QUATTRO GATTI (NERI ) di Emanuele M.Pozzo

pubblicato da: Mirna - 16 Marzo, 2012 @ 7:11 am

Quattro racconti gotici, se per gotico intendiamo ambienti misteriosi con rovine, chiari di luna inquietanti, il soprannaturale  e i …gatti neri simbolo del mistero nel bene e nel male.

 Da Walpole, Radcliffe fino a Poe e Lovecraft abbiamo letto con brividi di  paura di avvenimenti che non sapevamo esistessero, o forse sì? .

E il gatto nero di Edgar Allan Poe murato vivo con una moglie assassinata che denuncerà con il suo miagolio il marito assassino?

Ce lo ricordiamo tutti come forse sapremo anche che Poe sarebbe voluto essere  un gatto…nero.

I gatti di Emanuele M.Pozzo sono non solo misteriosi, intelligenti, ma sono giusti e riequilibratori di un ordine spezzato. Tra realtà e immaginazione, tra veglia e sogno.

In questi racconti sono stati scelti luoghi tipici del gotico:un giardino segreto e abbandonato,  una grande biblioteca in una villa antica, una Pinacoteca con dipinti pieni di simboli, un relitto abbandonato in fondo al mare.

Un gatto nero dagli occhi verdi appare alla fine di un lungo viale di cipressi che l’io narrante suole percorrere spesso.  Sin dalle prime pagine si è spinti a proseguire a leggere  come seguendo i passi obbligati di chi cammina .

 “Oltre il cancello” è l’inizio dell’addentrarsi in una dimensione “altra”, quella  della paura della Morte, dell’oscuro che è in noi e intorno a noi, l’antico inconscio collettivo che teme l’Ade. Il gatto è su un pilastro e spinge  il protagonista ad entrare. E’ un guardiano silenzioso che accompagna in tutto ciò che di inconoscibile c’è nella vita.

 E un altro gatto nero è il deus ex machina del racconto Il Limbo, il mio preferito, perchè si parla di libri reali e immaginati. Nella grande biblioteca che si estende nel seminterrato di una villa antica il protagonista deve catalogare e riordinare migliaia di testi. Scopre così, guidato dal gatto, testi nominati nei romanzi di  Poe e  Lovecraft.  Emozione intensa di sapere che questi libri non sono mai esistiti ma che a lui è dato tenerli in mano e sfogliarli senza però  poter portarli fuori dal seminterrato dove il gatto è il padrone e il guardiano. Come non sentirsi dunque una pedina come Alice nel regno del Re rosso ?

Emanuele M.Pozzo scrive benissimo  e ci fa sentire reale questa avventura tra pseudolibri, tra i quali campeggia il  terribile Necromion immaginato da Lovecraft. Si incrina la realtà dell’impossibile che deve rimanere sempre nel Limbo.

E tra sogno e realtà siamo anche nel terzo bellissimo racconto “Mai dimenticata”. Quadri con vedute notturne intrigano immediatamente il protagonista specialmente quello che ritrae un panorama sotto la luna che gli riporta alla mente alcuni versi di Montale ” Mondo che dorme o mondo che si gloria d’immutata esistenza: chi può dire?”

La vita è sogno? O è il contrario? Attraverso lo specchio si confermano misteriosi indizi naturalmente suggeriti da un gatto nero, questa volta dipinto sul quadro.  Inizia una ricerca capillare di Marianna, vissuta alla fine del’700, la cui esistenza si conosce attraverso apparizioni oniriche e la tecnica pittorica della anamorfosi.

Che splendido racconto! Non solo perchè si parla del momento in cui si è  in bilico tra veglia e sonno, come capita  talvolta all’alba, poco prima di svegliarsi,  quando si percepisce il tutto tondo della realtà e della metafisica (come diceva Schnitzler), ma anche perchè il gatto continua come una divinità ad accompagnare gli avvenimenti.

L’ultimo racconto che si ripiega sugli altri in un modo particolare e imprevedibile “ Un gatto (nero) che si  morde la coda” termina in un Cafè-Bistrot-Libreria!

Da leggere.

