BIBLIOTECA DI TRENTO – GRUPPI DI LETTURA “MARIA LIA GUARDINI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2012 @ 2:55 pm

Detto altrimenti: This is Trento too …

Sarà che “once upon a time” … “illo tempore” … una volta ….ho frequentato il Liceo Classico … ma quando ho sentito di questa iniziativa, dovevo conoscerla. Il nome poi, Guardini, lo conoscevo dai miei due figli, Edoardo e Valentina, ambedue ex Liceo Prati, che pure non erano stati suoi allievi. La “terribile” Guardini … così severa (… di tal fatta “averghene anchoi, disente”  … dopo tutto il Blog si chiama “Trento” blog …).
Terribile … ne ho avuti io, di professori “terribili” al Liceo D’Oria di Genova, che se – ad esempio – guardavi un attimo fuori dalla finestra un ramo fiorito della primavera in arrivo, era un “due” sul registro! Questi erano ”terribili” ma negativi. Avevo poi quelli severi, bravissimi e soprattutto “giusti”. Terribili? Ma che dico? Piuttosto rigorosi, amati e ricordati con affetto. Anche dopo mezzo secolo. E credo che la Guardini appartenga a questa categoria. Innanzi tutto perché, ascoltandola, impari, ti arricchisci e molto, ad ogni età. Ed allora, di che lamentarsi?

Questa era l’anteprima. Ora iniziamo sul serio.

A seguito del successo della giornata mondiale della poesia, durante la quale ci fu l’incontro con la Professoressa Maria Lia Guardini sulla poesia lirica greca, si ebbe l’idea di attivare gruppi di lettura sulle opere dell’antichità classica. Perché ce lo dice la stessa Guardini.

“Le opere classiche fanno riflettere su molti aspetti. In primo luogo sulla funzione della cultura. I tiranni ateniesi Ipparco e suo figlio Pisistrato, ad esempio, ritenevano fosse necessario diffondere la cultura per poter governare su cittadini migliori (non sui migliori cittadini!) e in questo senso ad essi spetta il merito di avere “cosparso” gli Ateniesi, fin nelle classi più basse, della migliore cultura possibile: Omero, le tragedie, la poesia lirica”. (averghene anchoi, disente … di questi “tiranni”! N.d.r.)

Come vedete eravamo ben lontani dal successivo panem et circenses che invece oggi, “grazie” alla TV, sembra aver ripreso campo oggi. Panem et circenses, date al popolo quel tanto da sfamarsi ed i giochi del Circo. sarà perfettamente governabile. Ed oggi il nostro “Circo” è in buona parte la nostra TV. Altro dirti non vo’ …

Omero

Ma torniamo a noi. A noi, dunque (ma si può dire “a noi” senza essere fraintesi? Voglio sperarlo!). Il gruppo di lettura ha letto e discusso l’Odissea, l’unica, quella di Omero, due tragedie di Euripide (Medea ed Elena) ed ora sta leggendo l’Iliade (sempre di Omero). Le tragedie … oggi si dice così di qualcosa che finisce male … mentre in realtà sono nate come “la rappresentazione di un MITO cioè di un racconto-riflessione sui processi e sui meccanismi costitutivi della società”. Da dove veniamo … insomma. Ben più quindi di un tipo di auto Alfa Romeo, la “Mito”, appunto!

Su Iliade e Odissea, che dire? Che rappresentano la forma scritta della precedente forma orale, l’evoluzione del pensiero orale, legato alla natura, ai suoi spazi ai suoi tempi, verso il pensiero scritto, al suo “spazio politico, spazio della collettività”, al suo “tempo” anch’esso “della politica”. “Se dai una testata contro il Crozzon di Brenta, ti rendi conto del tuo spazio fisico, ovvero, di quale sia lo spazio della tua singola persona, cioè tuo. Anche se più semplicemente scivoli e sbatti la testa per terra”. Tuttavia, da ex alpinista del Brenta, ringrazio la Guardini per la citazione del Crozzon, il cui spigolo rappresenta una salita di 1.000 metri di dislivello di quarto grado. Sarebbe terzo, ma viene “promosso” quarto per la lunghezza.
Tanto per capirsi, Clìstene, politico ateniese, nel 508 a. C., pose le basi per il passaggio alla democrazia e, per restare in tema, allo spazio della persona sostituì lo spazio della collettività: non si era più “Tizio figlio di Caio”, ma “Tizio della demo”. cioè di questa o quella regione, città, stato.
E qui una mia aggiunta personale: dal pensiero scritto siamo ormai passati al “pensiero TV” e a quello “Internet”. Il pensiero TV è sicuramente negativo. Se non altro perché – a differenza del pensiero internet – è unidirezionale. E qui mi riallaccio a quanto evidenziato dalla professoressa ormai Preside in quel di Rovereto e splendida scrittrice (si legga il suo romanzo “La vita accanto”, cfr. il mio post del 20 gennaio scorso) Signora Mariapia Veladiano. Oggi viviamo tendendo a modelli, canoni che altri hanno costruito e ci impongono. Cioè in realtà, non viviamo, l’unica, l’irrinunciabile, l’irripetibile “nostra” vita! Chi ne è fuori – dal canone obbligatorio, intendo – è sfigato. Altezza, magrezza. colore dei capelli, marca degli occhiali, dei blue jeans, modo di allacciare (o meglio, di tenere slacciate) le scarpe, marca delle scarpe, tipo di telefonino etc.. O sei dentro o sei fuori. Il tragico, afferma Mariapia, è che la peggiore discriminazione si fonda sull’aspetto fisico, il che nulla lascia a considerazioni sulla qualità intrinseca della persona. In questo gli Eroi di Omero sono un po’ simili ai nostri “Eroi secondo il canone di oggi”: non sono descritti per il loro essere interiore, ma per gli aspetti esteriori, per di più sempre esaltati al massimo, al pari dell’ira funesta del Pelide Achille.

Maria Lia Guardini - Paolo Malvinni

Che altro dire? Dicono che i “post” devono essere brevi, ma come si fa, dico io? Semmai non leggeteli, but I cannot help myself writing them in such a way … non posso fare a meno di scriverli così.

P.S.. sarebbe bellissimo un “incontro-pensiero” Maria Lia/Mariapia