OPEN BLOG: Raffaella domanda …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2013 @ 12:47 pm

Detto altrimenti: incontro con una lettrice che pone alcune domande. Open blog funziona! Grazie lettori!

Il saluto a fine riunione

Il 9 gennaio scorso vi avevo proposto di arricchire il blog con la sezione Open Blog, cioè con uno spazio a diretta disposizione dei lettori: una lettrice (Sara) mi ha inviato un suo post, già pubblicato il 13 c.m. (dal titolo “Si fa presto a dire giovane coppia”), che vi invito a commentare. Un’altra lettrice, Raffaella, mi ha chiesto un incontro per chiedermi alcuni chiarimenti. Il che è avvenuto ieri, 14 gennaio 2013, presso al libreria-Bar Il Papiro di Via Galilei, in Trento. Raffaella è insegnante di inglese e non “mastica” molta economia politica e politica economica. Ed è proprio questo l’aspetto rilevante dell’iniziativa: l’avere suscitato l’interesse alla conoscenza anche da parte di chi non è addetto ai lavori (oltre che il dare spazio a post “altrui”, ovviamente, come nel caso di Sara). Quindi, in questo secondo caso (caso “Raffaella”) ben più delle mie risposte, che in questa sede sono rese in forma sintetica rispetto a quelle fornite a voce (infatti esse si trovano già all’interno di miei molti post) sono importanti le domande che mi sono state rivolte.

(in neretto le domande di Raffaella)

Vi sono analogie fra il governare una spa e governare il paese?

Alcune analogie ci dovrebbero (“dovrebbero”) essere: per esempio in una SpA si segue una programmazione pluriennale scorrevole, che si sviluppa in modo di norma uniforme, continuo, nonostante l’avvicendarsi del Presidente, il che dovrebbe avvenire anche per il paese, nonostante l’avvicendarsi dei governi, almeno sui temi fondamentali, quale, ad esempio, il tema dell’occupazione. Ma l’analogia più importante che dovremmo riscontrare è che in una SpA l’Amminstratore deve sempre avere una soluzione di riserva. Nel Paese, cosa succederà invece dopo che la Corte Costituzionale si sarà pronunciata sul futuro dell’ILVA? Qual è la soluzione che il governo dovrebbe avere pronta per non sacrificare né i posti di lavoro né la salute dei cittadini? E poi, il Paese non ha come obiettivo principale l’utile economico. Ciò dovrebbe essere anche in una SpA, nella quale l’obiettivo principale dovrebbe essere la crescita delle persone che vi operano, pur all’interno di un pareggio e/o di un utile economico.

E’ l’economia che condiziona la politica o viceversa? Cioè, l’economia determina la politica o viceversa?

La politica, anzi, la Politica  dovrebbe avere come obiettivo la ricerca e la realizzazione del “bene comune”. Una “buona” economia è solo una delle tante componenti del bene comune. Infatti la Politica dovrebbe avere anche altri obiettivi: la pace, l’equità sociale, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, la conservazione della natura, la cultura, etc.

La green economy ha un futuro?

Si, nel medio periodo. Deve essere il nostro nuovo, diverso, più idoneo e aggiornato  modello di crescita. Gli effetti del deterioramento e dell’inadeguatezza dell’attuale modello di crescita ormai non sono più “segnali” ma effetti, anzi, pesanti effetti. L’economia deve coniugarsi con l’ambiente e con il sociale. Deve farlo. Se non “per amore”, per forza, costretta dagli eventi.

E’ prevedibile una regressione della globalizzazione?

Globalizzazione: dell’informazione, e mi sta bene. Della produzione, come avviene attualmente da parte di paesi che non rispettano diritti umani e civili, norme ambientali e della sicurezza sul lavoro, e non mi sta bene. Non ancora – purtroppo – globalizzazione  dei consumi, che invece mi starebbe bene, nel senso che oggi purtroppo solo pochi consumano e molti no, perchè non se lo possono permettere. La globalizzazione della produzione potrà essere fermata, a vantaggio di tutti i popoli, se tutti gli Stati adotteranno le stesse regole a tutela di diritti sopra citati e dell’ambiente. Gli USA e gli Stati Uniti d’Europa potrebbero allearsi e imporre questo al “resto del mondo”.

Che mi dici della crisi delle banche?

Non “delle banche” ma la crisi “nella quale” ci hanno condotto le banche!

