EURI CHIACCHERATI ED EURI IGNORATI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Maggio, 2013 @ 7:09 am

Detto altrimenti: decisioni di investimento e spesa molto discusse e altre no.

IMU: tanto tuonò che piovve (o spiovve?). IMU si, IMU, no, IMU forse, IMU diversa … e chi più ne ha più ne metta. Peccato che tutti coloro che ne parlano tendano a dimenticare il principio della “partita doppia”, secondo la quale ad ogni “dare” corrisponde un “avere” e viceversa. In altre parole, come utilizzo gli incassi dell’IMU? Ovvero; se non la incasso, da dove prendo le risorse necessarie a quell’utilizzo?

La partita doppia fu descritta, in maniera più approfondita rispetto ai suoi predecessori, dal frate matematico italiano Luca Pacioli, nel suo libro “Summa de arithmetica, geometrica, proportioni et proportionalita” (Venezia, 1494).

Ma non è questo il focus del post, bensì il fatto che di quei 4 miliardi che di euro e dei 1,5 miliardi per il rifinanziamento della cassa integrazione si parli tantissimo, mentre nulla si dice dei 200 miliardi assegnati dal Parlamento nel dicembre 2012 al Ministero della Difesa (ma chi ci sta attaccando?) e dei 2,8 miliardi di euro appena versati dall’Italia al fondo salva stati (e salva banche, n.d.r.) ESM, che si vanno a sommare agli oltre 40 miliardi già versati tra il 2011 e 2012 (“notiziola” da Il Sole 24Ore).

UE: madre, non matrigna

Ora, io sono un europeista convinto, ma anche nei rapporti con l’UE la partita deve essere doppia; e cioè mentre “diamo” all’Europa, possiamo, anzi, dobbiamo anche “chiedere”. Chiedere cosa, direte voi? Bè, io una richiesta ce l’avrei: la possibilità di avviare una serie di emissioni di titoli del debito pubblico irredimibili (cioè sui quali lo Stato paga solo interessi senza dovere restituire il capitale, che ogni investitore potrebbe andare a vendere alla Borsa valori) a rendimenti un po’ più elevati di quello riservati ai titoli redimibili (attuali), senza che queste nuove emissioni – che andrebbero in parte a sostituire i vecchi debiti – siano conteggiate come debiti dello Stato. Un’operazione del genere darebbe il tempo al Governo di realizzare i “Buoni Propositi” e cioè di ottenere risultati significativi in materia di lotta a: evasione ed elusione fiscale, corruzione, privilegi di casta, per reperire e generare i fondi necessari alla ripartenza degli investimenti produttivi.

Ma le spese militari, direte voi, te le sei dimenticate?

No, e faccio una premessa: io vengo (anche) da una famiglia di militari. Babbo, Maresciallo Maggiore dei Carabinieri (CC), mio zio generale a quattro stelle già comandante della FTASE (Forze Terrestri Alleate del Sud Europa) a Verona, fratello e nipote  Sottotenenti (Sten) di Complemento (Cpl) dei CC. Io stesso Sten di Cpl degli Alpini.

L’imperatore Vespasiano, quello dei “vespasiani” a pagamento … quello che “pecunia non olet”, il denaro non manda odori, non puzza …

Ciò premesso, io credo che oggi occorra rivedere la priorità di tutte le spese, anche di quelle militari. Ma quelle sono speciali, dirà qualcuno, quelle devono essere considerate a parte …  Eh no, cari miei, “Pecunia non olet”, il denaro non puzza, non denunzia la sua provenienza (e la sua destinazione, n.d.r.), rispose l’imperatore Vespasiano a chi gli faceva notare che i “vepasiani”  a pagamento che aveva fatto istallare a Roma sarebbero stati maleodoranti.  Oggi diciamo:  il denaro non ha il cartellino. E’ denaro e basta. Ed ecco che allora i “vasi” del denaro devono essere comunicanti, altrimenti qui si crea una nuova casta: la “casta dei vasi (militari) di denaro non comunicanti” nel senso della “pesca reale, a chi dice bene, a chi dice male” che poi non è il massimo della democrazia e della morale, che vorrebbe il “bene comune” non il “bene di alcuni”.