TECNICHE AZIENDALI E DI GOVERNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2013 @ 3:36 pm

Detto altrimenti: anche per il Governo della nazione, prendiamo ciò che c’è di buono … ovunque esso si trovi …

… anche dalle tecniche di gestione aziendale. Io ho “governato” molto, solo SpA e nelle SpA si fa così:

Il primo anno di vita si redige un Piano Strategico, il quale deve essere aggiornato se cambiano rilevanti condizioni di contorno (crisi economica nazionale o europea, nuove leggi agevolative o restrittive, importanti mutamenti del mercato, etc.). Si tratta di un documento di poche pagine, che traccia le linee fondamentali dell’azione della Spa, che deve essere sempre aggiornabile e aggiornato.

Su questa base, il primo anno si redige un Piano Pluriennale (ad esempio triennale) e quindi lo si aggiorna di anno in anno: per questo il Piano si chiama “scorrevole”. Esso è basato su “stime” cioè su ipotesi ancora abbastanza incerte (chi può prevedere il futuro?).

Su questa base ogni anno si redige il Piano annuale (budget). Esso è basato su “previsioni” cioè su dati previsionali abbastanza certi.

Su questa base di redigono i report mensili e semestrali: ognuno di essi, con i dati di consuntivo e la proiezione a fine anno (“previsioni”). Questi dati si confrontano con il budget, che rimane immutato.

Su questa base, verso la fine di ogni anno (ad esempio a novembre) si redige il pre-consuntivo, cioè una previsione di chiusura dell’esercizio molto, molto verosimile. Questi dati si confrontano con il budget, che rimane immutato.

Dopo la fine dell’anno, sui redige il consuntivo dell’anno trascorso. Questi dati si confrontano con il budget, che è rimasto immutato.

Il primo obiettivo di ogni SpA è innanzi tutto la formulazione un budget attendibile. Quindi se il risultato finale è molto peggiore o anche molto migliore del budget, ciò significa che si è sbagliato almeno una volta: nella redazione del budget. Il secondo obiettivo è il pieno raggiungimento del budget. Né più, né meno.

I dati di budget? ve ne elenco alcuni: l’ordinato (gli ordini acquisiti); il fatturato; l’incassato; i costi ed i ricavi finanziari; i costi del personale; il livello delle spese generali; l’andamento del margine positivo (utile) o negativo (perdite).

Orbene, supponiamo di non avere sbagliato a fissare il budget dell’anno. Per raggiungerlo ogni bravo Capo Azienda deve avere alcune soluzioni: quella adottata, una di riserva se la prima non va bene, una di riserva se non va bene nemmeno la seconda, e così via. Infatti il “padrone” della Società, l’Azionista, in sede di Assemblea deli Azionisti, gli potrà sempre dire: “Io ti pago perché tu fissi un budget credibile e perché tu lo raggiunga. Il resto è un problema tuo. Io ti giudicherò dai risultati”.

Vedete bene quanto si programma e controlla una spa, anche se di piccole dimensioni. Mi domando: quanto di più potrebbe/dovrebbe essere fatto nei confronti di quel grande Sistema Societario e Sociale che è il nostro Paese?

Passiamo all’azione di governo con un esempio concreto: la Questione ILVA. Il Governo ha operato in modo da consentire la prosecuzione della produzione, in parallelo alla sistemazione dei problemi ambientali, nonostante il divieto della Magistratura Ordinaria, la quale invece aveva apposto sigilli, sequestrato semilavorati etc.. La Magistratura ordinaria è ricorsa alla corte Costituzionale sollevando il problema del conflitto di interessi fra due poteri dello Stato, quello esecutivo e quello giurisdizionale.

Mi domando: il capo Azienda (Governo) ha comunque pronta la soluzione da adottare soprattutto per l’ipotesi che sia accolto il ricorso della Magistratura Ordinaria che vuole bloccare la produzione? Oppure in tal caso ci sentiremo dire: “Che volete, tutti noi medici abbiamo operato bene, nessuno ha colpa se il paziente è morto”?

In miei post precedenti ho ipotizzato una soluzione. Noi non possiamo né dobbiamo accettare di essere messi di fronte alla scelta fra due mali: eliminare posti di lavoro (con il blocco della produzione) o sacrificare la salute dei cittadini (con la prosecuzione della produzione). Tertium datur, esiste una terza soluzione: Lo Stato espropri l’azienda, la paghi ai suoi attuali proprietari a valori di mercato al netto delle somme necessarie a risarcire i danni procurati, ad adeguare gli impianti ed a pagare il personale costretto a casa in questo frattempo. Il prezzo potrebbe essere pagato con Titoli del Debito Pubblici Serie Speciale ILVA Irredimibile 2%.