Potere e responsabilità – Una catena talvolta interrotta

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Gennaio, 2012 @ 7:16 am

Detto altrimenti: le scuse del Comandante della Concordia ricordano la difesa del pilota che tranciò i cavi della funivia del Cermis

… lo scoglio non era segnalato … i cavi della funivia erano troppo bassi …

La catena fra il potere e la  responsabilità (il potere di scelta del Comandante della Concordia e la responsabilità civile della Compagnia di Navigazione) questa volta non può essere spezzata. La Compagnia (e/o la sua assicurazione) dovrà risarcire i danni ed è inutile che essa sconfessi il suo Comandante.

Il Rex

Una prassi. Le navi da crociera sono solite fare “l’inchino” , cioè salutare la gente sulla costa da molto, molto vicino. Il primo esempio l’abbiamo avuto un un film, Amarcord, ricordate l’inchino del Rex? Oggi l’abbiamno visto, purtroppo all’isola del Giglio (e a Venezia!). Ciò avviene  soprattutto in estate. Sicuramente in tal modo ogni Compagnia di Navigazione si reclamizza agli occhi dei uristi che sono a terra. C’è anche questo aspetto da riconsiderare nella valutazione della catena degli eventi e della responsabilità.

Le barche a vela, nel Garda Trentino, possono veleggiare solo oltre una certa distanza dalla costa. Nulla è prescritto, invece, per i colossi da turismo  del mare, se non in presenza di parchi marini protetti. Gli aerei devono seguire rotte precise e sono controllati durante il loro volo. Questi giganti del mare no? Qui la catena degli eventi e delle responsabilità sembra essersi spezzata.

Omero

Ma poi vi è un altro aspetto sul quale riflettere. E cioè che stiamo retrocedendo alla “civiltà della vergogna” della Grecia di Omero, cioè alla cultura secondo la quale la considerazione che abbiamo di noi stessi, i modelli cui tendiamo, si fondano sull’immagine che gli altri si possono creare di noi. Ed allora, tutti fighi con gli stessi blue jeans, tutti fighi con le stesse automobili, tutti strafighi a condurre la nave a rasentare un’isola o un aereo a volare sotto i cavi della funivia del Cermis (la ricorrenza del 3 febbraio si avvicina!). Così fan tutti (ah, Mozart, l’avresti mai detto?). Se non lo faccio anch’io, cosa penseranno di me? Che sono uno “sfigato”. E allora, visto che “posso”, lo “faccio”, sperando che la catena fra il mio potere e la mia responsabilità si interrompa.

Ma … e le vittime di questi comportamenti?