POST 973 – ILVA: QUIS CUSTODIET CUSTODES IPSOS?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Settembre, 2013 @ 4:06 pm

Detto altrimenti: ma i custodi, chi li custodisce? Chi li controlla? E alla fine, se fanno  sono danni, chi paga? (temo, alla fine, “Pantalone”)

La Commissione Europea sta valutando se aprire nella seduta di giovedì prossimo una procedura d’infrazione contro l’Italia per il mancato controllo di emissioni tossiche dall’Ilva di Taranto negli anni scorsi.

Anni, non giorni, durante i quali alti funzionari pubblici e politici molto ben pagati avrebbero dovuto fare ciò che ora pare che la Commissione Europea possa loro contestare. Dice … sono ben pagati, anzi, “stra pagati” perché la loro responsabilità è elevata, i compiti loro affidati ardui … E allora mi domando: se per malaugurata ipotesi la Commissione dovesse comminare all’Italia una multa milionaria, l’Italia si rivarrebbe sui suoi funzionari/politici negligenti? E se si, cosa se ne ricaverebbe? Sono forse costoro milionari (in euro)?

Ma costoro … potrebbero avere stipulato una polizza assicurativa …

Mi chiedo: anche per loro è prevista la stipula obbligatoria a proprie spese di una copertura assicurativa che copra la loro responsabilità anche per colpa grave? La stessa polizza è obbligatoria per ogni dirigente anche privato che operi all’interno di una SpA pubblica o mista pubblico privata.

E qui sorge un altro problema. Se Tizio è amministratore di una SpA pubblica e si assicura per tutto il periodo del suo mandato, non basta, perché la Corte dei Conti può contestare il suo operato sino a dieci anni dopo la cessazione del mandato. Se la denuncia della Corte dei Conti arriva ad esempio un anno dopo la cessazione del suo mandato, Tizio invoca la copertura assicurativa in quanto l’operato contestato è avvenuto all’interno del periodo per il quale egli ha pagato il premio all’assicurazione. Nossignore, gli risponde l’Assicurazione, noi ti assicuriamo “la denuncia del fatto” (che è venuta ben dopo la cessazione del tuo mandato), non “la perpetrazione del fatto”, quindi non sei coperto dalla nostra garanzia: avresti dovuto stipulare una seconda polizza, la cosiddetta “postuma” che noi ti rilasciamo per un periodo massimo di cinque anni”.

Tizio replica all’Assicurazione: ”Ma allora vi siete ingiustamente arricchiti, poiché vi siete presi i miei soldi e non mi avete dato alcuna contropartita!”.

Comunque, spinto dalla necessità, in occasione di un secondo diverso mandato di amministratore, Tizio si assicura anche con la “postuma” per il massimo consentitogli dall’Assicurazione: cinque anni. Ma la Corte dei Conti ha dieci anni di tempo per intervenire … e allora?

E allora lo Stato che impone all’amministratore di assicurarsi, dovrebbe imporre alle Compagnie di Assicurazione di assicurarlo, oppure ridurre i tempi dell’intervento della Corte dei Conti da dieci a cinque anni. Non vi pare? Eh si, perchè altrimenti alla fine, se non esiste un soggetto sul quale lo Stato possa rivalersi con la certezza di portare a casa il risarcimento dovutogli, alla fine a pagare sarà lo Stato, cioè Pantalone, cioè tutti noi … e avremo fatto un altro regalo alle Compagnie di Assicurazione!