LA DIVINA COMMEDIA, LA SPECULAZIONE FINANZIARIA E IL FALSO IN BILANCIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Febbraio, 2013 @ 4:32 pm

Detto altrimenti: ieri sera, RAI 2 ore 21,00, Roberto Benigni, Inferno, Canto XI°

Finalmente a RAI 2 non c’è stato il solito filmetto sulla Polizia Stradale e Criminale USA! Forse si erano spaventati … forse avevano avuto un dubbio, che il Padre Dante avesse potuto metterli al’inferno. E così, per verificare e rassicurarsi,  hanno chiesto a Benigni di commentare e leggere il canto XI° dell’Inferno di Dante, quello in cui Virgilio spiega al Poeta la “geografia” dell’inferno, la “logistica” dei peccati e dei peccatori. Sicuramente la Direzione RAI 2 è stata col fiato sospeso fino alla fine nel timore di riconoscersi fra coloro che trasmettono filmetti insulsi. E invece no, non è successo e hanno tirato un sospiro di sollevo.

Superata questa attesa anche noi ci siamo concentrati su una distinzione fra categorie di peccati e corrispondenti pene: i peccatori “violenti”, coloro che hanno agito e peccato cedendo all’impulso, sono puniti meno dei peccatori “fraudolenti”, cioè di chi ha agito e peccato con frode, perché in essa vi è sempre il concorso della ragione, cioè della consapevolezza del male. Fra costoro, oggi molto attuale è la condanna dei peccatori di “baratteria”, cioè di coloro che abusando della loro funzione pubblica (di politico, di pubblico ufficiale) tradiscono il loro dovere per arricchirsi.

Ma il bello viene alla fine del canto, là dove Virgilio spiega a Dante, che gli aveva posto questa domanda: perchè sia considerato “violenza contro Dio” il peccato di l’usura, cioè il guadagnar denaro attraverso il denaro (oggi potemmo includervi la speculazione finanziaria, le truffe con i titoli derivati, l’aggiotaggio in borsa, il falso in bilancio). La ragione è che Dio ha prescritto che l’uomo si guadagni il pane con il lavoro, operando con arte nella natura, arte e natura che sono “figlie di Dio”; lavoro che è “nipote di Dio”. A fronte di ciò, l’usuraio (e lo speculatore antico e moderno) non lavora, non produce,non guadagna denaro col sudore della propria fronte e così agendo disprezza la natura e l’arte, recando offesa a Dio.

E rileggiamolo, questo Dante: sono passati sette secoli ed è sempre attualissimo!

P.s.: è di oggi l’arresto di alcuni personaggi responsabili di un importante Gruppo di SpA di costruzioni che opera in Veneto, per il pagamento di false fatture a carico del Gruppo e a vantaggio di una società della Repubblica di S. Marino, i quali, in tal modo, hanno “frodato” la loro stessa società, i suoi azionisti, i suoi creditori e il fisco. Ora, ditemi un po’ voi, come faccio io a non ricollegare i due episodi? Il canto XI° dell’Infermo e  la notizia di RAI News … dopo tutto sempre di RAI si tratta … e io il canone l’ho pagato per tempo!

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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