POST 1124 – IL PONTE DELLE ZIGHERANE – Una violenza in meno contro le donne

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2013 @ 12:23 pm

Detto altrimenti: il ponte delle sigheraie, delle “tabacchine” – Ieri, giornata contro la violenza sulle donne … ed allora io …

Ciclisti. Provenendo da nord sulla ciclabile dell’Adige, superato il Borgo Sacco (frazione di Rovereto), proseguendo verso sud attraversate il Fiume Leno … ecco, ciclisti, che trovate, affiancati, due ponti: il nuovo ed il vecchio. Il vecchio, il Ponte delle Zigherane … appunto.

Foto da internet, non è mia. appena ci passo ne scatterò una migliore

Frammenti di storia trentina. Chiaccherando fra ciclisti, al passaggio di quel ponte l’amico Claudio (ing. Lorenzi), sapendomi appassionato di penna, mi dice: “Ma tu la sai la storia di questo ponte? Si chiama il Ponte delle Zigherane”. E mi racconta. Anzi, poi mi manda anche una mail con i dettagli, tratti dal libro di Annalisa Gerola, “I 150 anni del gigante – Storia della manifattura tabacchi di Rovereto attraverso immagini e testimonianze”. Edizioniosiride.

S’era ai tempi del Comune di Sacco, di quello che oggi è un borgo del Comune di Rovereto, Borgo Sacco, appunto, capolinea dell’uscita di allenamento per molti di noi ciclisti trentini, 50 km fra andata e ritorno, con una bella fontanella a metà percorso. Il piccolo comune aveva approvato la costruzione della manifattura tabacchi a condizione che le maestranze utilizzate e i fornitori fossero preferibilmente comunali (nel 1920, il Comune fu incorporato in quel di Rovereto, su ordinanza del 18 marzo 1920 del Commissario Generale Civile per la Venezia Tridentina).

Ecco, questa è la mia foto. il ponte delel Zigherane è quello vecchio, pedonale, davanti a quello nuovo ...

Ecco, questa è la mia foto. il ponte delel Zigherane è quello vecchio, pedonale, davanti a quello nuovo …

In ogni caso. molte lavoratrici provenivano “da fuori” (Brentonico, Mori, Marco, Lizzana, Lizzanella, Trambileno, Patone, Lenzima, Noroglio). Tutte venivano a piedi, di notte, nella neve, molte con il figlioletto in braccio da “parcheggiare” presso nonni e parenti. Fino al 1877 chi proveniva dalla sinistra Leno, doveva guadare il fiume, raggiungendolo attraverso degli scivoli, le “andadore” preparate per far scendere i carri trainati dai cavalli. Quando non era possibile guadare a causa della troppa acqua, le donne dovevano allungare il loro già penoso tragitto sino al Ponte di Santa Maria, con una faticata supplementare rispetto alle molte ore di viaggio ed alle dieci ore di lavoro. Fu così che nel 1874 le autorità pensarono di costruire un ponte, chiedendo che le Zigherane contribuissero alla spesa. Una sorta di project financing ante litteram. Le trecento donne interessate accettarono. I Comuni anticiparono i soldi, le Zigherane si tassarono per vent’anni. Il ponte venne inaugurato nel 1877. Una violenza in meno contro quelle donne. E allora, ricordiamo e riconosciamo ogni onore a quelle donne, anzi, a quelle Donne!