Libro pubblicato dall’autore. The NCW’s soc.

Sito: ilmiolibro.it

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=459685

P.S. La mia Mimilla, rigorosamente un gatto nero, si è prestata come modella.

 

 

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10 commenti
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  1. Sto leggendo con gusto questi quattro racconti di Emanuele Pozzo provando una sana invidia per uno scrittore che ha attuato un mio profondo desiderio – il genere mi ha sempre intrigato molto – e l’ammirazione per la scrittura e le idee. Che dire… sono contenta di poterlo conoscere lunedì 19 marzo all’angolo Papiro!

  2. – GRAFFIO-cercavo in internet qualche notizia su uno spettacolo dal titolo” L’aiutante di brusek e la società dei gatti assassini” e mi sono imbattuta in una ridda di migliaia e migliaia (MIGLIAIA!) di libri sui gatti e migliaia di scrittori che scrivono sui gatti. Non immaginavo un simile fenomeno, sembra che nelle società ricche occidentali, negli ultimi anni, il povero gatto abbia perduto il suo stato di animale domestico , un tantino selvatico, e sia divenuto un feticcio. Un transfert ne fa spesso un alter ego, un qualcosa di unico, privato della sua animalità, da trattare come una proiezione di sè, con tutte le conseguenze e cose così. Sono quasi tutti sterilizzati questi feticci, per renderli più (umani? spero di no) più adatti alla nostra vita. Naturalmente il gatto di strada continua a essere carne da macello.In compenso il mercato per “arredare” il feticcio è divenuto un grossissimo affare. e qui il rispetto per gli animali va a farsi benedire.

  3. Non parlerei di feticcio in riferimento al gatto. O meglio, vi sono certamente persone, molte persone, che ne fanno un oggetto d’adorazione ignorandone e non rispettandone l’animalità.
    Nelle manifestazioni artistiche invece il gatto è piuttosto un simbolo. E’ forse l’animale domestico più diffuso e presente nelle nostre case, eppure ci viene spontaneo usare per lui aggettivi quali “misterioso” o “enigmatico”. Io leggo ciò come una sorta di “memento”: scordiamoci di essere realmente i padroni della natura! Il gatto che convive con noi ci aiuta a rimanere umili.
    Ovviamente ne è inconsapevole: a lui interessa la pappa (e che sia buona!), le coccole, dormire di giorno e svegliarTi alle prime luci dell’alba… ed è proprio in questa sua animale inconsapevolezza a risiedere il suo potere.
    Parlando di natura umana invece, il costruire simboli ci appartiene profondamente. Pertanto non mi stupirei, né m’indignerei del fiorire di un genere letterario attorno al gatto, con tutti i suoi topoi (non ho resistito! :-), magari un tantino ipertrofico ma certo non più del poliziesco, ad esempio, o del sentimentale.
    Circa le molteplici forme di maltrattamento degli animali (tutti!), il tema è condivisibile, doloroso e complesso.

  4. @Emanuele M Pozzo–Siamo tutti innamorati dei gatti e delle storie di gatti. Sono contentissima che lo scrittore Emanuele Pozzo abbia risposto al mio post antipatico, cercavo una notizia – sempre sui gatti – e non l’ho trovata.Al suo posto mi sono saltati in testa migliaia di gatti su migliaia di copertine- meno quella che cercavo.
    I “topoi”, purtroppo, sono stati sostituiti dai croccantini e i gatti non vanno più a caccia ma stanno sempre in casa, sul divano, sulle spalle della padrona/e, sul coperchio del computer, sul calorifero. ma , se possono, stanno beatamente stesi al sole.Spero di poter leggere al più presto i quattro gatti di Emanuele M Pozzo. dove posso comperarlo?E a proposito di gatti, sul domenicale del sole 24 ore di ieri c’è un DEDICATO AI NOSTRI GATTI, con un pezzo pieno di adorazione gattosa di giuseppe Scaraffia.Grazie del bel post.

