OGGI, PRIMA USCITA IN BARCA – ANNE LACUS TANTOS …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Aprile, 2013 @ 6:13 pm

Detto altrimenti: un omaggio al Lago di Garda

Anne lacùs tantòs, te Lario, màxime tèque
flùctibus et fremitù adsùrgens Benàce marìno?

(ho messo gli accenti solo per far sentire la musicalità dei versi di Virgilio (Georgiche, II, 159-160) anche a chi non ha avuto la fortuna che ho avuto io, di studiare il latino). Traduco:

E che dire poi dei laghi così belli? Che dire di te Lario, ma soprattutto di te, Benaco, che quando entri in tempesta hai onde e fremiti tipici del mare?

Che fatica, la vela!

Ebbene sì. ho una barchetta a vela da regata, ormai ha 21 anni, può votare per il Senato … nata e vissuta sul Garda, anzi, nell’Altogarda Trentino. E’ un “fun” (Formule Un, Formula Uno, francese) di nome Whisper, numero velico (per le regate) ITA 526. Sette metri, 1000 kg di dilsocamento (=peso), stazza 2,8 tons. Per tre anni ha navigato dalla Toscana a Palau … si lo so, era un po’ vietato, ma l’è nada, è andata. In Italia sarebbe un po’ come andare in autostrada con un motorino … in Francia no, la navigazione è libera … Quest’anno ho tardato a riprendere la vela, causa rischio bronchitina un po’ cronica… il dottore mi ha diffidato. Comunque ora è veramente primavera e si ricomincia! Ma torniamo ai “poeti del Garda”:

Dante (Inferno, XX):

Suso in Italia bella giace un laco
a piè de l’alpe che segna Lamagna
sovra Tiralli c’ha nome Benaco

……………

Luogo è nel mezzo là ove il trentino
Pastore e quel di Brescia e ‘l veronese
segnar porìa se fesse quel cammino

(per significare che nel centro del lago vi è il confine fra tre vescovadi, per cui ciascuno dei tre Vescovi potrebbe benedire, se si trovasse a passar di lì)
……………….

Verso il Monte Stivo, 2000 m., ancora  innevato!

Siede Peschiera bello e forte arnese
a fronteggiar Brescaini e Bergamaschi
ove la ripa intorno più discese.

Ivi convien che tutto quanto caschi
ciò che in grembo a Benaco star non può
e fassi fiume giù pei verdi paschi.

E come l’acqua a corre mette co’

non più Benaco ma Mencio si chiama
sino a Governol dove cade in Po.

E poi, Goethe, che ha dimorato in una bella casetta che si affaccia sul porticciolo di Torbole, con la sua Mignon, di cui vi riposto la prima strofa:

Verso Torbole

Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn,
Im dunkeln Laub die Goldorangen glühn,
Ein sanfter Wind vom blauen Himmel weht,
Die Myrte still und hoch der Lorbeer steht?
Kennst du es wohl? Dahin!
Dahin möcht’ ich mit dir,
O mein Geliebter, ziehn.

Conosci la terra dove i limoni mettono il fiore,
le arance d’oro splendono tra le foglie scure,
dal cielo azzurro spira un mite vento,
quieto sta il mirto e l’alloro è eccelso,
la conosci tu forse?
Laggiù, laggiù io
andare vorrei con te, o amato mio!

Goethe e Torbole mi hanno ispirato: ed ecco, molto più modestamente, la “mia” Mignon, dopo aver visto la foto di me in barca, scattata da un mio amico, proprio dalla finestra della stanza dove aveva dormito Goethe:

Verso la valletta del Ponale

Preziosa di luce
attenuata
da brume soffuse
inviti all’abbraccio
la piccola vela
già gonfia di sole
di un Fun.
Da questa finestra ti vide
già Goethe
e cantava l’agrume dorato
di cui fecondavi le sponde
ch’ormai la cascata d’ingegno (*)
gelata
ha ucciso per sempre.
E tu conosci il Paese
che prima donava limoni?

(*) le condotte idroelettriche che immettono nel lago acqua non più riscaldata dal sole

Ed ecco la stessa mia, in tedesco

Verso Riva del Garda

Lichtgeschmeide
gedaempft
vom gleisenden Nebel
umarmst du
das kleine Segel
schon von der Sonne geblaeth
eines Fun.
Aus diesem Fenster
hat dich schon Goethe geschaut
als er die goldene Suedfrucht besang
womit du die Ufer befruchtest
und die der Fall des genius
zu eis erstarrt
fuer immer vernichtet.
Und du
kennst du das Land
das einstmals Zitronen verschenkte?

Buon Vento a tutti! (Chi vuol provare a fare una veleggiata, si prenoti commentando questo post!)