POST 914 – LA MAFIA DEI VIDEOGIOCHI, E NON SOLO DI QUELLI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Agosto, 2013 @ 4:12 pm

Detto altrimenti: andate a rileggere il mio post del 23 febbraio 2103

Fonte internet: “Milano: Si è costituito dopo oltre 14 mesi di latitanza Francesco Corallo, il cosiddetto re delle slot machine attraverso la sua società Atlantis, destinatario nel maggio 2012 di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano su presunti finanziamenti illeciti concessi dalla Banca Popolare di Milano quando era guidata dal Presidente Massimo Ponzellini, il quale, il 29 maggio 2012, era finito agli arresti domiciliari accusato, tra le altre cose, proprio di un finanziamento sospetto da circa 150 milioni di euro concesso alla società Atlantis/B-plus – attiva nel settore dei giochi d’azzardo e di cui era titolare Francesco Corallo, in cambio di una presunta mazzetta da oltre 1 milione di euro girata all’ex presidente di Banca Popolare di Milano e la presunta promessa di 3,5 milioni di sterline. Corallo deve rispondere anche di associazione per delinquere”.

Ciò premesso, scandalosi sono i seguenti fatti:

Il colonnello Rapetto è stato … “promoveatur”!

• che lo Stato consenta il video gioco d’azzardo;
• che la maggiore concessione per gestire tali giochi sia stata assegnata a una società e ad un personaggio in odore di mafia;
• che Atlantis, grandissimo evasore fiscale, sia stata ammessa attraverso un concordato a pagare al fisco somme ridicole;
• che a farne le spese sia stato il Colonnello della Finanza Rapetto, che aveva scoperto il tutto;
• che i sistemi di controllo bancario, interni e di Bankitalia, servano solo a chiudere le stalle (Montepaschi, Banca Popolare di Milano) quando i buoi sono scappati.

 

P.S.: dalla lingua latina, quando si vuol allontanare un soggetto scomodo: “Promoveatur ut amoveatur”, cioè pur di levarcelo dai piedi, promuoviamolo pure, ma che se ne vada. In altre parole: sia pur promosso, se la promozione lo farà allontanare dal presente incarico. Oppure: se per allontanarlo occorre promuoverlo, che sia promosso e destinato ad altro incarico.