  5. Non sono un’appassionata di gotico, ma lo contemplo nelle mie letture ogni tanto.
    Peraltro, essendo appassionata di avventura e thriller, oltre che amante dei gatti, ho trovato questo romanzo in quattro racconti molto, molto bello.
    Mi ha catturato!
    Ed emozionante più del previsto è stato il film di cui sono stata regista nella mia fantasia, mentre Emanuele M. Pozzo mi trascinava nella sceneggiatura.
    Nel leggerlo, ognuno può trovare la sua dimensione: è un libro estremamente godibile anche per chi, come me, non riesce a cogliere tutti i riferimenti letterari e artistici di cui è costellato.
    Devo proprio dire che, pur ormai ben ferrata nel genere poliziesco-thriller-avventura al punto da intuire spesso anticipatamente i colpi di scena, in questi racconti ho sempre trovato qualcosa di imprevedibile.

    http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=459685

    E’ diventato il mio autore preferito (ed è mio marito!)

  6. @camilla Grazie a te! Oltretutto è alquanto piacevole per me leggere dei post in cui mi si definisce uno scrittore…
    Il libro può essere acquistato online sul sito ilmiolibro.it. Il link completo è riportato nel post, assolutamente obiettivo ed imparziale, di mia moglie Elena.

  7. Da Riccardo: ALBERTO CAVANNA
    “L’uomo che non contava i giorni”
    Le libellule Mondadori

    Scialla scialla, raga. Ciao, ciao ragazzi. Già perché i vecchi Liguri (ma quelli vecchi davvero) nei cantieri navali, fra una barca e l’altra, si salutavano anche così, con una assai personale e ligure traduzione dall’arabo “insciallà” che come tutti sanno vuol dire “se Dio vuole”.
    Scialla, dunque … chiudete gli occhi e … respirate questo libro. Sentirete il mormorìo del vento nei carruggi di un paesino ligure, il cigolare della porta di legno della vecchia stalla, poi diventata cantina e poi ancora piccolo cantiere nautico abusivo per la costruzione di una barca a vela, da pesca, in legno, di quelle che non se ne fanno più …( quanto grande? Non lo si dice, ma dal racconto penso che sarà stata dai sei ai sette metri lft, lunghezza fuori tutto). Sentirete la voce degli sguardi e dei pensieri di un vecchio pescatore, pensionato, carpentiere “in proprio”, solo in compagnia dei suoi ricordi, delle sue mani, del suo lavoro, della barca che sta finendo di costruire. Perchè, poi?
    Non è la prima volta che Cavanna lascia emergere i suoi personali ricordi, di quando lavorava, anzi, scolpiva, cesellava, ingioiellava di rifiniture e di antica saggezza il legno di sempre nuove barche. Lo aveva già fatto in “Da bosco e da riviera” (chi non lo ha letto, si affretti … non sa cosa perde!). E se anche in questo romanzo non riuscite a seguire tutte le fasi della lavorazione, non importa. Vi piacerà ugualmente.
    Un vecchio, si diceva, incontra un giovane immigrato. Non vi dico altro, come racconto è lungo, come romanzo, breve. Il salto nel buio del giovane, come tanti altri, nel buio di un futuro sconosciuto … tanto peggio di come andava … la sua rassegnazione che allo stesso tempo, non diventando disperazione, si trasforma automaticamente in speranza. L’apparente scontrosità del vecchio, il suo timore iniziale, la sua coerenza con i principi che hanno guidato tutta la sua vita, ed ecco che da passivo ricettore di una vita ormai impostagli dall’esterno, si trasforma egli stesso in un migrante. Con lo stesso coraggio, la stessa temerarietà, la stessa speranza nel futuro e voglia di vita del giovane marocchino.
    Un libro, leggero ma profondo … un libro che ci insegna che “gli altri” non esistono: anche noi siamo “altri” per gli altri …
    Bellissime poi le frasi in dialetto ligure (se non le capite, telefonatemi pure, 3355487516) e in lingua araba (con traduzione). Un vero arricchimento.
    Alberto Cavanna. Già una volta accettò di venire a Trento, per una serata all’Accademia delle Muse. Ora lo stiamo invitando nuovamente – questa volta presso la Biblioteca di Trento – per raccontarci i suoi libri, racconti di tante vite e di piena umanità.
    Ti aspettiamo, Alberto … insciallà!

