COMUNITA’ AUTONOME DEL TRENTINO E DEL SUD TIROLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Marzo, 2012 @ 7:00 am

Detto altrimenti: dobbiamo occuparci di più dello Stato. Infatti, se l’Italia affonda, fa affondare anche noi! Quanto a noi, non “crescita” ma “nuovo modello di crescita”. Ancora: si vuole creare una Europa Unita? Non si indeboliscano le prime Euregio,  catalizzatrici di questa agognata Unione! E il principio di sussidiarietà, dove lo mettiamo? (Non faccia l’ente superiore ciò che sta facendo bene e può ancora fare l’ente inferiore”).

Il Comandante Monti è stato chiamato a subentrare al timone della nave Italia quando essa, con la carena già piena di falle preesistenti per una serie di impatti con scogli vari dei mari della Sardegna e dei laghi brianzoli, era a pochi metri dallo  Spread Rock, il cui impatto  l’avrebbe affondata in pochissimo tempo. E invece questo Comandante con una improvvisa virata  ha evitato il peggio.  Ora però deve pensare a turare le numerose, piccole, pericolose falle preesistenti.

Nel frattempo però, una virata così improvvisa (e gli altri colpi di timone che il Comandante Monti deve ancora dare) pesa molto sulla massa dei … passeggeri. Le loro risorse diminuiscono, i consumi si contraggono, le somme incassate dal fisco (al di là del recupero dell’evasione e dell’elusione fiscale) diminuiranno nonostante gli aumenti del numero e del livello di tasse e imposte. Le Pubbliche Amministrazioni tardano a saldare loro debiti verso i fornitori privati. Anche i privati sono costretti a seguirne l’esempio. Cioè: nella misura massima possibile ognuno fa da banca a se stesso, visto che le banche latitano. Il risultato? Molte piccole “multinazionali tascabili”, come le definisce Prodi, cioè molte piccole e medie imprese poco più che familiari falliscono e licenziano, molti imprenditori si suicidano. Le banche latitano?

Già, e le banche? Hanno ricevuto molta liquidità dalla BCE al tasso dell’1%, non prestano denaro a famiglie e imprese e quelle poche volte che lo fanno, applicano tassi vanno dal 4,5% al 12% (ma ai Parlamentari all’ 1,75%? Possibile?) , oltre spese e commissioni che tradotte in termini di incremento del tasso annuo alzano di ulteriori punti percentuali il costo effettivo annuo del denaro. Ma dove investono questa  liquidità?  Ad acquistare i titoli di stato in scadenza? Ma allora, sia pure indirettamente, ad acquistarli sono gli stessi … passeggeri!

A maggior ragione il governo dovrebbe sentirsi impegnato a far rendere pubblici in forma comprensibile le strategie ed i bilanci delle banche. Infatti la visibilità diretta che lo Stato ha voluto ed oggi ha ottenuto sui conti correnti dei clienti bancari potrebbe essere accompagnata da una analoga visibilità da parte dei cittadini sui reali significati delle strategie e dei bilanci delle banche.

 Non basta che  politici rom-padani (romano, da “ramnus”, letteralmente “uomo del fiume” … Tevere o Po, fa lo stesso, ecco i rom-padani!) dicano “le banche devono aprire i cordoni del credito”, tanto per mettersi a posto di fronte all’opinione pubblica. Non basta che siano efficienti, del tipo: lo dovevo dire? Ebbene, l’ho detto. Occorre che siano efficaci, cioè  la loro azione produca effetti concreti, e presto, anche! Aber schnell, auch!

E poi, visto che le banche ricevono quasi gratuitamente  “denaro pubblico”, che sia loro vietato di strapagare i loro supermanager, anche perché, di fatto, costoro sono ormai solo dei burocrati gestori di denari quasi regalati loro dall’Europa, cioè dagli Stati, cioè da noi cittadini. Si veda, tanto per fare un esempio, “La Stampa” del 3 marzo 2012 pag. 24: Profumo (Unicredit), 2010, compresa la liquidazione, € milioni 40,6 – Saviotti, Banco Popolare, 2010, € milioni 2,47 – Passera, Intesa san Paolo, 2010, € milioni 3,5 – Massiah, Ubi Banca, 2010, € milioni 1,43) ! Tanto per capirsi: molte banche fanno pubblicità alla TV, tutte per fare raccolta di denaro. Nessuna  per reclamizzarne impieghi !

Nella seconda metà degli anni ’70 ero Dirigente Capo della Finanza Italia della Stet, Società Finanziaria Telefonica, Torino, la maggiore società finanziaria italiana, operativa e di partecipazioni, solo poi  raggiunta dalla Fiat Holding. Ricordo Il responsabile Finanza Fiat, Dr. Garrino, che venne a vedere come eravamo organizzati). Ero pagato bene ma non strapagato: percepivo il quadruplo dello stipendio di base di un impiegato bancario. All’epoca, ferocissima stretta creditizia e valutaria. Costo effettivo annuo del denaro (non tasso nominale, si badi, ma costo effettivo, reale, finale, onnicomprensivo!) al 25-30 -40 %!  Mai l’economia reale era stata così strozzata. Mai le banche chiusero i bilanci così bene. Tutto ciò non deve ripetersi. Si dice: ma le banche non possono essere lasciate fallire. Ok, loro no, ma i loro alti dirigenti possono ben essere pagati il giusto (cioè assai meno) e, al limite, possono essere sostituiti!

