IL GIORNO CHE DURÒ VENT’ANNI (marcia su Roma, 1922)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Febbraio, 2013 @ 4:10 pm

Detto altrimenti: è il libro di Antonio Dipierro (Dipierro, non è un errore del correttore automatico del computer!) di cui ho scritto il 10 febbraio scorso (se volete potete ritornare a dare un’occhiata a quel post) … .. e che qui riprendo per sottolineare un aspetto.

 

 

1) Fino all’ultimo, in previsione e durante la marcia su Roma, Mussolini rimase a Milano e si mosse solo quando fu sicuro che il bluff era riuscito. Già, perché di questo si trattò, di un bluff, visto che la maggior parte delle sue “colonne” era stata fermata molti km prima dalla capitale dalla mancanza di mezzi di trasporto, di binari, di ordini, di rifornimenti logistici, dalla pioggia, dalla consapevolezza che a Roma e dintorni era stato schierato un esercito  e dalla notizia che era già stato avviato lo “stato d’assedio” (sollecitato dal re e poi non decretato!).

2) Ecco cosa mi è venuto alla mente quando ho visto, nelle recenti elezioni, che veniva mandato avanti, come candidato premier Tizio, mentre in TV andava Caio. Non che intenda dare del “fascista” a nessuno, per carità, ci mancherebbe altro … è solo una questione di metodo, un po’ particolare, se vogliamo …

3) Analogamente mi resta incomprensibile come un altro gruppo politico che fa capo ad una persona assolutamente carismatica, il “trattore” o “carro armato” di quella iniziativa politica, non ne preveda la presenza come candidato al parlamento.

Dubbi … e chi non ne ha? Io per primo ne ho tanti! Ma  da buon socratico mi consolo: “Io so di non sapere”.

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa