L’ILIADE LETTA A TRENTO – Libri XI-XII

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Marzo, 2012 @ 6:38 pm

Detto altrimenti: a seguito dei post del 31 gennaio e 11 febbraio e 29 febbraio scorsi. Prosegue la lettura dell’Iliade presso la biblioteca di Tento sotto la guida della Pofessoressa Maria Lia Guardini. Prossima riunione, 13 marzo 2012. Si ragionerà su otto libri, dal 9° al 16° compresi. Qui trovate dal 9° libro al 12° compresi.

Libro IX° – I GRECI MANDANO AMBASCERIE AD ACHILLE PER FARLO RITORNARE A COMBATTERE. ACHILLE RIFIUTA (in neretto le attualizzazioni)

Agamennone nella Treccani

Agamennone,uomo dalle molte facce. Sottrae ingiustamente una onorificenza ad un eroe di guerra, uccide a freddo un prigioniero che lo supplicava e gli offriva un ricco riscatto, piange. Piange, ora, con i Troiani accampati sotto la palizzata ( o muraglia?) eretta a difesa delle sue navi, Troiani che da assediati si sono trasformati in assedianti. Piange. Convoca l’Assemblea. Quando la situazione si fa difficile anche i ducetti diventano democratici … per condividere la loro responsabilità, per chiedere aiuto … e avanza la sua proposta: “Coraggio, fuggiamo!”.
Al che Diomede, uno che combatte veramente e non a parole, gli si ribella e lo insulta ma Agamennone non reagisce, anche perché Omero, per salvargli la faccia, fa intervenire Pilo che avanza una mozione d’ordine. “Intanto noi facciamoci una bella mangiata e mandiamo i giovani a fare la guardia, ai giovani tocca …, poi a pancia piena discuteremo meglio”. Tutto il mondo è paese, sempre. Oggi i “vecchi” mangiano e i giovani al lavoro, anzi, a cercar lavoro … Interviene Nestore, dalle parlanti pupille: Agamennone, a te, cui è stato dato il carico delle leggi, conviene dir tua sentenza, e ascoltar l’altrui. Come per il TAV. Ascoltar l’altrui, appunto. Nestore propone che si mandi ambasciatori ad Achille per convincerlo a riprendere a combattere. Agamennone accetta e fa un lungo elenco di doni (un vero e proprio piano di incentivazione (MBO, management by objectives).
La missione diplomatica è così composta: capo missione, Fenice, membri effettivi Aiace Telamonio e Ulisse. Detto, fatto. Gli ambasciatori si avviano verso la tenda di Achille “del risonante mar lungo la riva”. Achille li riceve secondo la migliore tradizione dell’ospitalità, sacra presso i Greci. E quindi, seconda abbondante cena … i “forchettoni”! In tre lo implorano. Ai tre Achille dice di no. Tre volte?

E qui mi torna alla mente un passo dell’Orazione di Marco Antonio dal Giulio Cesare di William Shakespeare. Anche qui abbiamo le “tre volte”, sia pure in senso diverso:

I thrice presented him a kingly crown,
which he did thrice refuse; was this ambition?

Inoltre, sapendo che se egli andrà in battaglia si coprirà di gloria, morirà, Achille afferma di avere scelto una vita tipo ozi di Capua. Riportato il suo rifiuto ad Agamennone, Diomede si arrabbia con il capo: Achille era già un orgoglioso e tu, con questa richiesta, hai esaltato questo suon atteggiamento.

Questo è il libro dei contrasti: la figura di Agamennone contrasta con quella di Diomede. La dichiarazione bellicosa di Diomede di combattere contrasta con la assoluta certezza della inutilità del suo eventuale sacrificio. Nel padiglione di Agamennone si vivono ore di incubo, in quello di Achille si suona la cetra. Altro contrasto: la complessità e l’articolazione delle suppliche e la risolutezza del rifiuto di Achille. L’unico contrasto che manca è che in entrambi i padiglioni si mangia e beve. Alla faccia …

L’elemento negativo del libro è che “nessun pentimento e nessuna richiesta di può cancellare il desiderio di vendetta”. Poesia invece troviamo nel ricordo di Achille bambino, nello sdegno di Aiace, nell’orgoglio e nel coraggio di Diomede.

