DE JUSTITIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Gennaio, 2013 @ 5:40 pm

Detto altrimenti: le parole sono pietre, usiamole appropriatamente

Ma no che non è così, scherzavo …

Giusto. Justum, secundum jus, secondo la legge. Quale legge? Basta intendersi: Morale, Divina, Umana, dei Privati? La legge morale è laica e precede di 1850 anni la venuta di Cristo. Infatti il Codice di Hammurabi recita: “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a te”. Cristo ha testimoniato questa stessa morale che probabilmente Lui stesso aveva reso immanente al genere umano. Quindi la legge morale ha molti sponsor: credenti e non credenti. La legge umana … quella nazista, ad esempio … la strage degli Ebrei era “giusta” secondo la legge nazista. Cosa fare oggi di fronte ad una legge degli uomini ingiusta secondo la morale, come ad esempio l’attuale legge elettorale, il cosiddetto Porcellum? Non la si deve violare: la si deve cambiare. La legge dei privati? Di fronte ad uno sportello pubblico si fa la coda ordinatamente uno dietro all’altro, sono ammessi aggiramenti sulle ali: “Non è giusto! Lei è arrivato ben dopo di me ed ora vuole scavalcare la coda!”

Giustizialismo. Storicamente definiva la politica argentina dei descamisados di Peron. Oggi, in Italia, si è perso quel collegamento e la parola indica chi appoggia senza riserve l’azione della magistratura contro la corruzione “ anche a scapito delle garanzie individuali del cittadino”. Ora mi permetto di osservare: non si comprende come al cittadino possa essere “garantito” la garanzia individuale di corrompere o di essere corrotto impunemente.

Fare giustizia. Normalmente si intende “giudicare e quindi assolvere o condannare”. Per altri più modernamente si intende “creare un ambiente giusto, creare persone giuste, fare sì che il sistema sia giusto, anche senza processi, assoluzioni e condanne, bensì attraverso comportamenti giusti”.

Giustiziare. “Il commando dei sequestratori ha giustiziato l’On. Moro”. Due errori. Quel gruppo di persone non era un “commando”, termine che dobbiamo riservare a gruppi di militari ben addestrati, impiegati in missioni assai rischiose, che agisce secondo il diritto dello Stato di appartenenza e del diritto internazionale. Quello in questione era una banda di assassini. E poi l’On. Moro non è stato “giustiziato” ma “ingiustiziato”, cioè trucidato.

Autorizzazione a procedere (o arbitraria sostituzione nel giudicare?). Si dice: se un parlamentare è sono accusato di un reato/delitto, occorre l’autorizzazione a procedere da parte del parlamento, che dovrebbe limitare la sua valutazione al fatto che l’accusa sia eventualmente strumentale per impedire la sua azione politica. Cioè, i suoi colleghi parlamentari non sarebbero legittimati dalla legge ad esprimersi sul merito (“il collega ha commesso o meno il fatto contestatogli”), né in diritto (“il fatto contestatogli non è un reato/delitto”). Invece le motivazioni della mancata autorizzazione a procedere spesso sono proprio di quel tipo. Il parlamento si sostituisce ingiustamente (contra jus) al giudice naturale.

Incandidabilità al Parlamento. Se una persona è accusata di un reato/delitto o se è stata condannata in primo grado di giudizio non dovrebbe essere candidabile, perchè innanzi tutto occorre “essere” onesti e irreprensibili. In secondo luogo occorre anche “sembrare” tali. In terzo luogo, chi sta subendo accuse e processi, non è sereno nell’adempimento del suo dovere. Uno sguardo all’estero. Nel mondo anglosassone e in Francia, per molto meno la persona si autoesclude dalla politica. Chi non si ritira dalla competizione elettorale è ingiusto secondo la legge morale.

Procedibilità e punibilità. Processo contro un giovane. Si procede, si accerta il reato, si dovrebbe irrorare la sanzione “ma”. Ma nel frattempo sia accerta che il giovane imputato è più che minorenne e come tale per quel reato (accertato in sede di procedimento) non è punibile. Un parlamentare reo di un reato è punibile, ma se viene negata l’autorizzazione a procedere, appunto, nei suoi confronti manca la procedibilità. E’ ingiusto confondere le due condizioni di punibilità e di procedibilità.