SIGNOR GRILLO, DAVVERO VORREBBE IMPORRE IL VINCOLO DI MANDATO AI PARLAMENTARI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Marzo, 2013 @ 7:41 am

Una sparata al giorno leva la democrazia di torno: ieri il referendum per uscire dall’euro (cfr. post). Oggi l’art. 67 della Costituzione. Ma noi, mica ci siamo bevuti il cervello … Signor Grillo!

Detto altrimenti: “Open blog”; rielaboro, sintetizzando, un articolo di narcolessico ( http://narcolessico.wordpress.com) anticipando la conclusione: se per legge si garantisse l’obbedienza del Parlamentare al Partito o al Movimento, perché mai il Partito o il Movimento dovrebbe farsi carico di selezionare (legge elettorale attuale) o far selezionare dagli elettori (legge elettorale auspicata) candidati al Parlamento dotati di particolari doti di onestà, moralità, competenza, spirito di servizio, etc.? Basterebbe redigere un elenco a caso … e che poi quei parlamentari, per votare, potrebbero rilasciare una delega permanente al loro Capogruppo … o meglio … chiedere ed ottenere che il Capogruppo possa votare da casa: dopo tutto abbiamo già l’home banking, il telelavoro, il televoto (per Sanremo funziona!).

Articolo 67. Questione politica o giuridica?

A Ballarò si è discusso dell’articolo 67 della Costituzione sulla natura del mandato del Parlamentare, recentemente messa in discussione dal Signor Grillo.
L’art. 67 stabilisce che è vietato imporre al Parlamentare una condotta che non sia frutto, votazione per votazione, dei suoi liberi intendimenti.
L’art. 67 si è rivelato estremamente prezioso alla luce della prassi parlamentare consolidatasi negli anni, esposta in misura critica all’ingerenza delle segreterie di Partito.

 

"Senza vincolo di mandato? Quando mai!? Te la do io la libertà ..."

 

Facendo balenare il rischio di una “circonvenzione d’elettore”, il Signor Grillo ha invece attaccato la Costituzione, dicendo che essa consentirebbe al Parlamentare di votare diversamente rispetto al programma sulla base del quale è stato eletto.

 

 

 

 

 

Durante la trasmissione sono stati presentati i risultati di un sondaggio. Il campione, interpellato sulla questione, risultava spaccato a metà fra i favorevoli ed i contrari all’introduzione di detto vincolo.

Ora, perché dobbiamo ridurci a ragionare in questo modo?

Dove sta scritto che l’alternativa sarebbe fra una soluzione nella quale il parlamentare rispetta  il programma e una soluzione nella quale il parlamentare combina un po’ quello che vuole? Chi ha deciso, a nome di tutti, che le questioni devono essere affrontate riducendole alla loro versione intellettualmente più disonesta? Infatti, ognuno di noi si augura che il Parlamentare eletto nella lista votata onori e rispetti il programma sulla base del quale si trova in Parlamento. Ci si potrà dividere, semmai, sugli strumenti da usare affinché questo avvenga.

La domanda, quindi, andrebbe articolata come segue:

• Quali cautele e quali misure volete adottare per garantire che il Parlamentare si impegni per realizzare il proprio programma elettorale?
• Volete che ci sia una disposizione, una legge, un articolo della Costituzione che  impedisca al Parlamentara, a prescindere dai suoi convincimenti, di venire meno a quanto pattuito con i propri elettori o volete piuttosto che spetti al suo Partito l’onere di selezionare e formare un ceto politico la cui qualità renda assolutamente inutile quel vincolo e, anzi, trasformi il libero mandato del Parlamentare in una risorsa?
• Pensate che la questione debba essere risolta per via giuridica, imponendo un vincolo, o per via politica, rilanciando con forza il rinnovamento dei partiti e il tema della formazione del ceto politico?
• Preferite delegare alla legge un compito politico, imponendo un vincolo che garantisca la fedeltà del parlamentare anche se 1) il Parlamentare è un cretino e 2) il suo Partito non è in grado di presentare gente decente o, piuttosto, preferite delegare alla politica un compito normativo, inchiodando i partiti alle loro responsabilità sulla selezione del personale politico e, al contempo, garantendo al Parlamentare quella libertà dalla valutazione del cui esercizio sia possibile capire quanto il suo partito sia stato bravo e intelligente nel selezionarlo?
• Non pensate che un vincolo di mandato, impedendo al Parlamentare di venire meno al suo programma, affranchi il suo Partito dai compiti in cui dovrebbe impegnarsi per portare in Parlamento una classe politica degna di questo nome?
• Se una legge garantisce al Partito (o Movimento) la fedeltà di quella persona, anzi di una qualunque persona, perché mai il Partito/Movimento dovrebbe perdere tempo a selezionarla, a formarla, a coinvolgerla nel mio progetto politico, a farglielo sentire suo, a motivarla, a renderla protagonista e interprete cosciente del proprio messaggio?

De Gregorio, in fondo, non è colpa del libero mandato: è colpa di Di Pietro.

E allora non si risolve la crisi della politica mettendo la politica nel congelatore dei vincoli, impedendole di sbagliare – certo – ma impedendole anche di crescere e di maturare. Non si combatte l’irresponsabilità togliendo le cose di cui occorre essere responsabili. La castità (sessuale e/o intellettuale, n.d.r.) non è un contraccettivo. È la rinuncia alla nostra libertà. È la fine.

E allora, Signor Grillo, che risponde? Lei mi sta chiedendo di preferire scaffali bianchi a quelli color legno per una Enciclopedia che invece io proprio non voglio acquistare …

P.S.: alla TV ho sentito e visto un grillino dire: “Grillo, con la sua circolare n. 57, ha stabilito che …”.       Ah, ho capito …

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.