In USA hanno acecso le polveri dell’esplosione della bolla finanziaria,  con i pacchetti di mutui sub prime, concessi cioè anche a chi non aveva i requisiti, ceduti poi a cascata da una banca all’altra, sempre con un margine di utile per ogni banca, sino all’ultima che ha cartolarizzato i mutui vendendo le quote di credito a tanti risparmiatori. E quando i debitori hanno iniziato a non pagare le rate, i mutuatari hanno perso la casa e i risparmiatori i loro risparmi. In Italia, anche a seguito del passaggio (errato) dalla banca specializzata alla banca universale, le banche hanno iniziato a fare finanza, cioè a rischiare in proprio, generando forti utili nel brevissimo termine (ed elevatissimi stipendi e premi per il loro top management!) e fortissime perdite nel medio periodo. Per salvarle sono state aiutate dai cittadini stessi che hanno versato denari (tasse) agli Stati che hanno versato denari all’UE e alla BCE che hanno versato denari alle banche. In poche parole: per salvare i miei 100 euro di deposito ho dovuto essere tassato di 20, 30, 50. Cioè, me lo son o salvato da solo, il mio rispermio! E fino a quando stra-pagheremo il top management bancario “per fare danni” costoro non si preoccuperanno certo di operare diversamente.
Recentemente in USA i repubblicani stanno finalmente condividendo la politica dei democratici, di “splittare” le grossissime banche (to big to fail; e i loro capi, to big to jail), e cioè di frazionarle in tanti organismi specializzati: infatti se le grandi dimensioni possono essere controllate, le interconnessioni sono ingovernabili.
In Italia si è fatto qualcosa a livello di incompatibilità di cariche fra top management bancari e top management assicurativi, ma occorrerebbe tornate al “vecchio” sistema della banca specializzata (che opera sul breve termine commerciale, o sull’edilizia, o sul fondiario, o sull’industriale, o sulla finanza o etc. ): infatti oggi che le nostre banche ricevono “regali” dalla BCE dicono: “Noi, benchè alimentate dalla BCE, non possiamo prestare denaro a medio termine (mutui alle giovani coppie) perché i “regali” della BCE sono a breve termine”. Ecco dimostrato che o sei banca a breve (raccogli denaro a breve termine e lo investi a breve termine) oppure sei banca  a medio termine. Altrimenti il meccanismo non funziona, lo ammetti tu stessa! (Tuttavia oggi non investi nemmeno a breve termine!)

Hanno senso gli Stati Uniti d’Europa?

Si è logorato il fascismo. Si è logorato il comunismo. Si è logorato il berlusconismo. Si è logorata la “democrazia statale”. Si è logorato il concetto di Stato nazionale. Gli attuali Stati europei dono ormai, già di fatto, Regioni dell’Europa. E le attuali Euregio già esistenti ne sono  un’anticipazione. Solo occorre fare un ulteriore passo, arrivare alla creazione degli Stati Uniti d’Europa. Ciò  potrà consentire il necessario accordo con gli USA per imporre al resto del mondo che qualsiasi relazione (commerciale, industriale, bancaria, finanziaria, etc. ) con loro sarà possibile solo se adotteranno le nostre regole su evasione fiscale, finanza, banca, diritti umanii e civili, rispetto dell’ambiente, parità religiosa, etc..

Ma non ti sembra lungo questo percorso?

Se continuiamo ad intervenire con singoli interventi, si, ma se una persona, uno Stato si facesse carico di disegnare il modello “integrale” degli Stati Uniti d’Europa e lo proponesse alla discussione di tutti gli altri stati, potremmo accelerare di molto i tempi. Per fare questo occorrono politici in grado di volare alto, svincolati da interessi personali e dalle singole percezioni sensoriali del contingente, che operino dall’alto di una visione d’insieme. Per il bene comune dell’Europa.

I tempi del parlamento e del governo, delle pubbliche amministrazioni locali non sono troppo lunghi?

Si. basterebbe “copiare” da chi fa meglio di noi, ad esempio dall’Austria, paese nel quale l’autorizzazione a costruire un capannone industriale viene data o negata in sette giorni non in due anni come da noi. E non solo i tempi altrui, dovremmo copiare. C’è ben altro …

Che ne pensi della patrimoniale?

Il problema è male impostato, perché comunque la pagherebbe solo chi già paga le tasse, sempre che non “fugga all’estero”. Occorre invece uniformare i sistemi fiscali europei ed USA e riscalettare le aliquote con nuovi più rilevanti sgravi decrescenti a partire dal livello più basso di reddito e nuovi più rilevanti aggravi decrescenti a partire dal livello più alto di reddito.

Grazie, Riccardo …

I … I  thank you very much indeed, Raffaella …  for reading my blog and being here!