TRENTINO CONSULENZE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Gennaio, 2014 @ 8:28 am

Detto altrimenti: occorre distinguere, non si è mai abbastanza specifici … (post 1333)

Vi sono consulenze e consulenze.

Vi è quella vera, del soggetto “partita IVA vera”, che fa il consulente di mestiere. Costui ha diversi clienti.

Vi è poi l’ex dirigente dipendente, licenziato e subito dopo “riassunto” come consulente a “partita IVA finta”, perchè “costa meno”. Costui fattura solo un cliente,  il proprio ex datore di lavoro. Mi chiedo: ma se è “finta” perchè mai l’Agenzia delle entrate non controlla ed evita di rilasciare o di rinnovare queste finte  partite IVA?

Altro modello di consulente è il Presidente Operativo e Amministratore Delegato di una Spa, di cui di fatto è anche Direttore Generale, che viene remunerato solo a titolo di Presidente e di consulente (con unico cliente), “così ci costa meno”… Altra finta partita IVA (v. sopra).

Infine, vi sono i consulenti che io definisco “postumi”, cioè coloro che, dopo l’ “estinzione naturale per anzianità o vecchiaia” (ecco perché “postumi” !) del loro rapporto di lavoro subordinato, di fatto continuano a fornire la loro opera alla ditta. Parliamone un po’.

E’ indubbio che vi sono persone che durante la vita lavorativa accumulano una preziosa esperienza la quale non può essere immediatamente rinunciata nel momento del loro pensionamento. In questi casi occorre comunque che – prima – ci si preoccupi di formare la loro successione interna, e – dopo – che ci si garantisca la loro disponibilità ad eventualmente affiancare i “giovani” sostituti che sono subentrati in quelle posizioni.

In Olanda esistono organizzazioni pubbliche che operano per evitare la dispersione dell’esperienza degli “anziani” che vanno in pensione. Pertanto, mi sento di affermare che queste ultime “consulenze” non siano da demonizzare tout-court. Tuttavia una notazione la esprimo: la loro retribuzione deve tener conto che il “consulente” percepisce già dalla stessa SpA (o Ente Pubblico) una lauta pensione e che il rapporto consulenziale è costituito anche sulla base dell’interesse del consulente stesso, che gradisce ed ambisce a non essere estromesso del tutto dal sistema lavorativo. Sempre però che egli sia chiamato ad affiancare, a formare, non a sostituire chi dovrebbe operare al suo posto.

In medio stat virtus, anche in questi casi …

P.S.: Un tale al bar … l’ho entito affermare “In mediaset virus” ! Povero latinorum!