DIETRO E DENTRO LE PAROLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2014 @ 12:08 pm
Al “Me ne frego” fascista, Don Milani opponeva il suo “I care”, “Mi prendo cura” (degli altri).

Detto altrimenti: “Le parole sono pietre”, firmato Don Lorenzo Milani. (post 1385)

Ieri pomeriggio un mio vecchio conoscente che non incontravo da anni, riferendosi alle richieste di molte parti sociali, mi dice: “Chiedono questo e quello … ma con quali soldi?” E sorride, sereno, rassicurato dalle sue stesse parole di superburocrate in pensione, sposato ad altra super burocrate in pensione.

Io leggo dentro e dietro le sue parole e penso: “Ma i soldi per le tue due mega pensioni, quelli sicuramente devono continuare ad essere trovati. E gli altri si arrangino … vero? Chissene …”.

Poi mi immagino la sua risposta: “Ma si tratta di diritti acquisiti!”.

E immagino la mia duplice risposta: “ … acquisiti e quindi garantiti da quale articolo di quale legge? E che mi dici dei diritti acquisiti di ogni disoccupato ad “avere” un lavoro, alla dignità, ad un futuro, diritti garantiti e acquisiti – questi sì – dalla nostra Costituzione? Si tratta dello scontro fra i tuoi diritti acquisiti al mantenimento di una situazione di forte benessere contro i diritti acquisiti di altri a raggiungere e a vivere una situazione di benessere almeno sufficiente. Quale dei due diritti dobbiamo privilegiare?”

Ma taccio, sorrido a mia volta, non rispondo, lo saluto e me ne vado. Tanto sarebbe stato inutile. Poi rifletto sulla sua domanda. “Con quali soldi?”  E cerco di rispondermi. Oggi si parla in termini di alternativa fra “politica dei tagli” e “politica degli investimenti”. Io mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori una sottolineatura: proviamo a specificare un po’ meglio.

Tagli di cosa?

Di sprechi? Di furti? Di evasioni fiscali? Di privilegi di casta? Mi sta bene.
Del welfare? Non mi sta bene.

Investimenti in cosa?

In una politica industriale (Fiat ha trattato con gli USA la sua entrata in USA ma non con l’Italia la sua uscita dall’Italia)? Mi sta bene! Nello studio dell’adeguatezza dell’attuale modello di sviluppo? Mi sta bene! Nel finanziamento dello start up di decine di migliaia di piccolissime imprese e/o cooperative nei settori dell’artigianato, agricoltura, risparmio energetico, turismo, custodia dei siti naturalistici e/o archeologici? Mi sta bene! Nella confezione di un modello (anche solo teorico, per ora) di Stati Uniti d’Europa? Mi sta benissimo!

In mega opere superate dai tempi (TAV) mentre la linea Genova- Ventimiglia, ad un solo binario, è interrotta da quanto … da oltre un mese? Non mi sta bene!
Nella difesa del territorio con gli F35 e non con opere di ingegneria contri i disastri idrogeologici? Non mi sta bene!

“Io assegno le case. Voi andate a cambiare la legge”

Alcuni mi dicono: “Ma la legge prevede …” Ed io rispondo: “Voi ragionate de iure còndito (sulla base delle leggi esistenti), io de iure condendo (sulla base delle nuove leggi che è necessario emanare)”. Cioè, se una legge crea tensioni sociali, non adempie alla sua funzione sociale di equa distribuzione della ricchezza, privilegia investimenti non più prioritari, la si cambi! (congiuntivo esortativo). Un Sindaco di Firenze (Giorgio La Pira, non Renzi!) stava assegnando case popolari secondo equità. I suoi gli fecero osservare che la legge prevedeva diversamente. Lui rispose. “Io assegno le case. Voi andate a cambiare la legge”.

Dice … ma le situazioni da correggere sono troppe, troppi i casi …  migliaia sarebbero gli interventi, anzi, decine di migliaia, centinaia di migliaia … Al che io rispondo: “Dov’è il problema? Fatevi aiutare da Telecom, dalla TRE, da Wind, da Infostrada … gruppi che gestiscono miliardi di informazioni … Dai che oggi non è questo il problema …”.