POST 931 – UNA TRAVERSATA FINITA BENE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Agosto, 2013 @ 2:32 pm

Detto altrimenti: poteva andare male e invece ….

L’alba sul nostro “villaggio”

Croazia. Parco Nazionale delle Isole Incoronate, Kornati. Andiamo lì da anni per le vacanze estive, in una casetta che una volta era stata il punto di appoggio e di ricovero per i pescatori, nell’occasione della raccolta delle olive o quando si trattava di tosare le pecore che vivono praticamente allo stato brado su quelle isole.  L’acqua, nel pozzo. Il pesce fresco, dalle nasse. La frutta (fichi, more, prugne), sugli alberi. Energia elettrica e doccia calda, dal sole. La malvasia, in casa, cioè … prendiamo in affitto “casa con vino”. Quanto ne consumiamo? Be’ quasi tutte le sere si fa festa con gli amici delle casette vicine (nove in tutto), ora da uno ora dall’altro, chi ci mette il vino, chi la frutta, chi il pesce, chi fa il fuoco, siamo sempre oltre dieci persone. Ed ecco che tre litri al giorno sono appena sufficienti. A terra si chiedono “Quanto si fermano gli italiani?” Risposta: “20-40-60 litri” il che significa, a seconda dei casi, una, due tre settimane.

… prima della falla

E se ti manca qualcosa? Niente paura, vai al negozio. Ce ne sono due: in barca, rispettivamente a tre o a sei miglia marine. Questo il quadro di riferimento. Questa volta avevo affittato una barchetta a vela, un piccolo cabinato di 5 metri con un motore fuoribordo da 5 cavalli. Splendido per le gite e per fare la spesa. Se non che un bel giorno, anzi un brutto giorno, mi accorgo che fa acqua dalla scassa della deriva. Rientro di corsa nel nostro piccolo porticciolo: con gli amici valutiamo che la falla imbarca due litri al minuto. Non c’è tempo da perdere. Maria Teresa a sgottare l’acqua ed io a timonare a vela (è più veloce che a motore) verso il porto vero, quello sul continente a 15 miglia marine di distanza. Vento al traverso, veleggiata veloce a 5- 6 nodi. Consegnata la barca comincia il bello (si fa per dire). Infatti me ne danno una in sostituzione, un piccolo “ferro da stiro” di quattro metri e mezzo con un motore da 40 cavalli. E’ il tardo pomeriggio. Mi offrono anche di farmi dormire a terra per poi navigare verso le Kornati la mattina successiva con la brezza da terra ed il mare calmo. No, non so trattenermi dal ritornare al più presto nel nostro piccolo paradiso terrestre: sono le diciotto, con quel motore cosa volete che impieghi a percorre 15 miglia?

La bora estiva nel Mare di Murter. Vista dalle Incoronate verso NE

Salpo. Appena fuori dal piccolo arcipelago che protegge il porto, iniziano le onde: le ho di prua, come il vento.  La barca salta, si impenna, devo rallentare. Rallenta rallenta, il tempo passa e le tenebre scendono. Sulle “nostre” Kornati non v’è alcun faro. Non abbiamo carta nautica, gps e radio. Io e Maria Teresa abbiamo indossato le tute da velisti e stiamo al caldo (almeno questo!). Con l’ultima luce, cerco di memorizzare il varco attraverso il quale dovrei entrare nell’arcipelago. Tuttavia, se non fosse per Maria Teresa, non l’avrei centrato. Alla fine, grazie ai suoi suggerimenti, lascio il mare aperto ed entro fra le nostre isolette. A questo punto tutto è più facile nonostante il buio quasi assoluto: infatti le onde sono cessate e noi conosciamo e riconosciamo ogni scoglio, ogni insenatura … fino a quando arriviamo alla nostra: evviva! Sul moletto tutti i nostri amici, i quali, avremmo appreso dopo, da un paio d’ore erano in fremente e preoccupato contatto telefonico con chi ci aveva affidato la barca. Per aiutarci, gli amici ci illuminano con le torce elettriche con il risultato di abbagliarci. Nema problema, nessun problema … ormai siamo a casa. Entro nel minuscolo porticciolo, salto a terra, mi inginocchio e bacio il molo. Tutto è bene ciò che finisce bene.