IL CICLOPE DI EURIPIDE, DRAMMA SATIRESCO MOLTO POLITICO E ATTUALE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2014 @ 1:48 pm
Euripide

Detto altrimenti: poche ore fa. Biblioteca Comunale di Trento. Gruppo di lettura dei classici della Prof (si, Prof, senza il puntino dell’abbreviazione, Prof, abbreviazione sostantivata. Anzi, per noi, ormai “la” Prof) Maira Lia Guardini. (post 1314- 64/2014).

Euripide era considerato (erroneamente) uno scrittore a-pragmon, cioè uno scrittore senza visione o interesse nella politica. In realtà egli è un intellettuale “pragmatico” cioè, letteralmente, con una forte visione e connotazione politica, se non altro per la frequentazione attiva in Atene con sofisti e con lo stesso Socrate.

Euripide pacifista, spera nella non-guerra (del Peloponneso) che invece scoppia e che produce, fra le tante conseguente, il dilagare dell’individualismo. Individualismo che inquina la democrazia, la quale è teoricamente la migliore forma di governo, ma che all’atto pratico non è più ciò che dice di essere. In Atene di 2400 anni fa, intendiamoci!

Euripide: per creare una buona vera democrazia occorre essere in pochi, istruiti, volenterosi, disponibili, attenti … Tuttavia, si critica la democrazia per migliorarla, non per sostituirla con la dittatura. Si critica per correggere e migliorare ciò che si ama.

Luciano Canfora

Ce lo ricorda anche il testo “Anonimo della Costituzione di Atene” (testo che Euripide attribuisce a Crizia, zio di Platone, futuro tiranno), sul quale Luciano Canfora ha costruito il suo libro “Il mondo di Atene” (Laterza, collana i Robinson. Leggetelo, ne vale la pena, ve lo garantisco!). Frammento anonimo di forte critica alla democrazia ateniese. Atene, democrazia imperialistica, circa 300.000 persone nel suo impero (forse solo 200.000 ma non cambia nulla), 30 o 20 mila ammesse al voto, 5 mila presenti in assemblea, 50 prendono la parola, uno decide. Atene, nella quale comanda il “popolo” che possiede navi o che fornisce opliti (dunamin = forza = potere economico = potere politico = potere militare). L’altro popolo no.

Una democrazia (solo) formalmente  “aperta” ai poveri da Pericle, che assegna uno stipendio a tutti i politici (anche ai ricchi!) perché possano fare politica anche i poveri. Smoke gets in your eyes … Fumo negli occhi. Poveri? Pover … o Pericle, sapessi che fine hanno fatto i tuoi “rimborsi” oggi!). Solo che quando l’Araldo annuncia che si apre la discussione, interviene lo stesso Pericle e si rivolge ai “poveri”. “Si, anche voi, poveri, potete parlare, anche voi …poveri e ignoranti, parlate, sentiamo cosa (mai, n.d.r.) avete da dire”. Una democrazia gentilmente concessa …

Dice … ma “Il Ciclope” che c’azzecca? C’azzecca, c’azzecca! Ad una lettura superficiale appare come una riscrittura dell’episodio omerico. E invece … invece ci testimonia la caduta dei miti, spazio vuoto riempito dalla satira politica. Cos’altro di più accattivante che “copiare” un pezzo di Omero per avere una buona audience?

Ma ecco che arriviamo al Ciclope. Secondo la classificazione del Leopardi (Zibaldone) il Ciclope di Omero risulterebbe “primitivo”, cioè che non si è ancora maturato, immaturo; quello di Euripide risulterebbe “barbaro”,cioè ghe si è guastato,  marcio.

Il Ciclope di Omero si rivolge ad un Dio (Nettuno) perché lo vendichi della ferita infertagli da “Nessuno”; quello di Euripide dispregia tutti gli dei, a cominciare dal loro capo Zeus.

