta non basta il grano di tutti i granai del regno”!

Come mai? Provate un po’ voi a fare il calcolo … nel senso: anche se rimane anche un solo infettato, la pandemia non sarà sconfitta.

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