IL GOVERNO … NON SOLO DELLA VELA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2013 @ 11:24 am

Detto altrimenti: governare una barca a vela e non solo! (post 1183)

23 anni fa. Me l’era appena comperata. La prima ed anche l’unica barca a vela della mia vita. Barca. Non uno yach. Una vera “barca”, un FUN da regata, un guscio di sette metri, vuoto dentro. velocissimo. Già, ma come si fa a governarlo? Ero in un negozio di sport a Torbole. C’era anche il famoso velista di “Azzurra”, Mauro Pelleschier. Mi presento, mi dice: “Se impari con il FUN a Riva del Garda, sei a posto”.

… ma poi ho imparato, anche da solo …

Ma come si fa? Chiamo un amico che invece era esperto, che mi accompagni. Siamo a Riva del Garda. Estate. Vento debole da nord. Ci spingiamo al largo.  Randa piena e a prua un grosso genoa, cioè siamo molto invelati. A bordo, poco peso: infatti siamo solo in due contro i quattro previsti dal costruttore. A sud sul lago compare una striscia nera, indice di un’Ora forte che sta arrivando. Io non conosco né il lago né la barca. Il mio amico non prende alcuna decisione. L’Ora ci investe con tutta la sua forza (25 nodi). Siamo troppo invelati. Risalire il vento verso sud, manco a parlarne. Il mio amico, al timone, dirige verso nord, cioè verso la riva di Riva, vento in poppa, e mi manda a prua a sostituire il genoa (16 metri quadrati) con il fiocco (8 metri quadrati). E’ una manovra che richiede un minino di esperienza, che io non ho. Riesco a sostituire la vela, mai ho impiegato troppo tempo. Infatti siamo ormai molti vicini agli scogli. Troppo vicini. Dobbiamo assoolutamente risalire il vento, cioè bolinare verso sud (ora con il fiocco è teoricamente possibile). Solo che nessuna barca a vela parte di bolina da ferma: occorre prima farle prendere un po’ di velocità al traverso. Siamo dentro il piccolo golfo di Punta Lido, a venti metri dagli scogli. Il mio amico vede la difficoltà della manovra e per deresponsabilizzarsi mi lancia la barra del timone e mi grida “Falla correre!”. Io non so nemmeno dirvi come sia riuscito a farla navigare un po’ al traverso, indi a stringere il vento, a risalire di bolina sfiorando letteralmente gli scogli. L’è nada … è andata …

Ecco, questo è un racconto di governo della vela ed anche di altre situazioni. Chi ha governato male, chi sta per mandare la barca sugli scogli, lascia ad altri la barra del timone, all’improvviso. Meglio deresponsabilizzarsi e poi, se del caso, criticare chi sta cercando di evitare gli scogli.

Alla mia barca “Whisper”, che con un filo di vento scivola sull’acqua  lieve come un sussurro, un bisbiglio, un sospiro, ma che con vento forte plana frememdo come un’innamorata,  ho dedicato una mia poesia:

Whisper: “S’illumina al sole/ ti aspetta. / La prendi/ la porti nel vento./ Respira il tuo stesso respiro./ Sussulti/ lei freme/ sospira”.