POST 972 – IL TRENTINO E LE RAGIONI DEL MODERNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Settembre, 2013 @ 9:18 pm

Detto altrimenti: Die Moderne und ihre Begrundungen – Come ha affrontato ieri la modernizzazione e come affronta oggi la crisi il Trentino? “Ragioni del moderno” o “crisi delle ragioni del moderno?”

Oggi, a Trento, Via S. Croce, 77, presso la FBK- Fondazione Bruno Kessler/ISIG Istituto Storico Germanico, il giornalista Franco de Battaglia (quotidiano “L’Adige”) modera gli interventi di Giorgio Casagranda (Presidente Centro Servizi Volontariato della Provincia Autonoma), di Don Marcello Farina e di Flavio Zuelli (Università di Trento); di Maurizio Cau (FBK-ISIG).

Oggi, per il vostro blogger, è stata una giornata di rinuncia. Rinuncia ad una bella pedalata in bicicletta: sole pieno, non troppo caldo, non troppo freddo, una di quelle pedalate da 100 km almeno. Ma che volete, la Barbara del post precedente è una cara amica e Don Marcello Farina … che dire? Definirlo amico sarebbe riduttivo. Infatti per moltissimi di noi Marcello è di più, assai di più: è un aiuto ed un invito alla riflessione; un arricchimento della coscienza e della sensibilità di ognuno. E allora ecco che per oggi le mie biciclette hanno ben potuto aspettare. E poi, Giorgio Casagranda, amico, ottimamente ex politico (ottimamente non perché “ex”, ma perché era un bravo politico!). E del bravo De Battaglia, che dire? Non me ne voglia se non lo conosco … il giovane Professore Cau, io vecchietto quasi settantenne … ci può stare … ci può stare …

Il convegno è durato dalle 18,00 alle 19,45. Non ve lo riassumo. Solo alcuni concetti, senza dirvi chi li ha espressi. Indovinatelo voi!

Marcello Farina, Giorgio Casagranda, Franco De Battaglia

Una modernità che non aiuta la società umana, ma la vuole dominare.
In Cina si stanno costruendo 10 città da 100 milioni di abitanti ognuna, perché la gente che sta in città consuma di più.
Una modernità basata sulla cancellazione del concetto di popolo in favore del concetto di aggregati di persone.
Autonomia è avere un proprio progetto di vita.
Modernità è ricomporre il popolo su di un valore: il bene comune, dando centralità a lavoro, scuola, equità.
In Trentino ci sono 5.000 associazioni di volontariato. In veneto 2.500.
Per la destinazione in beneficienza, oggi si recuperano ben 5.000 kg di alimentari al giorno da quelli che i supermercati butterebbero nei cassonetti. Nel 2012 si è recuperato cibo per un controvalore di 1,5 milioni di euro.
Trentino moderno è Trentino solidale. Viene citato Bruno Masè, pilastro del volontariato sociale.
Modernità in Trentino: Cooperazione, Autonomia, Università, Concilio (Concilio che dalla sua primavera deve vivere l’estate, non l’autunno o peggio l’inverno!)
Modernità: concetto statico (positivo o negativo). Modernizzazione, concetto dinamico.
La modernizzazione attuale ha invece contenuti anche negativi: cinismo, autoreferenzialità, culto dell’apatìa, Incapacità a “farsi piccoli”. C’è moralismo, manca la moralità “ma” c’è attaccamento alle rendite di posizione.

Professor Maurizio Cau

Trentino oggi: decadenza felice, del tipo della “Finis Austriae” di fine ‘900.
Oggi abbiamo tutto (relativamente tutto) ma manca il respiro. Aria inquinata da un paternalismo diffuso, ossequiente, egocentrico, quasi razzista.
Le maggiori beghe politiche sono circa la allocazione dei super centri commerciali, che poi sono dei non-luoghi.
Il rapporto con il territorio, una volta forte, è stato banalizzato sia dalle alte sfere che dal popolo di base.
La comunicazione da reale è diventata virtuale.
Giuseppe Dossetti: “Siamo quasi immobili di fronte ai grandi cambiamenti!”
La Cooperazione di Don Lorenzo Guetti, quella delle origini, si basava su tre parole: solidarietà, bene comune, autonomia (tre parole modernissime, rivoluzionarie: ecco la vera modernità!)  ove per autonomia si intendeva l’educazione del popolo alla partecipazione alla vita pubblica. Le tre parole sono rimaste le stesse, ma non il loro significato:  Cooperazione oggi? Oggi nella cooperazione gli azionisti sono diventati semplici clienti. Occorre tornare alle origini. Bene comune oggi? E’ diventato bene pubblico, il che è altra cosa. Autonomia oggi? Quasi un Trentino bancomat.
La Chiesa “moderna”? Vinicio Albanesi, nel suo libro “I tre peccati della Chiesa” afferma che essi siano il verbalismo, l’estetismo formalistico e il moralismo. Bodlaire afferma che modernità non è il gas, il vapore o il tavolino che parla, ma “la dimenticanza del peccato originale”.

Un po’ sbrigativo, il mio resoconto? Concordo, ma sono le 22,15 e volevo “uscire” cioè “postare” cioè “pubblicare” questa sera stessa. Quanto al convegno … insomma, direte voi, “mala tempora currunt”? In parte si, ma ce la possiamo fare. Almeno sappiamo dove dirigerci: verso un moderno ritorno ai valori fondanti dell’Autonomia (ecco la modernità di ieri e di domani, non certo quella di oggi! Oggi possiamo solo cercare di modernizzare, cioè di muoverci dalla attuale falsa modernità  verso la vera modernità, quella di Don Guetti, per intendersi. E in questo molto ci aiuta Papa Francesco: da non perdere la sua lunga recentissima intervista sul quotidiano dei Gesuiti “Civiltà Cattolica” concessa al Direttore della rivista, Antonio Spadaro (n.d.r.). Papa Francesco ci aiuta a percorrere nuove vie, nuove autostrade di ASSOLUTA UMANITA’, che ci conducono al raggiungimento del BENE COMUNE, il quale non consiste nel possedere ognuno la nostra “quantità” di proprietà privata, ma nel fatto che si gioisca - contemporaneamente – del bene proprio e di quello altrui. 

N.d.r.: Un mio personale riferimento a telecamere spente. Papa Francesco ai suoi: “Non fate alberghi a pagamento ma ospizi per i poveri”. Cardinale Scola: “La Chiesa si occupi del primo momento del bisogno.  Poi l’aiuto ai poveri è compito dello Stato”.  Ed io: “Elezione di Papa Francesco? Scampato pericolo!”