LA STORIA D’ITALIA – 3) DAL FASCINO AL FASCISMO AL FASCINO (OVVERO, “ALLARME DEMOCRAZIA”)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Marzo, 2013 @ 5:48 pm

Detto altrimenti: tanto per collegare passato e presente, Italia ed estero, leggete anche il post immediatamente precedente (Chaves-Grillo), non solo le prime due puntate di questa serie …

Giolitti … del periodo pre-fascista …  si disse che l’Italia era difficilmente governabile perchè vi mancava il bipolarismo. Errore. Infatti, il bipolarismo mancava di fatto anche in tutti gli altri stati europei e in USA. In realtà, ciò che serve per un sano funzionamento di un sistema parlamentare non è il bipolarismo, ma una maggioranza che governi ed una opposizione che “si opponga”.

Questa caratteristica … non vi ricorda una carenza attuale della nostra politica?

Il percorso politico di “salita al potere” di Benito Mussolini è stato assai diversificato e tortuoso, con molti “tornanti” montani, direi … del tipo “Stelvio” … ed approda alla dottrina della “minoranza (violenta) organizzata”. E dove si rivolge Benito per raccogliere la sua minoranza? Fra le fila dei reduci di guerra – fra cui 160.000 ufficiali – stanchi, delusi, arrabbiati, scontenti, preparati solo al “mestiere delle armi e della violenza” e non la reinserimento nella società.

 

E dire che … e dire che nel 1919, grazie al suffragio universale, ci sarebbe stata un’ampia maggioranza democratica per fare le riforme necessarie (anche Berlusconi ha avuto per tanti anni una forte maggioranza, ma le riforme necessarie non si sono viste. Ed ora … ecco …siamo … al punto in cui siamo). Quali le riforme non fatte nel 1919? La riconversione delle industrie ex belliche; la distribuzione delle terre ai mezzadri; un grande piano di opere pubbliche; la lotta all’analfabetismo; una politica estera di buon senso (ad esempio, non esasperarsi nel richiedere la Dalmazia e invece reclamare Fiume. In tal senso ci provò Bissolati, ma Benito lo sabotò).

Nel marzo 1919 Benito fonda il “fascio di combattimento” con 100 iscritti. Programma: “Suffragio universale bisex; decentramento amministrativo; eliminazione del senato; eliminazione della polizia politica; eliminazione dei titoli nobiliari; eliminazione del servizio di leva obbligatorio; sequestro dei beni vescovili; abolizione delle SpA, delle banche e del marcato azionario; censimento della ricchezza e confisca dei patrimoni improduttivi; la terra alle cooperative contadine; la gestione delle industrie e dei servizi pubblici locali ai sindacati. Di tutto e di più, diremmo noi oggi. Non vi ricorda l’odierno “contro tutti” di …?

Mussolini mette in stato di accusa tutti i partiti e le forme democratiche ma nello stesso tempo chiede il suffragio super universale bisex (no, non via web, no …)? Forse era alla ricerca di una democrazia formale per gli altri e di una potere assoluto sostanziale per se stesso. Forse … ma almeno lui, poi, in parlamento ci è andato …

Mussolini si presenta come un ultrarivoluzionario che spinge le masse a rivoltarsi contro tutto e contro tutti e a credere solo in lui.

Domanda: quale altro recente politico spinge le masse a rivoltarsi contro tutto e contro tutti e a credere solo in lui?

Per Mussolini cessano gli aiuti finanziari francesi ed iniziano quelli delle fabbriche di armi italiane (Ansaldo in testa). Lui fa l’ultra rivoluzionario che sconfigge i rivoluzionari “semplici”. Una sorta di controfuoco per “arginare i fuochi dei sovversivi rossi”, almeno così lo interpretano gli industriali che lo finanziano.

Una scena de “I cavalieri” di Aristofane

 

D’altra parte, non aveva inventato nulla di nuovo. “Qualche anno” prima di lui un certo Aristofane, nella sua commedia “I cavalieri” ci narra di come il partito aristocratico in Atene, per sconfiggere il potere del demagogo Cleone, avesse assunto un “venditore di salsicce” che era capace di gridare più forte di Cleone: “Se lo superi (nelle grida)  abbiamo vinto!” Dal venditore di salsicce al conquistatore di un impero, al …. lasciamo perdere… L’evoluzione della specie.

 

  

Ma ora appare sulla scena il Partito Popolare Italiano. Lo vedremo alla prossima puntata, la quarta della serie.

Fine del post

Ceterum censeo … e poi penso che non sia accettabile che parlamentari del secondo partito di maggioranza relativa del paese, violando le regole di accesso (controlli elettronici compresi, tanto per capirsi), invadano il tribunale di Milano cercando di forzare l’andamento della giustizia e interferendo nel principio costituzionale della separazione dei poteri. Inoltre, così come non approvo chi nel passato ha definito il parlamento un possibile “bivacco di manipoli”, non approvo oggi chi lo definisce “una scatola di sardine”. Prendo infine atto che oggi due persone sono purtroppo di ostacolo all’esercizio della democrazia: una, per i suoi problemi giudiziari; l’altra, per la indisponibilità a “partecipare” al governo del paese, essendo disponibile solo al “proprio” governo, benche’ in minoranza, aspirando inoltre essa – nel frattempo – non a raggiungere la maggioranza dei consensi, ma la totalità.