MESTIERI ARTIGIANI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Gennaio, 2014 @ 6:49 pm

Detto altrimenti: quello che noi Italiani pare non vogliamo più fare. E invece … (post 1276)

 … e invece … a Zambana Nuova … un “ciabattino”? Un “calzolaio”? No, molto molto di più … vedrete, vedrete! Lui, Rasim Tershana, albanese di 55 anni, in Italia dal 1991, a Lavis e poi dal 2013 a Zambana Nuova, Via De Gasperi, 43. Avevo una cintura da aggiustare, idem un bellissimo paio di guanti da sci in pelle … anni fa avrei buttato via tutto e fatto nuovi acquisti, ma si sa, la spending review. E così, guanti da sci riparati. Idem la cintura.
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Cosa ha di speciale? Ve lo dico subito. Rasim utilizza una macchina da cucire Singer del 1896 (1896!). Io ero lì ad aspettare. Si è rotta una molla del meccanismo della macchina. Parti di ricambio? Manco a parlarne. Rasim mi dice: “Puoi aspettare cinque minuti?” Certo, aspetto. Egli prende da terra un vecchio ombrello sconquassato, con un paio di tenaglie recupera una giuntura in acciaio dagli snodi che consentivano l’apertura automatica dell’ombrello. “Sai, mi dice, è ottimo acciaio”. Due martellate, la appiattisce, poi con una forbice la sagoma. “Vedi, dice, usufruisco (usa questo termine appropriatissimo!) del piccolo foro già esistente sul ritaglio che ho sagomato e con la vite del pezzo della macchina lo fisso al meccanismo e la macchina funziona”. Cinque minuti e riprende a cucire la mia cintura.
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Entra un anziano (chiedo: classe 1938) con una scarpa la cui suola sul davanti si è completamente scollata: “Rasim, è possibile aggiustarla?” – Risposta: “Niente è impossibile. Passa fra un’ora”. Entra una signora con due bambini per ritirare un paio di stivali. Ai bimbi Rasim offre alcuni biscotti. Altra cliente: è rimasta incastrata con il tacco in un tombino, la pelle della scarpa si è rovinata. In cinque minuti Rasim la ripara. “Quant’è?” “Nulla, ciao”.
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Chiedo: “Scrivo su Trentoblog. Posso scattare qualche forto e fare un articolo?” – “Certo … fai pure, sai … ma ti avverto: hanno scritto già in tanti su di me” – “Vabbè, dico io, se a te non disturba, cercherò di evidenziare ciò che più mi ha colpito” (cioè: comportamenti che valgono un tesoro!).  E ho fatto così.