Edizione straordinaria: Gian Antonio Stella, ieri sera a Trento

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Gennaio, 2012 @ 6:20 am

Detto altrimenti: Ti manda Picone?

“Partendo da una posizione di forza (bombe, accordi internazionali) il Trentino Alto Adige ha goduto sino ad oggi di forti privilegi. L’Italia non può più permettersi questa casta. Infatti, se si continua così, cosa ne sarà del meridione e quindi dell’Italia?” Questo il succo del discorso tenuto da Stella,  con un leggero accento veneto, al TGR3 che ha preceduto la riunione …

Vediamo un po’ … all’epoca della prima guerra mondiale … si discuteva … sì … si discuteva se il confine dovesse essere fissato a Salorno (cioè fra gli attuali Trentino e Alto Adige) o al Passo del Brennero. Prevalse il Brennero, già che si conquista … Conquista, sì, infatti l’Unità d’Italia è frutto, oltre che di una guerra di liberazione (del Trentino),  anche (si badi, ho detto “anche”) di tre azioni di conquista: una al centro (Stato Pontificio); una del nord (Alto Adige) ed una del Sud (Regno delle Due Sicilie). Per il centro, abbiamo regolato la questione con i Patti Lateranensi. Per il nord, con l’accordo Degasperi-Gruber. Resta da definire la questione meridionale.  Si leggano fra gli altri, per il nord “Eva dorme” di Francesca Melandri; “Sulla torre del castello il tricolore” di Luigi Sardi; per il sud i due recenti libri di Pino Aprile, “Terroni” e “Giù al Sud”. Non che questi testi siano i Vangeli, ma sicuramente rappresentano un ottimo primo spunto per ulteriori approfondimenti.

Euregio Tirolo

Ora, al nord innanzi tutto non v’era nulla da predare neanche volendo e quindi, per amore o per forza, anche ammesso che si sia fatta di necessità virtù, si sono esaltate le potenzialità esistenti localmente, in termini di cultura e tradizioni. Ne è scaturito – sia pure dopo un primo periodo di “rodaggio”, un ottimo esempio di capacità di governo, di convivenza intereuropea, di regionalismo transfrontaliero, modello per il resto del Paese (soprattutto oggi, che di capacità di convivenza interetnica ce ne sarà sempre più bisogno)!) per una nuova Europa; l’Europa delle Euregio.

Al Sud invece v’era molto da predare e si è predato, ma certo non da parte dei Sud Tirolesi e dei Trentini. Si è predato economia, finanza, cultura, mano d’opera, cervelli, dignità, la vita stessa della gente, si cono distrutte industrie, interi sistemi agricoli, si sono incendiati paesi interi con gli abitanti dentro, si sono eseguite fucilazioni sommarie (Legge Pica, di processi neanche a parlarne) etc. Non ci si è certo preoccupati di mantenere e migliorare ciò che vi era di buono, ed era molto. Oggi noi raccogliamo i frutti (velenosi) di ciò che altri hanno seminato, oppure, se preferite, non raccogliamo i frutti (commestibili) di ciò che altri hanno espiantato.

Tuttavia, questi sono sunk fund, soldi affondati dicono in USA, acqua passata diciamo noi. Guardiamo al futuro: io riterrei doveroso per noi e necessario ed utile per l’Italia riversare al sud parte delle nostre energie, purché prima (ecco il punto, prima) si allontani la politica dalla delinquenza ivi organizzata anche “a costo” di rispettare le conclusioni di una certa commissione parlamentare per l’autorizzazione a procedere e purché, prima, si trasformi il Sud (questa volta lo scrivo con la maiuscola, quale auspicio ed augurio sincero) in un recipiente a tenuta stagna, capace di ricevere e far fruttare quanto vi si riversa  e non in un colabrodo o, peggio, in un distillatore che faccia evaporare quanto vi si immette a vantaggio dei soliti ignoti/noti. Il che significherebbe fornire altre energie a chi da molto tempo cerca di sostituirsi allo Stato. In altre parole, Stella, si otterrebbe l’effetto contrario a quanto programmato!

E poi, Stella, le “nostre” bombe? E quelle “dal” sud, ad esempio, a Firenze e a Roma? E quelle “nel” Sud, ad esempio, a Capaci?  Ancora, Stella, “i nostri agganci internazionali”? E i mafiosi “promossi” a sindaci delle città siciliane?  Se noi qui al Nord abbiamo  un accordo palese con l’Austria, altri al Sud hanno goduto (si fa per dire) di un accordo, anche se meno palese, con un grande paese d’oltre Oceano Atlantico (a Stella e strisce, mi verrebbe da dire …). Lo stesso paese che oggi ci regala le pagelline delle sue agenzie di rating. Vabbè che ci hanno  liberato dal fascismo, per un po’ va bene .. ma poi gli si dice … ora basta, hai rotto … direbbe Antonio Albanese ….