RENZI: COMPROMESSO STORICO N.2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2014 @ 8:45 am

Detto altrimenti: Eppur si muove … (post n. 1313 – 63/2014)

L’Italia è ferma? No … “Eppur si muove”, disse Galileo Galilei a chi voleva la terra ferma al centro dell’Universo con il sole che le girava attorno …

Renzi, giovanotto coraggio … non c’è che dire.

Berlusconi: ma non doveva essere “al gabbio”?

L’incontro con Berlusconi: “Ottimo!” direbbe tale  Machiavelli …

Mi sta bene tutto il pacchetto Renzi? No, ad esempio non digerisco le liste bloccate anche se “mini”. Tuttavia preferisco “risultati parziali” a “parole totali”.

Il compromesso? Paolo Mieli, nel suo ottimo recente libro “I conti con la storia- Per capire il nostro tempo”, nel capitolo “Mosche e scarafaggi: quando i compromessi fanno la storia”, afferma che “Il compromesso è la cosa migliore che ci sia. Fu Albert Einstein a dire che che gli unici compromessi inammissibili sono quello sordidi”. Prosegue citando il filosofo israeleiano Avishai Margalit che distingue fra il “compromesso scarafaggio” (lo scarafaggio caduto nel piatto della minestra la rende immangiabile) e il “compromesso mosca” che cade in un unguento, mosca che può essere asportata senza che l’unguento sia rovinato.

Mi sta bene che sia la politica ad accodarsi sulla legge elettorale.
Mi starà bene se le leggi (a cominciare da quella elettorale) saranno nuovamente “fatte” dal parlamento.
Mi sta bene se la vita del Governo sarà più lunga e più sicura.
Non mi sta bene che in parallelo non si proceda, nelle sedi opportune, ad una sostanziale e significativa revisione urgente dell’ordine delle priorità del Paese e che non si chiarisca il significato delle parole “Bene Comune”.

E Renzi? Renzi, Toscanaccio DOC. di quelli “maledetti” da Curzio Malaparte, di quelli che trainando il loro vecchio carroccio carico di masserizie varie, costrinsero alla stessa velocità di marcia la colonna dei carrarmati americani che avrebebro avuto la “pretesa” di entrare in Firenze a “spron battuto”!

Toscani, menti pronte, argute, sarcastiche, eredi orgogliosi di un Granducato, concittadini degli artefici del Rinascimento, padri della lingua … e di che lingua! Basta leggere Dante e la su’ Commedia. Vabbè che lui con alcuni Toscani ce l’aveva proprio, in particolare con i Fiorentini (Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande che per mare e per terra batti l’ali, e per lo ‘nferno tuo nome si spande!) e con i Pisani (Pisa, vituperio de le genti). Pisani? Allora forse andava d’accordo con i Livornesi. Dice un Livornese. “Meglio un morto in casa ch’un Pisano all’uscio”. “Dio t’ascolti” gli risponde il Pisano! (Cioè, che tu possa avere un lutto in casa, n.d.r.). Con noi Genovesi (chi scrive lo è, nato a Genova “ma” sampdoriano) poi, se la prese per benino (Ahi genovesi, uomini diversi, d’ogne costume pien e di magagna, perché non soete voi del mondo spersi?”. Non c’è male … non vi pare?)

Ma… è lui o è Crozza?

Ma torniamo a Renzi. I “partitini” tremano, s’infuriano … Ma proviamo ad esaminare il problema a monte. Italiani: individualisti, creativi, fantasiosi. Se affiancate a queste qualità le (troppo) alte remunerazioni della politica (denaro, benefit, potere), capirete bene che, a fianco di Politici veri, preparati, impegnati, capaci di “vedere il futuro prima degli altri” (e noi dal piccolo ma grande Trentino, little but great, ve ne abbiamo mandato uno di questi a Roma) vi siano politici non veri, che hanno trasformato la Politica in politica, cioè in un (loro) mestiere molto (troppo) retribuito (le lettere maiuscole e minuscole non sono usate a caso) e quindi assolutamente allettante. Non ci credete? Ma quando sentiamo un politico affermare “Che te ne frega … che me frega … io mi faccio i c… miei … penso alla mia pensione … qui ognuno si fa i c… suoi…” (sic, testuale!) che ci si può aspettare da questa politica? Che si faccia da parte e lasci il posto alla Politica, aber schnell auch, ed anche di corsa!

Grande: big, di dimensione; great, qualitativamente. Nei partiti big non sempre vi sono Politici great.  In pariti “little” possiamo avere Politici great. Utilissimo per il Paese sarebbe avere incece avere Politici great in partiti big, che loro trasformerebbero  partiti anche great.

Scusate … dimenticavo: via il Senato? OK! Via le povincie a statuto ordinario? OK …