Banche: forti utili di breve periodo divorati da fortissime perdite a medio termine. Quasi scomparso il credito a famiglie e imprese

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2012 @ 8:37 am

Detto altrimenti: chi dobbiamo ringraziare?

Le banche avrebbero dovuto investire nell’economia vera il denaro raccolto presso i risparmiatori. Invece hanno investito nella finanza speculativa. In altre parole; le banche hanno “giocato al casinò”, tanto, anche se perdono, noi tutti, tramite gli Stati, copriamo le loro perdite con la ricapitalizzazione (aumenti di capitale “anche” a copertura perdite). Mica possiamo permetterci che falliscano, travolgerndo tutti i nostri risparmi e distruggendo uno strumento indisopensabile allo sviluppo economico … mica possiamo … “Forti” di ciò, le banche hanno acquistato titoli pubblici e titolo derivati (vedi il mio post del 4 gennaio) che davano ottimi rendimenti nel breve periodo ma rischiosissimi a medio termine. Nel fare questi investimenti si sono ben guardate dall’applicare le severe norme di cautela alle quali si attengono quando prestano denaro alle imprese “vere”. Dicevano che lo facevano per venire incontro alle esigenze degli Stati, dicevano …. In parte sarà stato anche vero, ma non si è trattato certo nè di beneficienza, nè di far guarire il malato, quanto piuttosto di dargli un antidolorifico momentaneo  facendoglielo pagare salato, cioè esigendo rendimenti alti, speculando sulla sua malattia: multa paucis (lingua latina), molti rendimenti con poco sforzo. Ma … dura minga (dialetto milanese) … infatti, come era prevedibile, il malato si è presto aggravato e le banche con lui. Ed ecco che il malato stesso, costretto a pagare comunque il proprio medico che a sua volta sarebbe fallito e come tale avrebbe causato danni gravissimi ai suoi molti clienti “minori” (i risparmiatori), emette altri titoli di debito pubblico ed altra carta moneta e la spirale diventa micidiale. Dal casinò al … al …. basta che leviate l’accento!

"In banca avevate chiesto chiesto un fido? Eccomi! "

Chi dobbiamo ringraziare per tutto ciò? Sicuramente anche i supermanager di banche e delle agenzie di rating. Ora le cose stanno cambiando. Infatti, per far vedere che hanno capito, le banche (cioè quelle stesse persone) stanno limando i loro stipendi o licenziando alcuni loro colleghi (ir)responsabili dell’accaduto, con decine di milioni di euro di buonuscita. Dice … sapete, si tratta di diritti acquisiti … Nel frattempo hanno appeso un cartello alla porta. “Non si fa credito a famiglie e imprese”

Su La Stampa, “Primo piano”, 15 gennaio 2012 pag. 16, si riporta che Giuseppe Mussari, Presidente dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana, ha invitato per lettera le banche aderenti a moderare le retribuzioni dei top manager “in una logica di equa distribuzione e di sostenibilità complessiva delle misure imposte dalla congiuntura”…. invocando “sistemi di remunerazione equilibrati, in linea con le strategie e gli obiettivi di medio e lungo periodo e strettamente collegati con i risultati aziendali, con particolare riguardo al personale più rilevante ed ai c.c. risk takers” (assuntori di rischi, n.d.r.), …indirizzando le politiche retributive verso la moderazione … Riterrei opportuno le predette figure apicali partecipassero allo sforzo con il 4% della loro retribuzione fissa”.

L’Adige del 21 gennaio 2012, pagina 8, riporta che gli azionisti forti di una primaria banca italiana stanno per sottoporre a verifica il top management di livello immediatamente inferiore all’ Amministratore Delegato, rispetto alle loro scelte gestionali e risultati positivi e negativi maggiormente rilevanti. E’ già qualcosa. Infatti si parla di verificare i risultati di medio e lungo periodo, non più solo quelli a breve. Infatti anche recentemente quella stessa banca ha “premiato” un suo top manager con una buona uscita da capogiro per risultati realizzati nel breve periodo, senza considerare che, dopo un anno dalla sua uscita, i risultati a medio termine avrebbero potuto essere, come poi sono stati, catastrofici.