LO STUDIO, LA MORALE, LA RAGIONE ….“A PESO”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Dicembre, 2012 @ 7:07 am

Detto altrimenti: quantità o qualità?

“Ho studiato da sei”, dice il ragazzino della prima media, per significare che, insomma, il suo dovere (minimo) l’aveva fatto. “Ho acquisito una sufficiente dose di conoscenza, che volete da me?”

“Ho commesso un reato, ma da meno di due anni di carcere”, dice l’aspirante parlamentare che vuole essere candidato e quindi eletto al parlamento. “Ho mantenuto una sufficiente dose di onestà, che volete da me?”

“Troppi casi simili”, dice il Presidente Obama di fronte alla (ennesima) strage di Newtown, “Occorre intervenire sulla legge che liberalizza la vendita ed il possesso di armi”. Mi domando: “troppi?” Forse che se fossero stati “di meno” non ci si dovrebbe ugualmente apprestare ad assumere le misure necessarie? Negli USA il rapporto negozi di armi/fast food è di tre a uno!

Concludo: un fatto, una legge, un comportamento è connotato in sè e per sé già prima di produrre effetti, ma già nel momento in cui “può” produrli, e,comunque indipendentemente dalla “quantità dell’effetto producibile o prodotto”. Gesù ha esaltato la carità fatta dalla povera vedova come un gesto del massimo valore, anche se la monetina offerta era solo uno spicciolo … Gesù ha esaltato la qualità del gesto, non la quantità dell’offerta.

Nella legge italiana “Codice della strada” abbiamo una norma da prendere ad esempio in ogni settore, quella che sanziona la “guida pericolosa” indipendentemente dalla reale produzione di un danno.

Così come, crescendo, abbiamo capito che non si può “studiare da sei”, oggi, da adulti, dobbiamo capire anche che non si può “armarsi poco e compiere poche stragi” né si è disonesti solo “dopo i due anni di carcere”.