Torniamo alla pubblicità leggibile e facilmente comprensibile dei bilanci. delle banche. Lo stesso dicasi per il bilancio dello Stato e di ogni ente pubblico (e relativi emolumenti, a tutti, politici, manager e burocrati). Questi documenti devono essere riformulati per cifre e per poste significative, tali da rendere comprensibile a tutti i cittadini dove si stia dirigendo la nave Italia, quale sia l’ordine e il peso spcifico delle priorità adottate nelle poste in entrata (fisco) e in quelle in uscita (spesa corrente e investimenti). Un chiaro elenco delle priorità è stato reclamato anche da Bankitalia (Visco, 13.03.2012).

Non basta che nei convegni alla Bocconi si dica che siamo salvi, lo spread è sceso sotto quota 300.  “Invece ed inoltre” occorre intervenire con azioni di brevissimo periodo, occorre recuperare subito tutte le risorse finanziarie recuperabili …

 … dalla Svizzera, da super stipendi, super pensioni, cumuli di stipendi, cumuli di pensioni, cumuli di pensioni e stipendi, dagli incredibili benefit ai parlamentari, dai tesoretti dei partiti politici, dalla significativa riduzione dei costi della politica, dalla sospensione delle mega opere pubbliche, dall’acquisto di armamenti, dalle decine di sperperi scandalosi pubblicamente denunciati in TV (si vedano per tutti le trasmissioni Report e simili), dalle false pensioni d’invalidità (nel Trentino Alto Adige nel 2010 ne è stata concessa una sola. In altre regioni anche del nord, Lombardia in testa (!),  a seguito dei recenti controlli ne vengono revocate circa il 40! Ma allora, … Roma ladrona … o non solo Roma?). Etc..

Il “blu” da eliminare non è solo quello delle auto. Anche tutto ciò che è stato qui sopra elencato è un costosissimo “blu” che va eliminato (non nascosto!). Il Presidente della Corte dei Conti (13.02.2012) denuncia: carico fiscale troppo gravoso e sbilanciato su lavoro e produzione. Occorre tagliare spese e costi superflui e tassare le rendite. 

Pescare ovunque si sprechi o si esageri, insomma, e varare subito una serie diversificata e distribuita sul territorio di iniziative immediatamente produttive, soprattutto nei settori agricolo, culturale, archeologico, artistico, musicale, delle piccole e medie imprese, delle micro centraline idroelettriche, in breve: intervenire sui nostri punti di forza reali e/o potenziali. Occorrono interventi di microeconomia. Quelli di macroeconomia soni necessari ma assolutamente non sufficienti!

Varare subito, dicevo. Molti cittadini non possono aspettare, crollano prima.  Infatti, la famiglia monoreddito basso o senza reddito, il disoccupato, il sotto occupato, il giovane, molte donne, la piccola impresa, il sotto pensionato, gli alunni portatori di handicap, il disoccupato non ancora pensionato, etc. non possono aspettare i risultati di medio termine di una virata improvvisa e brusca sotto costa! Questi soggetti sono troppo deboli per afferrasi alle poche maniglie disponibili sul ponte della nave Italia e quindi reggersi in piedi durante il forte sbandamento dovuto all’improvvisa virata effettuata dal Comandante Monti. Questi soggetti vengono sbatacchiati di qua e di là sul ponte della nave, contro le sue infrastrutture, si feriscono e non pochi di essi finiscono in mare ed annegano!

Comunità Autonome del Trentino Alto Adige

Ma in tutto questo, che c’azzecca il Trentino? Il Trentino ed il Sud Tirolo potrebbero, per primi, cercare di ovviare e avviare. Ovviare alle diseconomie sopra elencate, ove ve ne fossero anche qui da noi (nessuno è perfetto!) e soprattutto, potrebbero avviare quelle numerose, piccole iniziative distribuite sul territorio cui sopra si è accennato. Inoltre Trentino e Sud Tirolo potrebbero avviare una migliore conoscenza e vendita all’esterno della Regione dell’immagine della nostra Autonomia e dei suoi prodotti di eccellenza già esistenti, quale l’arte del buon governo, le tecniche turistiche, le tecniche di difesa del territorio da alluvioni, il sistema dell’Università, della cura del cancro con i neutroni, etc..

Questo deve essere il nostro rapporto con il Paese. Non accettare di essere uno dei tanti salvagente dei passeggeri di una nave nel recente passato particolarmente mal condotta e mal ridotta, ma essere oggi co-piloti di questa nave. Come? Riassumendo:

 1 – Occupiamoci maggiormente noi stessi Trentini e Sudtirolesi, nativi o naturalizzati, della nave Italia, e con ogni buon diritto, perchè se essa affonda trascina a fondo anche noi;

 2 – valorizziamo ed incrementiamo il nostro sistema bancario locale delle Rurali;

 3 – portiamo a termine i progetti in favore del Ceto Medio, in primis quello edilizio;

4 – reclamiamo e riceviamo dallo Stato maggiori competenze, a sgravio delle finanze centrali;

5 – invitiamo il Comandante della nave Italia a venire a trovarci qui sul nostro Territorio e offriamogli   la nostra esperienza di decenni di governo della nostra nave, in navigazione “in solitaria” sia in mare aperto sia fra gli scogli di una “navigazione interetnica” che ormai abbiamo trasformato da problema in opportunità. In  questa ccasione gli potremmo fare omaggio dei Libri della nostra Storia;

6  – proponiamo e realizziamo presso la Nostra Comunità Autonoma, primi in Italia, non la crescita ma innanzi tutto un diverso modello di crescita.

 

Resta una domanda: per far valere le nostre ragioni,  conviene che i nostri parlamentari a Roma si inseriscano nei partiti centrali o facciano invece parte di un unico, stesso gruppo, quello delle Autonomie? (In parallelo, a Trento, della convergenza delle forze politiche popolari, progressiste e autonomiste in un unico partito autonomista territoriale).