LADRI DI BICICLETTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2013 @ 6:28 pm

Detto altrimenti; come prima, più di prima … ruberò …

1948

1948: “Ladri di biciclette”, film di Vittorio De Sica
1958: “Come prima, più di prima”, canzone di Tony Dallara
2012: Furti di biciclette.

Il furto di biciclette è un furto “facile” per quattro motivi: 1) L’ “offerta”? E’ ricca, bici ovunque; 2) Gli investimenti necessari? Basta un tronchesino; 3) Il rischio d’impresa? Basso. E’ difficile essere colti in flagrante; 4) Il mercato dello smercio? Ricchissimo, ogni città ha la su Porta Portese.

I numeri? Nel 2012 vendute i Italia 1.750.000 bici contro 1.748.143 auto immatricolate. Inoltre 200.000 bici rimesse a nuovo dai proprietari. 1.200.000 furti subiti (dato stimato, poiché il 70% dei derubati non denuncia il furto alla polizia). E tralasciamo il furti parziali di sellini, ruote etc..

Olanda: cfr. il mio post del 28 febbraio 2012 ore 14.47. Fatto? Allora proseguiamo pure. In Olanda la polizia dissemina le strade di bici-civetta dotata di sistema di posizionamento satellitare Gms. Il ladro la ruba, viene trovato ed arrestato.

A Milano i furti sono aumentati da 7.500 a 11.000 l’anno. Valutando ogni bici circa €150 (per stare bassi) risulta un valore rubato di 200 milioni di euro.

2012

Roma conta circa 450.000 ciclisti fra abituali ed occasionali.

A Genova la polizia intercetta camion carichi di bici rubate pronte per l’esportazione oltremare.

I derubati, dopo un paio di volte, si demoralizzano e si comportano come segue: 1) utilizzano bici super scassate, non appetibili, insicure e così facendo deprimono il mercato legale; oppure 2) acquistano bici di dubbia provenienza, e così alimentano il mercato illegale.

Quando poi le bici rubate sono recuperate, ed avviene nel 50% dei casi, è difficile identificare il proprietario.

Si stanno creando archivi, sistemi di identificazione, etc. ma qui in Italia pare che sia la sagra dei formaggi italiani: ne produciamo centinaia di tipi, tutti ottimi, ma manca un’unica regia per la creazione del marchio italiano (a differenza di quanto succede in Francia, per i formaggi intendo). E allora? ecco che il problema può e deve diventare “politico” nel senso di stabilire delle norme di legge che regolino la materia della marchiatura etc. del parco bici, con la creazione di un unico archivio nazionale centralizzato per la identificazione delle bici, rubate o meno. Oltre ad adottare alcuni sistemi “civetta” come fatto in Olanda. Il problema esiste. Dobbiamo trovare una soluzione.