L’INCIDENTE SCIISTICO DI SCHUMACHER

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Gennaio, 2014 @ 8:33 pm

 Detto altrimenti: riflessioni di uno sciatore (post 1255 – 5/2014)

Una pista facile, larga, ben battuta, visibilità e qualità della neve ottima, nessun particolare affollamento. Quasi i pianori del nostro Grostè a Madonna di Campiglio in una bella giornata di sole. Uno sciatore di livello medio alto decide di attraversare una sorta di piccolo “spartitraffico” fra due corsie della stessa pista, in neve fresca. Solo pochi metri. Il fondo nevoso non è abbastanza spesso da ricoprire sufficientemente tutti i sassi (preferisco chiamarli “sassi” più che “rocce”) ma semplicemente da “nasconderli” alla vista. Infatti, l’ultima nevicata li ha solo “nascosti” con uno strato di 10 cm., insufficiente a sopportare il  peso dello sciatore. Gli sci si “piantano” su di un sasso. La forza d’inerzia proietta in avanti lo sciatore. Gli attacchi di sicurezza si aprono. L’uomo cade in avanti e sbatte  la testa contro un altro sasso. Affiorante o meno, non ha fatto differenza.

Un fuoripista vero fra rocce vere:  dopo la salita in funivia, la discesa dal Sass Pordoi nella Val di Mezdì

Inizialmente si è parlato di “urto contro le rocce durante un fuori pista”. Io ho subito pensato a qualcosa come la discesa dal Sass Pordoi, dal Colle del Teodulo a Cervinia, dai canaloni del Sises al Sestriere, dal Colletto Verde a Monginevro o dal muro di Serre Chevalier Le Monetier vicino a Briancon (Alta Savoia). Tutte discese che ho ripetuto più volte. Niente di tutto questo. Schumi: un banale incidente che avrebbe potuto accadere anche su una pista battuta, facile e poco innevata (quante volte abbiamo sciato – in pista – fra sassi affioranti qua e là …)

E allora, che dire? Fatalità, a mio avviso. Tristissima fatalità. Dice … ma andava veloce … taluno scrive “a 50 kmh”. Ma come ha fatto a stabilire questo valore? Schumi non aveva certo la “scatola nera” nella tasca della giacca a vento. E poi, una caduta simile è pericolosa anche a 10 kmh, e anche da fermo, oserei dire. Se da fermo scivolate e battete direttamente la testa per terra su di un sasso aguzzo … credo che gli esiti possano essere molto simili a quelli dell’incidente occorso a Schumi. No, non credo che la causa dell’incidente sia stata la velocità eccessiva.

… la pressione dell’aria sulle racchette e quindi sui polsi …

La velocità sugli sci? Per sentirla “sulle racchette” devi andare oltre i 70kmh, quando l’aria le spinge indietro con una forza crescente in via esponenziale rispetto all’incremento della vostra velocità. Non per niente adottiamo racchette in carbonio, leggere e sottilissime, meno resistenti all’aria e più reagenti alla spinta in avanti del polso. Volete imparare a valutare la velocità della vostra sciata? Fatevi portare in motocicletta e stando seduti  sul sellino posteriore del passeggero, sporgete all’esterno una mano che impugni una  racchetta da sci. Imparerete a valutare la velocità dalla pressione che la racchetta tasmette al vostro polso.

Fuori pista. In genere lo praticano veri sportivi, dopo una salita a piedi (che però, talvolta è sostituita da una salita con  impianto a fune o, per pochi ricconii, da un elicottero, il che cambia la classificazione dell’impresa) ed allora è un vero fuori pista. In questi casi usualmente si scia su percorsi molto lontani dalle piste battute, con il connesso pericolo di valanghe; più prudentemente lo si pratica lungo gli stessi percorsi ma sulla neve crostosa in primavera. Infatti, una cosa è il fuoripista in neve fresca e abbondante, altra in neve crostosa, primaverile, cioè “autobattuta”, molto più sicura e ancor più divertente se  ricoperta da un leggero strato di fresca.

Poi esiste il “fuori pista” a fianco delle piste battute. Anche questo può essere pericoloso. Ad esempio, qui da noi in Paganella, negli ultimi anni abbiamo avuto due morti a dieci metri dalla pista battuta, per slavine provocate dagli stessi sciatori.  Paganella? Sono di questi giorni tracce di fuoripista in neve fresca subito sotto l’arrivo della seggiovia Cima Paganella, lato Andalo. Tracce che si sviluppano fra sassi ancora affioranti. Come vedete, è anche fortuna …

E Schumi? A mio avviso  5% imprudenza, 95% sfortuna e fatalità. Che dire? Forza Schumi! Dai che ce la fai!