DEMOCRAZIA WEB? NO … PIUTTOSTO “WEB-CRAZIA”!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Gennaio, 2014 @ 7:04 am

Detto altrimenti: perché non mi convince (post 1302 – 52/2014)

Teoricamente funziona. Dicono: Abbiamo un programma. Chi aderisce al nostro movimento, sa che dobbiamo realizzare quello e nient’altro. Se poi sorgono problemi nuovi, noi li spieghiamo sul web e la rete decide. Funziona. Teoricamente. In pratica mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature:
1) quanto al programma potrebbe anche andar bene, ma però (lo so, lo so … che “ma però” non si dice, ma a “me mi” – e ci risiamo, povera lingua italiana! – a me mi piace lo stesso scriverlo!) … si diceva? Ah sì … ma però vorrei sapere quanta gente che approva il programma e aderisce al movimento è consapevole – ad esempio – delle conseguenze che deriverebbero all’Italia (rectius, “contro”  l’Italia!) dall’uscita del Paese dall’Euro. E quanta genta conosce i contenuti dei diversi sistemi elettorali oggi sul tappeto?
2) Quanti sono gli ammessi a votare e quanti i votanti rispetto ai milioni di aderenti al movimento?
3) Quali sono le garanzie circa la corretta gestione dei dati e dei voti circolanti in rete?

Ecco, salvo che mi si dipanino questi dubbi, questa qui più che una demo-crazia mi pare una web-crazia e non nel senso di “potere della rete”, bensì nel senso di “potere di chi gestisce la rete”. Cosa doppiamente diversa dalle demo-crazia.

(Nella “democratica” Atene di Pericle, le genti governate erano 300.000; alle assemblee pubbliche avevano diritto di partecipare 30.000; vi partecipavano 5.000; parlavano in 50; decideva uno solo. Leggete “Il mondo di Atene” di  Luciano Canfora, Ed. Laterza, collana I Robinson).