COME VORREI CHE FOSSE IL NOSTRO FUTURO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Febbraio, 2013 @ 7:37 am

Detto altrimenti: se io fondassi un partito … (ma non lo farò, state tranquilli!)

Un mio amico tedesco, uno storico che lavora in Italia, mi ha raccontato questa storiella: “Lo sai qual è il paradiso e qual è l’inferno? Il Paradiso è il posto nel quale gli amanti sono italiani, i cuochi francesi, gli ingegneri tedeschi, i poliziotti inglesi, tutto organizzato dagli svizzeri. L’inferno è il posto nel quale gli amanti sono svizzeri, i poliziotti tedeschi, gli ingegneri francesi, i cuochi inglesi, tutto organizzato dagli Italiani”.

Grecia: malissimo. Spagna: male. Italia, male avviati. Francia: inizia ad avere problemi. In crisi le acciaierie di Florange (630 lavoratori a rischio), la Peugeot-Citroen (-11.000 dipendenti entri il 1014), la Renault (- 8.200 entro il 2016), la Goodyear di Amiens in crisi (Taylor, Amministratore Delegato della americana Titan, invitato ad acquistare la francese Goodyear, dopo averne visitato gli stabilimento, sentenzia: “Noi compreremo una ditta cinese o indiana ed esporteremo pneumatici in Francia”). Germania: a parte la VW, è iniziata la “diminuzione della crescita”. Inghilterra: si avvia a prendere il posto della Svizzera quanto a “discrezione bancaria e finanziaria …” (veramente “perfida”, questa Albione!).

Una ex badante di mia suocera, rumena, dopo dieci anni di lavoro in Italia, a un passo dal conseguimento della cittadinanza italiana, dopo avere imparato l’Italiano benissimo (“Rika, se lo sapevo non venivo” … come si dovrebbe dire?” Risposta: “Se lo avessi saputo non sarei venuta”), lascia il lavoro in una pasticceria italiana e torna a lavorare in Romania, in quanto ritiene di avere maggiori prospettive di crescita (!).

I Cinesi sono proprietari del 40% delle aziende di abbigliamento nel veneto. La Cina sta aprendo una filiale della Bank of China ed una Agenzia Cinese di Rating a Milano per acquisire le nostre imprese  …

La morale che ne traggo è la seguente: se io fossi … opererei su due fronti:

Le stelle le abbiamo. A quando le nostre strisce?

 

1) Farei il massimo sforzo per giungere agli Stati Uniti d’Europa, e quindi raggiungere un accordi con gli USA per gestire unitariamente i rapporti con il resto del mondo, sulla base della imposizione a tutti del rispetto dei diritti umani e civili, delle regole sulla sicurezza ed equa retribuzione del lavoro, della salvaguardia ambientale, dell’equa distribuzione (e non “distruzione”) delle risorse alimentari, del disarmo e del risparmio energetico, di una corretta politica fiscale, finanziaria e bancaria.

 

 

 

2) Cambierei il modello di sviluppo italiano come segue (elenco esemplificativo, non esaustivo):
a. cercherei di “copiare” i modelli gestionali europei che funzionassero meglio dei nostri;
b. valorizzerei soprattutto ricerca, innovazione, istruzione pubblica ad ogni livello;
c. non investirei in mega progetti (TAV, mega spese militari) bensì nel turismo, nella cultura, nell’arte, nel design, nella mini agricoltura di nicchia e diffusa;
d. finanzierei lo start up di decine di migliaia di neo cooperative di giovani in agricoltura, turismo e gestione di siti naturalistici ed archeologici;
e. investirei nella creazione di “marchi nazionali” per prodotti nazionali riclassificati e riaccorpati in categorie significative (al pari di quanto avviene per i formaggi francesi, tanto per fare un esempio);
f. farei lotta aspra alla corruzione, alla evasione ed alla elusione fiscale;
g. ridimensionerei tutte le mega retribuzioni/stipendi/bonus pubblici e privati e loro cumuli;
h. equiparerei i vari fondi pensione;
i. riscriverei la riscalettatura delle aliquote fiscali con sconti decrescenti a partire dalle fasce di reddito basse verso le fasce alte, e sconti crescenti a partire dalle fasce alte verso le fasce basse;
j. ridurrei i costi della Pubblica Amministrazione, equiparando il contratto di lavoro pubblico a quello privato ed inserendovi la meritocrazia;
k. ridurrei drasticamente i costi e la remunerazione della politica;
l. inserirei rigidissimi requisiti morali per chi vuole occuparsi della cosa pubblica.

I had a dream … ho avuto un sogno … infatti ora sono le sette di mattina, mi sono svegliato, mi sono messo al computer ed ho scritto questo post che ho pubblicato subito dopo ….

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.