  8. Gatti … sapete che io ho perso il mio, Dorian, improvvisamente. Diaci anni e mezzo, stava bene, poi, d’un tratto, un blocco intestinale. Una settimana di ricovero in “clinica”: radiografia, medicine, flebo, sedativi, antibiotici. Niente da fare. Era “solo” un gatto, lo so. Ma con il suo ricercarmi, con il suo starmi vicino al computer, a tavola, alla TV, sul divano, mentre leggevo, al mio risveglio o la sera, quando leggevo a letto, o mentre ascoltavo musica, o cos’ altro … mi dimostrava tutto il suo affetto. mi dava molto e cosa chiedeva? Solo le coccole, ogni tanto giocare fra le gambe del tavolo della sala o negli anfratti “oscuri e nebrosi” del corridoio, a luci spente … che lì gli “agguati” venivano meglio …
    E poi mi “parlava”. Miagolii diversi a seconda della necessità: fame, sete, uscire sul poggiolo, coccole, attenzione, giocare, “grazie” . Si, se voleva uscire sul poggiolo, si sedeva dignitosamente davanti alla porta finestra e, non apepna io l’aprivo, si girava verso di me, mi regalava un breve “miao” e quindi usciva. Cos’altro era se non un “grazie”‘?
    Capirete che in questo periodo non è il caso che io mi metta a leggere libri sui gatti …
    Dorian, mi manchi

  9. Caro Riccardo, per chi rifugge gli animali forse “era solo un gatto”, ma per noi che abbiamo perso una presenza non era “solo un gatto”. Difficile da capire, probabilmente, per qualcuno.
    Mi dispiace per Dorian.
    Ogni tanto ripenso alla mia Jenny e, dopo quasi vent’anni, riesco ancora a percepire concretamente sotto i miei polpastrelli (quasi non fosse un ricordo) la morbidezza del pelo e la delicatezza delle zampe.
    E riesco a piangerla.
    E sono preoccupatissima per Mimì, presto diciassette anni, che fra circa un mese dovrà essere operata per dei tumori, ma che sembra stare benissimo (è qui che implora un’ulteriore dose di cibo, la golosa!). Ho così paura di perderla…

    Per me AMORE è AMORE, ed è il più grande significato per cui siamo al mondo: amore per un compagno/a, amore per un gatto, amore per un fiore che sboccia, amore per un figlio, amore per noi stessi, amore per la musica, amore per …
    Credo che esistiamo per poter amare.
    Per me non c’è e non dovrebbe esserci né un “ordine di merito”, né un “ordine di grandezza”: non vale di più un amore rispetto ad un altro, ognuno di noi ha risorse più che sufficienti per portare con se’ infiniti amori e amori infiniti.

    Anche il dolore per la perdita di un amore fa parte di noi, purtroppo, ma non potremmo sopportarlo senza gli altri nostri amori.

    Ciao Dorian

  10. Attenzione: una buona notizia! Ieri sera, 21 marzo 2012, il TG regionale del Trentino ha annunciato che entro 15 gg sarà pubblicata sulla gazzetta ufficiale (locale) una legge per il censimento degli animali d’affezione (cani e gatti in testa) e di tutti gli altri animaletti che possono essere ospiti nelle nostre case. il che sarà la base per un controllo sul come sono trattati, eventualmente curati e per la la repressione con multe salate per maltrattamenti e incurie! (da €50,00 a €150,00 salvo il raddoppio in caso di recidiva).
    Esulto per i nostri piccoli grandi amici, ma soprattutto per il “segnale di civiltà” che è insito nell’iniziativa.
    Infatti, in tutti campi, in tutti i settori occorre maggiore sensibilità, attenzione, ascolto, disponibilità, delicatezza, equilibrio, consapevolezza, responsabilità e riflessione nell’affrontare i problemi degli “altri”: animaletti e persone.
    Per questo c’è bisogno che nei nostri governi, locali e nazionali, siano presenti sempre di più le Donne!
    Firmato: un uomo.