VIAGGIO (in auto) IN ITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Dicembre, 2012 @ 8:02 am
Johann Volfgang Goethe, autore di “Viaggio in Italia”

Detto altrimenti: viaggio in … in alcuni comportamenti “italiani” (ma Goethe non viaggiava in  automobile, altrimenti …)

Leggo un giallo di un autore svedese. Un passo: “Mi recai a casa del mio amico. Avevo fretta. Guidai velocissimo, sperando che nessun automobilista segnalasse la mia auto alla polizia”. Già, perché evidentemente in Svezia i cittadini fanno anche questo: aiutano la polizia della strada a far rispettare le regole. E noi? Ieri percorrevo la Riva del Garda – Rovereto. In senso opposto un’auto, superando la mezzaria continua, sorpassa una fila di auto. Io freno, e reprimendo una protesta istintiva  non lampeggio per non creare un ulteriore elemento di tensione e difficoltà, mi accosto a destra, rallento, agevolo il suo sorpasso semi-delinquenziale (o forse anche senza quel semi-). Non credo che nessuno abbia segnalato il fatto alla polizia. E poi, anche se fosse …

Della “prassi” di chi in autostrada, sopraggiungendo a 180 kmh, ti tallona, impaziente che tu sparisca dalla faccia della terra, ti vaporizzi, per lasciarlo “libero” di esprimere la sua “virilità” ho già parlato in precedenti post.

Più d’una volta ho assistito alla donazione spontanea da un automobilista in uscita da un’area di parcheggio ad altro automobilista in entrata nella stessa area, di un tagliando di sosta oraria (non cedibile) non ancora scaduto …

In una stazioncina dei bus extraurbani della nostra provincia, in una località turistica: cartelli con gli orari strappati, bottigliette e lattine vuote “depositate” ovunque tranne che nell’apposito bidoncino.

Una persona di mia conoscenza ha il padre invalido. Ha il contrassegno per la circolazione, la sosta ed il parcheggio dell’auto che lo trasporta. E’ solita prestare tale contrassegno a persona non avente diritto, ma “Stia attenta, mi raccomando …”. E dire che quella persona è istruita, educata, equilibrata, rispettabile e rispettosa. Ma tant’è …

Qualche anno fa … da Trento al Manghen

Ecco, mi fermo qui. Cheppalle, dirà qualcuno! Che gli è preso ‘sta mattina al blogger? Che fa, le crociate? Eh no, amici miei, la riflessione è più profonda. Prima di scalare le montagne, occorre fare tanta palestra di roccia. Prima di affrontare salite importanti con la bicicletta (nella foto, il Passo del Manghen, io sono “blu”), occorre farsi le gambe per qualche anno, e poi, ogni anno, fare prima 2.000 km di pianura. Prima di fare il Direttore Generale o l’Amministratore Delegato  di una spa, occorre essersi formati come impiegati, quadri, funzionari, dirigenti etc. (a meno di essere figli di papà o della politica, ed allora questi passaggi si saltano a piè pari). Vi parlo a ragion veduta, perché io questi tre allenamenti li ho fatti, tutti.

Ecco, avete capito. Noi Italiani dobbiamo allenarci, tutti, nella palestra della vita civile, sociale e del lavoro ben più di quanto non stiamo facendo adesso. Iniziando dalle piccole (?)  cose del vivere quotidiano. Ne trarremo vantaggio, tutti, nelle grandi cose della Politica, cioè nelle azioni di chi si occupa del “Bene Comune”. Perché e come? Perché noi stessi, crescendo, saremo migliori e nel frattempo sanzioneremmo con la nostra indignazione eventuali deviazioni alle quali invece oggi, purtroppo, troppo spesso ci mostriamo assuefatti. Ad iniziare dal non riprendere chi getta una cartaccia per terra … e per finire col condannare e soprattutto col  far condannare chi con i denari pubblici  si concede cene private da centinaia di euro e  altri “particolari” utilizzi milionari, magari “ a sua insaputa”!