IL FINANZIAMENTO DEI PARTITI … E DELLA POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Febbraio, 2013 @ 8:00 am

Detto altrimenti? Avrete notato il titolo: “finanziamento” e non “finanziamento pubblico”. Già perché occorre esaminare l’intero problema, non solo una sua componente. E poi, finanziamento dei partiti “e” finanziamento della politica. Allora, iniziamo con ordine.

1 – Finanziamento dei partiti

Qualche differenza di cassa? Ripiano io, niente paura …

 

Finanziamento pubblico. Un referendum lo aveva abolito. Il Parlamento ha introdotto il “rimborso” delle spese elettorali, che poi si è rivelato la via per una serie di furti  e abusi. Dice … aboliamolo. Già, ma in tal caso sarebbero agevolati i partiti che hanno un capo ricco. Dice … ma noi abbiamo vinto a costo zero, abbiamo dimostrato che si può fare politica e vincere anche senza quei rimborsi. Ho capito, ma resta la possibilità per gli altri, quelli con il capo ricco, di copiarvi ed in più e (in più, ecco la differenza) di avvalersi dei finanziamenti privati del capo ricco ….

 

 

 A proposito, come stanno andando le inchieste sui controlli di tutti (tutti) i tesorieri di tutti (tutti) i partiti politici? E’ un po’ che non se ne sa più nulla … non vorrei che capitasse come con il libri: tutti siamo concentrati sulle ultime uscite editoriali, abbiamo piacere di essere aggiornati sugli ultimi libri usciti … assai più difficilmente andiamo in libreria a comperare libri usciti da tempo … ma invece … vedrai che la magistratura non disdegnerà di analizzare il trascorso … dai, vedrai che non è così!).

Bisogna avere “Fides” in Lui … anzi no, fidejussioni da Lui

E il finanziamento privato? Ricordo perfettamente che qualche mese fa udii alla TV il segretario (si chiamava Al …bano, Al … cano … o qualcosa di simile … comunque ricordo che era un avvocato) di un partito che ha il capo ricco affermare che il suddetto capo rilasciava fidejussioni personali alle banche le quali concedevano fidi al partito anticipando  i “rimborsi” che poi sarebbero arrivati dalle casse pubbliche, conferendo in tal modo un vantaggio competitivo a quel partito rispetto agli altri, a quelli con il capo non-ricco. Ora … non è un caso che proprio il capo ricco di un partito, abbia affermato (v. post del 17 gennaio 2013 ore 13,39) “Abolirò il finanziamento pubblico dei partiti”, in ciò emulato (o è lui che ha emulato gli altri?) dai nuovi emergenti vincitori stellari.

 

Io come la penso? Nel post appena citato scrissi che solo gli stupidi non cambiano mai idea. Bè, io la sto cambiando per la seconda volta, quindi troppo stupido non dovrei essere. Riepiloghiamo: in un primo tempo ero contrario al finanziamento pubblico dei partiti; poi sono stato favorevole, per evitare di attribuire il citato vantaggio competitivo. Ora sono  “contrario purchè”. Purchè cosa? Direte voi. Purchè al contempo si regoli molto rigorosamente anche il finanziamento privato ai partiti. Altrimenti “saria pezo ‘l tacon del bus” , sarebbe peggio la pezza del buco che si vuole tappare … per dirla in dialetto trentino …

2 - Finanziamento della politica

 a) diretto

305.000? Ah già … io  me ero addirittura dimenticato … chevvoelte chessiano …

Erogazioni di denaro “fuori scala” ai politici insediati: stipendi,  buonuscite (per il reinserimento nel mondo del lavoro, anche a chi non si deve reinserire: al Signor Mastella sono stati pagati €305.000  per il passaggio dal parlamento nazionale al parlamento europeo!). Ricche pensioni dopo un paio d’anni di “servizio”. Tutto esentasse. E poi benefit incredibili: gira in internet un elenco scandaloso … no, scusate, non è l’elenco ad essere scandaloso … sono i benefit elencati ad esserlo, quali i rimborsi per la chirurgia estetica dei familiari o il mutuo a tasso agevolato (all’1% circa).

 

 

b) indiretto

Un “Profumo” carissimo: 80 miliardi di lire!

La politica influisce (rectius, determina) sulle nomine ai vertici delle SpA pubbliche e delle banche. Spa pubbliche e banche deliberano emolumenti e buonuiscite “fuori scala” in favore del loro top managemet e amministratori. Si tratta di ordini di grandezza di decine di milioni di euro. Forse l’opinione pubblica non se ne è resa del tutto conto perchè si usa la parola “milioni”, e tutto sommato, ai “milionari (in lire) siamo da tempo abituati. Ma come avreste reagito di fronte alla notizia che ad un Presidente di una banca (Unicredit, per non fare nomi) sono stati elargiti 80 miliardi di lire di buonuscita? Dice … ma si tratta di SpA di diritto privato, loro decidono in autonomia … eh no, signori … spa di diritto privato che svolgono una funzione pubblica, regolata dalla banca d’Italia, spa di diritto privato sovevnzionate e salvate dallo Stato e dall’Ue, cioè dai nostri soldi!

Il presidente INPS, futuro pensionato INPS

Spa pubbliche, si diceva. Ed anche Enti pubblici. L’INPS, ad esempio. E’ equo che il suo Presidente percepisca €1.200.000 l’anno di stipendio? O che il capo della nostra polizia sia pagato il triplo del capo dell’FBI? O che chi ha provocato perdite enormi in FS e Alitalia se ne sia uscito miliardario (in lire)? O che … o che … l’elenco sarebbe troppo lungo, ve lo risparmio … Quindi vedete bene che se una barca ha dieci falle, non serve tapparne bene una o due: occorre tapparle tutte, altrimenti … è tutto lavoro inutile: l’affondamento sarebbe solo ritardato, non evitato.

 

La priorità n. 1 (uno): ridurre le tasse. Altro che questione morale …

Ma no … un capo partito … si chiama Bertani, Berzani … qualcosa di simile, non ho sentito bene, ieri alla TV ha iniziato l’elenco delle priorità ponendo al primo posto la “Questione Morale”. Giusto, bene, bravo! E’ la prima cosa da fare, risolvere la Questiome Morale. Subito dopo però un’esponente di un’altro partito … aveva il nome di una santa … S. Anchè … mi pare proprio così, “Anchè”, che nome strano … ha replicato che non si deve perdere tempo con questioni simili, che “bisogna essere concreti, che occorre abbassare le tasse, quello sì che è un problema … ”

 

 

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.