MUSICA A TRENTO: IL QUARTETTO DEGLI AFFETTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Aprile, 2013 @ 9:59 pm

Detto altrimenti: L’Associazione Lucilla May promuove “Note d’altri tempi”

Una chiesetta a Trento, la SS. Trinità … sì, quella adiacente al Prati, al Liceo Prati. Dopo la S. Messa delle 17,30, un concerto alle 18,30. Ero stato invitato dall’amica violoncellista Barbara Bertoldi. Il gruppo, l’ensemble “Quartetto degli Affetti” composto da Barbara e dai suoi colleghi Sergio La Vaccara e Andrea Marmolejo (violini); Giordano Pegoraro (violoncello); Adriano Dallapè (clavicembalo e organo) ha eseguito musiche di autori vari: Falconiero (1585-1656); Frescobaldi (1583-1643); Corelli (1653-1713); Gabrielli (1651-1690); Bonporti (1672-1749); Handel (1685-1759), brani tutti eseguiti su strumenti d’epoca!

Il concerto fa parte di un insieme di tre esecuzioni di cui due già eseguite in precedenza al Museo delle Scienze e presso la Chiesa di S. Maria del Suffragio: l’intera rassegna denominata “Note d’altri tempi” alias “Tre passeggiate musicali tra palazzi, rogge e vecchi salici …”

Musica d’altri tempi eseguita con strumenti d’altri tempi in locali d’altri tempi, e cioè delle dimensioni giuste per accogliere le note giuste … e l’uditorio giusto, direi anche, veri esperti, amatori, intenditori ed anche non esperti ma curiosi, semplicemente desiderosi di imparare a capire, a gustare, come son io. Infatti io non sono né un musicologo né un critico musicale, bensì solo un musiocofilo principiante, persona alla quale piace ascoltare buona musica. E questa volta me la sono proprio gustata, la buona musica, i buoni suoni …

Ero seduto in seconda fila. La prima era vuota ma sarei stato troppo a ridosso dei musicisti per poter scattare qualche foto un po’ più a campo largo. Tuttavia i metri che mi separavano dai due violini erano veramente pochi e … vi assicuro, anche un ignorantone musicale qual son io è stato in grado di cogliere sia la bravura dei musicisti, sia la sonorità degli strumenti, in particolare dalla qualità’ del suono e soprattutto del timbro dei due violini.


Musica viva, che scaturiva da secoli passati, e rimbalzando di secolo in secolo, giungeva a noi ascoltatori come se noi stessi fossimo riportati indietro nel tempo. Sonorità diverse, quelle dei violini, che si sdraiavano nel letto delle note dei violoncelli, all’ombra del venticello, ora più sbarazzino, ora più carezzevole dell’organo. L’organo, simpatica l’esecuzione di un brano che ha richiesto l’accompagnamento di un “volta pagina” particolare, ad azionare i vari registri, il che ha aggiunto un pizzico di allegria scaturente dalle occhiate d’intesa fra l’organista e la sua aiutante di campo Andrea.

Una nota storica: il papà di Barbara, Franco Bertoldi, nato “casualmente” a S. Candido nel 1920, e “ivi residente” (si dice così, è una battuta da “La donna della domenica” di Fruttero e Lucentini) per tutta la vita a Trento, Via …, quindi Trentino “di adozione e di vita trascorsa”, pubblicista, fra l’altro scrisse “Vecchia Trento” (Ed. Monauni, 1957), libro nel quale descriveva la Trento di ‘sti anni, quella d’un tempo, quella che in quegli anni non c’era già più e oggi ancor meno …

Partendo da quelle pagine, l’Associazione Lucilla May ha voluto raccontare i vecchi quartieri del centro storico della città, utilizzando brani di quel testo. E la figlia Barbara, dedicando le sue esecuzioni alla madre, accompagna questi percorsi fisici con passeggiate musicali che effettua insieme al suo emsemble “Quartetto degli Affetti”.

I brani eseguiti, tutti splendidi … chi ha apprezzato soprattutto il “nostro” Bonporti (Sonata X – Ciacona da Sonate per due violini e b.c. op. 2 del 1703). Io ho particolarmente gustato Handel, Concerto per Arpa o Clavicembalo o Organo op. 4 n. 6 in Sib maggiore del 1736. Perché? Perché si tratta di un brano di cui ho il disco, che conosco, e che quindi per me è stato di più facile comprensione, assorbimento, riconoscimento e rapimento: piccole grandi soddisfazioni di un musicofilo principiante.

Insomma, gente: a Trento proprio non ce la fai a seguire tutto, a gustare tutte le offerte d’arte, di musica, di storia, sociali, sportive etc.. Ma questa poi era proprio di quelle da non perdere. Grazie, Barbara, invitami ancora! E grazie, Trento, città che vive e che fa vivere!