POST 940 – L’ITALIA NON E’ UNA SPA, TUTTAVIA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Agosto, 2013 @ 6:56 am

Detto altrimenti: … tuttavia se dalle SpA possiamo prendere qualcosa di buono … why not?

Si diceva: … Spa? massimazione del profitto monetario, a vantaggio degli Azionisti. Poi ci siamo accorti che non è così e oggi, da parte di alcuni (illuminati) si dice: …  SpA? Massimazione della crescita umana di chi ci lavora. Ma questa è solo l’anteprima.

Di buono, anzi, di ottimo, nelle SpA c’è sempre stata la pianificazione o programmazione pluriennale, che si articola come segue:
1) Documento di politica strategica, poche pagine di indirizzo.
2) Documento di pianificazione triennale scorrevole, cioè aggiornato di anno in anno. Gli obiettivi che si vogliono realizzare sono a livello di “stima” cioè in buona parte “stimati” e un po’ meno “calcolati”.
3) Pianificazione annuale o “budget”. Gli obiettivi che si vogliono realizzare sono “calcolati”, cioè sono delle vere e proprie “previsioni”.
4) Situazioni di controllo (report) mensili, rispetto al budget, che nel corso dell’anno NON viene modificato, anche nel caso che si impongano, come spesso avviene, interventi diversi da quelli “budgettati”.

Per “sapere come andrà a finire e come è finito l’esercizio annuale” si redigono situazioni che hanno una attendibilità crescente: stime, previsioni, preconsuntivo (sul finire dell’anno), consuntivo (a bocce ferme, cioè dopo la chiusura dell’esercizio). E i documenti che descrivono l’intero processo sono via via meno sintetici e più dettagliati, sia nella fase di andata (previsione) che in quella di ritorno (rendicontazione). Essi tuttavia devono essere e sono di fatto sempre assolutamente ed immediatamente comprensibili da parte dei loro destinatari. In particolare gli Azionisti emettono un documento sintetico ma significativo e a loro volta devono ricevere un documento sintetico ma significativo.

Ad un capo Azienda, gli Azionisti chiedono tutto ciò, cioè che abbia una “visione del futuro” e che inoltre abbia sempre una soluzione di riserva, una alternativa agli obiettivi stabiliti, chiedono cioè che sia pronto a fronteggiare qualsiasi situazione. Egli non potrebbe mai rispondere loro. “E’ successo un imprevisto e quindi non ho raggiunto i risultati del budget” perché gli risponderebbero “Un imprevisto? Imprevisto da lei! Ma noi la paghiamo proprio perché lei preveda …”

Ecco, tutto questo il governo del Paese dovrebbe imparare dalle SpA. Il Paese ha i suoi “azionisti”: essi siamo noi, i cittadini, i quali esprimono un documento sintetico (il risultato elettorale) ma non ricevono niente di sintetico e significativo da parte dei “loro” amministratori. “Loro” in senso oggettivo, cioè da parte di “amministratori-oggetto” che gli stessi “cittadini-soggetto attivo” hanno nominato, non “loro” in senso soggettivo, cioè da parte di “amministratori-soggetto” che amministrano i “cittadini oggetti passivi”.

E invece … nel governo del paese, le ideologie sono perloppiù morte, a torto o a ragione. Tutti proclamano il tutto ed il suo contrario, i governi durano lo spazio d’un mattino (salvi i due ventenni), si discute e ci si sbrana su dettagli ma si perde di vista (e si fa perdere di vista ai cittadini) il quadro generale (visione d’insieme o percezione sensoriale del dettaglio? Si vedano i miei post del 23 dicembre  2012 e del 13 maggio 2013).

Mi vengono in mente due bilanci, quello di una SpA e quello di un circolo sportivo. La SpA articolava alla lira decine di spese minori la cui somma totale poteva arrivare a Lit. tre milioni. V’era poi una ulteriore unica voce: “Spese varie” di Lit. tre miliardi. Il circolo sportivo, idem: tante “vocine” per 200 accompagnate da un’unica grande voce, non dettagliata: “Attività agonistica”, 200.000.000.

Recentemente un mio amico, professore universitario di filosofia, nel suo commento al mio post 938, ha elencato le seguenti riforme come quelle necessarie per rimettere le cose a posto in Italia: la riforma dello Stato, della Pubblica Amministrazione, del lavoro e del Bilancio. Ecco, mi ha favorevolmente sorpreso che abbia inserito la riforma del Bilancio fra quella da fare necessariamente. Che questo input provenga da me, uomo di SpA, è normale, ma che sia una necessità avvertita da un professore di filosofia, è una forte conferma della validità dell’idea.

Mancano due miliardi per l’IMO, uno per la cassa integrazione, uno per gli esodati? Basta non acquistare gli F35 e non completare un’opera inutile (TAV). Ci si sbrana per l’IMU? Nulla si dice che nel dicembre 2012 il Parlamento ha stanziato 200 (duecento) miliardi di euro per la “difesa” (difesa da chi?) da erogarsi a venti alla volta per dieci anni, e da spendersi a discrezione del competente ministero … ministero che inoltre può contare sui fondi aggiuntivi per le missioni all’estero e sui fondi del ministero dei Lavori Pubblici per gli interventi in caso di calamità naturali. Ma poi, si litiga pr l’IMU invece di discutere della prossima Finanziaria 2014! Ma via … siamo seri …

Nel frattempo si prospetta una azione legale da parte di Grillo contro chi ha plagiato una sua creazione, e cioè contro chi ha ordinato ai propri fedeli sostenitori di interrompere i contatti con la stampa, la quale “… strumentalizza le vostre dichiarazioni”.