Libro X° – SPIE NOTTURNE DEI DUE SCHIERAMENTI SI INCONTRANO: ULISSE ED AIACE HANNO LA MEGLIO E FANNO STRAGE DI NEMICI ADDORMENTATI  (in neretto le attualizzazioni)

Agamennone ha incubi notturni e i suoi pensieri erano tempestosi

quale il marito di Giunon lampeggia
quando prepara una gran piova o grandine,
o folta neve ad inalbare i campi,
o fracasso di guerra voratrice.

Giunone? Hera, direi, siamo nel mondo greco non latino! Ma il traduttore Vincenzo Monti non conosceva il greco e aveva tradotto dal latino, come ci ricorda Ugo Foscolo:
“Questi è il Monti, poeta e cavaliero, gran traduttor de’ traduttor d’Omero”.

Agamennone si veste e si arma. Lo vede Menelao e si stupisce. Agamennone gli dice: io vado a a chiamare Nestore. Tu Chiama Aiace e Idomeneo. E mentre attraversi il campo, invita tutti a fare la guardia, siate preparati, cribbio! E’ una congiura della magistratura (questa volta addiorittura divina, n.d.r.)! Ci può essere il rischio di un attacco notturno (Agamennone se la sta facendo sotto). Svegliamo anche Diomede ed Aiace, tutti. Diomede sveglia molti guerrieri: che si allertano

come i fidi molossi la pecorile
fan travagliosa sentinella, udendo
calar dal monte una feroce belva
e stormir le boscaglie: un gran tumulto
s’alza sovr’essa di latrati e gridi
e si rompe ogni sonno …

… insomma, altra assemblea: chi va a spiare cosa fanno i Troiani? Si offre Diomede che fra i tanti volontari sceglie Ulisse. Si armano, fanno gli scongiuri, terque quaterque …  (voti agli dei) e partono. Nella notte incrociano Dolone mandato da Ettore a spiare i Greci. Lo catturano, lo fanno parlare e lo decapitano. Quindi sulla scorta delle informazioni ricevute, fanno strage di Traci addormentati, avventandosi su di loro

… Come lione
sopravvenendo, al non guardato gregge
scagliasi, e capre e agnelle empio diserta …

I nostri due tornano al campo, carichi di spoglie. Altra cena ed altra bevuta. Raro caso di scontro notturno. Taluno afferma che questo libro sia una interpolazione.

Libro XI° – RIPRENDE LA BATTAGLIA (in neretto le attualizzazioni)

I Greci hanno voglia di combattere. Fremono (di andare a farsi squartare?) valli a capire … :

“…sonava nel cor la dolce guerra più che il ritorno al caro patrio lido”.

Omero pone molta cura nel descrivere la vestizione e l’armamento dei guerrieri. Stessa scena presso i troiani: Ettore è maestoso

..qual Sirio la funesta stella
or senza vel fiammeggia, ed or rientra
nel buio delle nubi …

Greci e Troiani si ammazzano a vicenda …

… qual di ricco padron nel campo vanno
i mietitori, con opposte fronti,
falciando l’orzo od il frumento; in lunga
serie recise, cadono le bionde
figlie de’ solchi ed in un momento ingombra
di manipoli tutta è la campagna …

La battaglia si svolge a vantaggio dei Greci fin …

… nell’ora
che in montagna foresta il legnaiolo
pon mano al parco desinar, sentendo
dell’assiduo tagliar cerri ed abeti
stanche le braccia e fastidio il core
e dolce per la mente e per le membra
serpe il cibo il natural desìo…

A chiunque avesse ucciso un avversario, il regista Omero lascia il tempo di depredare delle armi la vittima. Ma nel frattempo i nemici non intervenivano? E il predatore, che ne faceva del bottino? Forse faceva come noi ragazzi che quando s’andava a pesca subacquea con i fucili a molla, si riponevano via via le piccole prede entro una reticella che portavamo appesa alla vita?

