BANKITALIA, REGALO ALLE BANCHE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2014 @ 7:19 am

Detto altrimenti, cioè raccontata per i non addetti ai lavori … (post 1350 – 100/2014, ovvero centesimo post del nuovo anno 2014!)

 1. Io sono azionista di una SpA.
2. La SpA possiede – fra gli altri beni immobili e in denaro – un appartamento che ha pagato 100 ed che ha correttamente inserito nel proprio bilancio a 100.
3. Il mercato immobiliare cresce di molto e l’appartamento acquista un valore di mercato di 300.
4. La SpA mantiene a bilancio il valore di 100.
5. La SpA ha di fatto una “riserva occulta” di 200.
6. Se e quando la SpA decide di aggiornare (rivalutare) in bilancio il proprio bene da 100 al valore di mercato di 300, ha un utile di 200 e paga 100 di imposte.
7. La Spa potrebbe decidere di rivalutare (creando un utile) anche se non vende il bene, ad esempio per far emergere un utile (anche se senza procurarsi nuovi incassi finanziari) e fronteggiare perdite economiche, con il che (legittimamente) non fallisce e (legittimamente ) non paga  imposte.
8. La SpA può decidere di non rivalutare, ma quando decide di vendere il bene (ovviamente al prezzo di mercato di 300) realizza l’utile di 200 che le viene tassato.
9. Quando la SpA rivaluta il bene, le azioni che io azionista possiedo si rivalutano, e su quelle io pago imposte.

Ora, Bankitalia è posseduta in parte da banche ordinarie, che ne sono azioniste. Se Bankitalia rivaluta “se stessa”, ad esempio “passando a capitale sociale le proprie riserve”, o semplicemente rivalutando i propri beni, lei stessa non si arricchisce di nuove risorse finanziarie in quanto le riserve erano già in cassa, a bilancio, solo che ora sono diventate capitale sociale, e cioè – ad esempio – ora sarebbe molto più difficile distribuirle agli azionisti, rispetto alla possibilità di distribuire riserve.

Piuttosto, cresce il valore delle azioni possedute dai suoi azionisti (banche ordinarie). E su questo incremento di valore, le banche ordinarie azioniste pagano imposte, il cui gettito va a coprire il mancato incasso dell’IMU prima casa.

Questa, grosso modo (molto grosso modo, sia chiaro!), la questione, la quale non comporta un “regalo alle banche”, almeno per quanto risulta a me che a dire il vero non ho seguito con tutta l’attenzione dovuta questa faccende (e se mi sbaglio, mi corrigerete!).

Prima osservazione. A me pare che l’anomalia sia un’altra, e cioè che le banche ordinarie siano azioniste di Bankitalia. La cosa mi richiama un’altra situazione “analoga”, quella secondo al quale i guardiacaccia, almeno qui in Trentino, sono dipendenti della federazione dei cacciatori, cioè sono pagati da chi essi dovrebbero controllare e sanzionare …

Seconda osservazione. Così come anomalo mi pare, in tempi di ristrettezze finanziarie ed economiche, mantenere le numerose sedi di Bankitalia negli attuali palazzi storici, immobili di assoluto prestigio ma che forse oggi sono un lussso che non ci possiamo permettere, tenuto anche conto del fatto che molti dei movimenti di deanro oggi sono “elettronici” e non più “fisici”, il che condurrebbe alla utilizzazione di uffici più “normali” e asssolutamente molto, molto meno costosi da mantenere. Vendendo i quali, per di più, lo Stato farebbe un po’ di cassa, il che non viene mai male …

Terza ed osservazione: gli stipendi e i benefit di dirigenti e dipendenti: da rivedere, ma tutti, proprio tutti da rivedere … ne ricordo alcuni di tanti anni fa che mi vergogno a menzionare (cabina al mare pagata, compreso il noleggio di piccoli natanti …!)