TRENTINO: (sono state) ABOLITE LE COSIDDETTE “PORTE GIREVOLI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Marzo, 2013 @ 9:01 am
Questa notte a Trento nevicava …

Detto altrimenti: se un consigliere viene nominato assessore, resta anche consigliere, non gli subentra nessuno … e così si risparmiano soldi

Si, vabbè … ma.  Infatti la cosa mi fa venire in mente le ultime votazioni per la fiducia al Governo Berlusconi. Oggi tutti sono attenti a scoprire se ci fu o meno una “campagna acquisti”. Io da tempo mi ero concentrato su di un altro fatto: che in occasione di quelle votazioni in “zona cesarini”, cioè al limite (numerico) della approvazione, arrivassero trafelati i componenti del Governo Berlusconi (che erano anche parlamentari) a votare la fiducia del parlamento al  … Governo Berlusconi, cioè a  se stessi!

Ecco, il parlamento (e i Consigli Comunali) non dovrebbe “governare” ma “fare leggi e controllare”. Infatti la funzione di governo è affidata al Governo e alla Giunta cioè ai ministri e agli assessori. Si tratta di applicare e rispettare due principi fondamentali: la separazione dei poteri e la necessaria mancanza del conflitto di interessi fra funzioni diverse, confusione di poteri e conflitto di interessi che invece esistono quando uno vota la fiducia a se stesso o applica le leggi che lui stesso ha emanato.

Fine del post

Ceterum censeo … e poi penso che non sia accettabile che parlamentari del secondo partito di maggioranza relativa del paese, violando le regole di accesso (controlli elettronici compresi, tanto per capirsi), invadano il tribunale di Milano cercando di forzare l’andamento della giustizia e interferendo nel principio costituzionale della separazione dei poteri. Inoltre, così come non approvo chi nel passato ha definito il parlamento un possibile “bivacco di manipoli”, non approvo oggi chi lo definisce “una scatola di sardine”. Prendo infine atto che oggi due persone sono purtroppo di ostacolo all’esercizio della democrazia: una, per i suoi problemi giudiziari; l’altra, per la indisponibilità a “partecipare” al governo del paese, essendo disponibile solo al “proprio” governo, benche’ in minoranza, aspirando inoltre essa – nel frattempo – non a raggiungere la maggioranza dei consensi, ma la totalità.