L’Agamennone Furioso imperversa…

… come quando un lion, nel covo entrato
d’agil cerva, ne sbrana agevolmente
i pargoli portati, e li maciulla
co’ forti denti, mormorando, e sperde
l’anime tenerelle; la vicina
misera madre, non che dar soccorso,
compresa di terror fugge veloce
per le dense boscaglie, e, trafelando,
suda al pensier della possente belva …

E quando uno sta per uccidere l’avversario, ormai disarmato, inizia il dialogo far i due: dai non mi uccidere, ti farò pagare un ricco riscatto! No, non posso, ma dai che puoi … Ma anche qui, nel frattempo glia altri nemici che fanno?

E poi, uno solo mette in fuga una intera moltitudine? Pare di assistere all’apparizione dei primi carri armati nella prima guerra mondiale.

Dal piano dell’ira a quello della battaglia e da questo al piano superiore, quello degli Dei. Zeus suggerisce ad Ettore di intervenire solo dopo che Agamennone sarà ferito. E così è. Zeus, che in realtà parteggia per i Greci, vuole punirli (per mezzo della decisione di Achille di non combattere) e quindi vuole far prendere loro una bella strizza. Ora, il Fato, che è superiore a Zeus, ha deciso che Ettore muoia e questo Zeus lo sa bene. Zeus però sa anche che se Ettore morisse adesso, per i Greci sarebbe troppo facile vincere e non sarebbero stati abbastanza puniti. Quindi Zeus vuole evitare che Ettore muoia troppo presto. Praticamente un giallo alla Hitchcock.
Agamennone viene ferito e si ritira. Ettore interviene e fa strage. Ulisse e Diomede resistono. Diomede impreca “Zeus nemico!” Oggi sarebbe una bestemmia: “Dio ….!”.
Diomede riesce a stordire Ettore che si rialza e si rifugia fra i suoi. Paride, da posizione nascosta, ferisce al piede Diomede con una freccia, e Diomede gli dà del vigliacco: vieni qui se hai il coraggio che ti faccio un c…. così! Ma essendo ferito, si deve ritirare anch’egli. Ulisse è accerchiato ed è ferito al fianco, ma trova la forza di uccidere il suo feritore. Ulisse si estrae la lancia dal fianco e inizia a sanguinare copiosamente. Aiace e Menelao corrono in suo aiuto. L’Aiace Furioso (così mnel testo!) si dà molto da fare

come quando ruinoso un fiume
cui crebbe l’invernal pioggia di Giove, (rectius, Zeus!)
si devolve dal monte alla pianura,
e, molte aride querce e molti pini
rotando, spinge una gran torba al mare …

… ma alla sola vista di Ettore si ritira. E qui Omero gli fa fare una dignitosissima ritirata strategica, non una vile fuga, tale il suo retrocedere è lento, minaccioso, decoroso, protetto da uno scudo immenso. Al suo inseguimento si accalca una turba di omuncoli desiderosi di ferire il gigante, scagliando invano frecce e lance contro di esso, mentre egli retrocede, lento e granitico, come una grande nave munita di scorta armata, con i motori in avaria, che si ritira lentamente, inutilmente assalita da tante barchette di  pescatori di tonni, improvvisatisi pirati.

Continua la battaglia, anche a sassate “col brando e con enormi macigni”. Ettore avanza, Aiace si ritira …e un Greco, pur ferito, incita i suoi a difendere Aiace!

E Achille? Colonnello che piangeva nel veder tanto macello, fatti coraggio alpino bello … ma Achille non piange, si limita, ed è la prima volta, a chiedere come stia andando la battaglia e manda Patroclo ad informarsi sui feriti e sui morti. Nestore si meraviglia dell’interessamento di Achille e invita Patroclo a dire ad Achille delle ferite subite da Diomede, Euripilo, Macaone, Ulisse e Agamennone. Cosa aspetta ad intervenire?.Si sollecita l’utilizzo dell’arma segreta, le V2! Che almeno Ulisse mandi te in battaglia, con la sua armatura alla testa dei suoi Mirmidoni! Ormai l’unica salvezza dei Greci sta nel trincerarsi entro il loro accampamento.