Il Ciclope di Omero non conosce le leggi; quello di Euripide le viola coscientemente le leggi. Il Ciclope di Euripide proclama a gran voce il suo “Me ne frego!” di tutto e di tutti, di ogni legge umana e divina. “Empio” quindi, secondo il significato classico della parola. Egli vive secondo la sua natura. Questo gigante è come uno specchio deformante della realtà “civile”. Ed il passaggio dalla “civiltà” alla “natura” si coglie nel suo banchetto: il primo compagno di Odisseo viene “civilmente” ucciso (scannato) secondo i rituali dei sacrifici religiosi; il secondo “barbaramente” sfracellato contro la roccia.

MA COSA CAMBIA PER LE VITTIME? NULLA! DIVORATI SECONDO LE LEGGI O IN VIOLAZIONE DELLE LEGGI, SEMPRE DIVORATI FINISCONO.

Ci si domanda perché Euripide abbia voluto mettere di fronte ai suoi contemporanei la farsa dell’uccisIone sacrificale, per farla seguire subito dopo da una uccisione “barbara”, se non per condannare  lìipocrisia certe ipovrite pratiche ipocritamente civili (legali) – religiose. (N.B.: gli antichi Greci mangiavano solo carne macellata secondo il rituale religioso da parte del Màgheiros, cuoco-macellaio-funzionario del tempio).

Il Ciclope di Euripide, parodia del potere tirannico un po’ ottuso;   che si beve le menzogne che gli vengono raccontate (“Duce, gardate quante squadre aeree abbiamo!” … E invece facevano girare le stesse da un campo di aviazione all’altro!); che si lascia andare a stravizi (vino e uomini – che il Ciclope preferisce alle donne; che vive come una bestia e schiaccia tutti con la sua forza prepotente. Delle sue vittime mangia tutto, viscere ed ossa comprese, come un leone. Cibo naturale, pasto naturale al 100%. La natura (“fusis”) separata dalla  legge della Città Stato (“nomos”). E’ un velato (ma non tanto) richiamo a che fusis e nomos si temperino vicendevolmente. E bravo Euripide!

L’ Odisseo di Euripide diverso dal personaggio descritto da Omero. Si esprime con lo stile della tragedia ma subito dopo traspare una mentalità non-tragica, non-epica. L’epica si è persa. Il Ciclope e Odisseo sono calati e colti da Euripide solo nel presente. Come la politica, sembra dirci Euripide, che guarda solo al presente o poco più in là … Odisseo, dal linguaggio politico, retorico, che afferma di non volere abbandonare i compagni mentre pensa esattamente il contrario. Ciclope ed Odisseo: ognuno cerca di fare solo il proprio interesse: sofisti della seconda maniera, degenerati rispetto alla matrice prima del sofismo.

Il significato dell’opera? Provate a fare questo esercizio mentale: potete iniziare dalla lettera A) o dalla lettera B), indifferentemente:

A) Riflettete sul comportamento di alcuni politici odierni che si fanno rimborsare milioni di euro di spese private, sulla loro ubris (tracotanza), sul loro dispregio per le leggi … Non vi sembrano Ciclopi barbari, cioè “marci”?
B) Immaginate di calarvi nel mondo di Atene e di assistere ad una rappresentazione del Ciclope: sareste probabilmente portati a pensare che l’autore abbia voluto criticare la “ubris” del potere politico, che si sente al di sopra di ogni legge …

Mi spiego meglio: oggi i media (comperso questo blog) ci mettono sotto gli occhi con rapidità e ripetutamente ogni fatto del passato, così che noi – sia pure inconsciamente – lo valutiamo come se fosse presente. In altre parole, rischiamo di perdere il senso della Storia. E invece, sforziamoci di calarci in “quel” mondo e chiediamoci perchè Euripide abbia sentito il bisogno di ri-scrivere del Ciclope, perchè ha “creato” un Ciclope così diverso da quello Omerico … quando tutti i suoi contemporanei avevano sott’occhio un modello ben diverso Mutatis mutandis è un po’ come se oggi uno scrittore riscrivesse Pinocchio, adattato alle lusinghe dei videogiochi, delle slot machine, un Pinocchio che alla fine a differenza di quello originario non si redime: perchè uno scrittore oggi dovrebbe riscrivere un”Pinocchio” così cambiato se non per evidenziare i vizi ed i difetti della nostra attuale società, quasi senza speranza, rispetto alla speranza che scaturiva dal “Pinocchio” originario?