CUI BONO? A VANTAGGIO DI CHI, la messinscena del rapimento Spinelli?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2012 @ 8:21 am

CUI BONO? A VANTAGGIO DI CHI? (Cicerone, Pro Roscio Amerino)

Detto altrimenti: ogni tanto alla TV c’è qualcosa di buono. In questo caso alla trasmissione “Ulisse, il piacere della scoperta” di sabato 24 novembre 2012. Un po’ di Storia della giusrisprudenza. E la Storia, si sa, è Maestra di vita!

Avv. Marco Tullio Cicerone

Cicerone nell’80 a.C. assunse la difesa di Sesto Roscio Armerino il cui padre era stato ucciso su mandato di due suoi parenti, d’accordo con Lucio Cornelio Crisogono, potente favorito e liberto greco di Silla. Crisogono aveva fatto inserire il nome dell’ucciso nelle liste di proscrizione per poterne acquistare all’asta, a un prezzo irrisorio (2.000 sesterzi), le proprietà terriere (del valore di sei milioni di sesterzi).

Gli assassini cercarono di sbarazzarsi del figlio dell’ucciso accusandolo di parricidio ma Cicerone svelò le responsabilità di Crisogono, con l’orazione Pro Roscio Amerino convincendo i giurati che l’assassinio favoriva gli accusatori e non l’accusato (cui bono, letteralmente un doppio dativo: a vantaggio a chi).
Apprendiamo inoltre che il “kalumniator”, il calunniatore, cioè colui che accusando qualcuno non era in grado di dimostrare la fondatezza dell’accusa, per punizione veniva marchiato a fuoco per sempre con una lettera K sulla fronte. Insieme al suo avvocato (attenti, avvocati, attenti!)

Avv. Azzeccagarbugli (A. Manzoni)

Il significato è pressochè identico al detto: “Id fecit cui prodest”, o più semplicemente “cui prodest”: il fatto è stato commesso da colui che ne trarrà vantaggio. (“Cui” si legge con la “C” di “cuoio”, non con la “Q” di “Qui -Quo-Qua”).