Libro XII° – ASSALTO AL CAMPO GRECO. ETTORE IRROMPE  (in neretto le attualizzazioni)

Si inizia con un flash back al contrario. Poiché palizzata (o muraglia) e vallo a difesa delle navi e del campo erano stati costruiti dai Greci senza aver fatto le dovute offerte propiziatorie agli dei, viene anticipata la descrizione di come, alla fine della guerra, Nettuno, Apollo e Giove (cioè Poseidon, Febo e Zeus) avrebbero poi distrutto quest’opera di architettura militare.
Ettore incita i suoi, che esitano a scendere nel vallo e ad attaccare le mura del campo …

… qual cinghial e bieco
leon , cui fanno cacciatori e cani
densa corona, di sue forze altero,
volve dintorno i truci occhi, né teme
la tempesta de’ dardi né la morte,
ma generoso si rigira, e guarda
dove slanciarsi fra gli armati; e , ovunque
urta, s’arretra degli armati il cerchio …

Ma un suo subalterrno gli  suggerisce: non mandare cavalli e carri nel fossato: ci sono gli sbarramenti anticarro, tipo quelli degli Alpini d’arresto della Brigata Alpina Tridentina, non vedi? Manda avanti solo la fanteria! Ettore accetta il suggerimento. e arresta i … carri armati.
La fanteria avanza divisa in cinque battaglioni, battaglioni del duce Ettore battaglioni, della morte ,… etc. I Troiani si aventano su una porta delle mura, difesa da due fortissimi eroi, Polipete e Leonteo i quali la tenevano aperta per fare entrare i propri compagni fuggitivi. Due guerrieri forti, “sembianti a due eccelse querce in cima alla montagna” …

… come silvestri
verri ch’odon sul m onte avvicinarsi
il fragor della caccia; impetuosi
fulminando a traverso, a sé dintorno
rompon la selva, schiantando la rosta
dalle radici, e sentir fanno il suuono
del terribile dente, infin che, colti
d’acuito strale, perdon la vita …

Nel frattempo

… cadean le pietre come spessa
la grandine, cui vento impetuoso
di negre nubi agitator riversa
sull’alma terra …
… con grandinar di sassi smisurati …

Un Troiano si lamenta con Giove (Zeus) di tale resistenza greca. Ma Zeus vuole che la gloria, al momento, sia del solo Ettore, non dei Troiani. Infatti Polipete e Leonteo resistono, uccidono e spogliano i nemici vinti (ma intanto, come fanno a continuare a difendere la porta? Mistero!).

L'aviazione fatta intervenire da Zeus

 

Ecco che Zeus rimette in campo l’aviazione: un’aquila che stringe fra gli artigli un drago ferito, che però si rivolta, ferisce il rapace costringendolo a mollare la preda. Il drago cade fra le schiere ed ognuno interpreta il fatto a favore o a sfavore. Valli a capire …
In realtà di trattava di guerra psicologica … un po’ come quando Gabriele D’Annunzio lanciò su Vienna manifestini inneggianti all’Italia …
La lotta ormai è un corpo a corpo sugli spalti. Prevale la forza bruta, più che l’arma. Portaordini corrono a destra e a manca, i capi spostano le schiere, un gran caos. La battaglia è incerta …

siccome onesta femminetta, a cui
procaccia il vitto la conocchia, in mano
tien la bilancia, e vi sospende e pesa
con rigorosa truitina la lana,
onde i suoi figli sostentar di scarso
alimento; così de’ combattenti
equilibrata si tenea la pugna …

… fino a quando Zeus fa sì che Ettore superi la cinta delle mura greche. Infatti Ettore afferra …

…un immane macigno acuto:
non l’avrian mosso agevolmente due
de’ presenti mortali, anche robusti,per carreggiarlo …
… e come nella manca il mandriano
lieve sostiene d’un ariete il vello,
insensibile al peso …

… Ettore scaglia il macigno, fracassa una porta della cinta ed i Troiani irrompono. I Greci si ritirano e la battaglia ridiventa campale: campale, dentro il campo greco. Resta da vedere some si comporteranno i Troiani contro i Mirmidoni di Achille  …