LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Gennaio, 2014 @ 7:51 am

Detto altrimenti: libera Chiesa … purchè non sia “libera” (cioè priva) di Sacerdoti … (post 1254 – 4/2014)

Natale. C’è chi va in Chiesa e chi no. Io si. E si è più attenti del solito. A forza di “stare attento”, mi è venuta da fare un’osservazione banale. L’età dei Sacerdoti celebranti. Per la maggior parte molto, molto avanzata. E i loro sostituti … dove sono? Crisi delle vocazioni, sento dire. Ok, ma occorre porre rimedio:  una Chiesa senza Sacerdoti non è immaginabile.

Al Muse, il nuovissimo Museo di Storia Naturale di Trento. In coda per entrare.
“Prego, si accomodi … sa … io non ho fretta … sono pensionato …”
“Ma … mi pare do conoscerla … Riccardo … ma sei tu?”
“Si … ma … tu …. non mi dire … Marco?” – “Yes, I am” mi risponde sorridendo …

In questi giorni, dopo tanti anni, inaspettatamente, ho incontrato un mio vecchio amico d’infanzia. Un abbraccio. Dopo i primi saluti, superato lo smarrimento della sorpresa, ci aggiorniamo sulle nostre vite “parallele per il tempo della vita” ma “divergenti quanto ai contenuti della vita”. Io gli parlo del mio lavoro – antico e recente –  e della mia famiglia. Lui, vestito in borghese, della sua famiglia, cioè quella delle sei parrocchie affidate alle sue cure di parroco: paeselli quanto si vuole, ma sempre sei sono! Infatti è parroco in una regione del centro Italia. D’istinto, lo abbraccio una seconda volta. Non nascondo che sono un po’ commosso e sicuramente sorpreso: lui prete? Lui che era un buontempone, sempre allegro e pronto allo scherzo, vivacissimo e un po’ burlone?
“Ma perché, dice, i preti devono essere tristi? Non hai sentito Papa Francesco? Letizia, letizia ci vuole!”
Siamo ovviamente in confidenza, nonostante la lunga separazione. Gli chiedo se anche lui è in pensione.
“Pensione … mi dice … tu così giovane, mio coetaneo – perchè noi due … giovani siamo, no? – Tu ci sei già in pensione … noi preti dobbiamo andare ben oltre … sai, nel nostro settore pare che le domande di lavoro siano ben poche …”
Mi viene spontaneo chiedergli cosa pensa che succederà quando sacerdoti della sua/nostra età ed anche più anziani, andranno in pensione.
“Già, la crisi delle vocazioni” … mi risponde, un po’ vagamente.

Io mi permetto di fare un parallelo assolutamente inappropriato, me ne rendo conto per primo io stesso, un parallelo con il “sistema” del mondo militare: fino a ieri la maggior parte dei giovani cercava di evitare la leva obbligatoria. Oggi c’è la fila per diventare militare di carriera. Il servizio militare è diventato un mestiere appetibile. Non che il sacerdozio possa subire la stessa evoluzione, che possa diventare un mestiere, ci mancherebbe altro! Ma forse la creazione di precondizioni diverse da quelle attuali … i tempi cambiano, e poi … un ritorno agli insegnamenti ed agli esempi dell’origine … soggiungo: “San Pietro era sposato, o mi sbaglio”?

Marco: “La Chiesa ci sta sicuramente pensando, soprattutto ora con Papa Francesco”.
Ed io: “Vuoi dire … al matrimonio dei preti e alle donne sacerdote?”
Marco: “Uei .. raga (come dicono i suoi giovani parrocchiani – precisa -) scialla, calma, non esageriamo … le donne sacerdote … sì, a me andrebbe bene, ma rebus sic stantibus mi parrebbe pretendere troppo! Io credo piuttosto al matrimonio dei preti. Perché no? Solo che sarebbe una soluzione di medio periodo e invece occorrono soluzioni di brevissimo periodo. Infatti oggi i diaconi non bastano più … ti faccio un esempio banale: pensa un po’ che io passo buona parte del mio tempo a gestire la manutenzione degli edifici parrocchiali. Non ti dico poi quando si devono effettuare lavori straordinari. Tu, Riccardo, che mi hai appena detto di essere stato – da ultimo – a capo anche di società che hanno operato in lavori edili, ne sai qualcosa: noi parroci – di campagna o di città – siamo ormai quasi dei capi cantiere, dei responsabili di progetto, della sicurezza dei lavoratori, della gestione delle gare che facciamo per cercare di risparmiare …”

Io: “Ma come se ne può uscire? E’ tutto tempo sottratto alla cura delle anime, o mi sbaglio? Già che siete poi così tanti – aggiungo ironicamente – che non mi parrebbe proprio il caso di trasformarvi in geometri e ingegneri …”

Marco: “Una soluzione potrebbe essere quella che la Curia accentrasse queste funzioni in capo ad un ristretto gruppetto di specialisti centrali … sarebbe un po’ come avere un 30% di sacerdoti in più per la cura delle anime”.

Abbiamo continuato a parlare, a lungo. Gli ho mostrato le foto della mia piccola nipotina Sara.
“Che bel nome, dice … e che bella bambina: sei un nonno fortunato!”
“Dai, Marco – o devo chiamarti Padre … o Don …? – Oggi sei a pranzo con noi, così la potrai conoscere …”
“Va bene così, figliolo, va bene così: “Marco” va benissimo: con un nome simile sono in buona compagnia, non ti pare? Aspetta che avverto il mio gruppo che non sarò  con loro al mercatino e al Pedavena … si chiama così quella vostra famosa birreria? Sai … la buona birra … ne sono ghiotto, come una volta … un liquido peccatuccio di gola … e poi, ricordi come scherzavamo all’oratorio? I Re Magi? Oro, incenso e …  birra! D’altra parte in Duomo e alla chiesa del Concilio ci siamo già stati, sono state le nostre prime mete …”

Quando si dice che visitare i musei arricchisce la nostra vita …