REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA e giustizia sociale

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Aprile, 2014 @ 7:21 am

Detto altrimenti: eravamo quattro amici al bar … (post 1491)

Inizia

Amico n. 1

“Sforbiciate ai superstipendi … tassazione delle rendite finanziarie … ovviamente molti protestano … chi è abituato ad un certo livello retributivo e di rendimenti finanziari … è ovvio che protesti. Tuttavia voglio testimoniare il mio caso: quando lavoravo ero anch’io un manager ben pagato, no … non ai livelli milionari dei bancari o dei super manager pubblici, no, molto di meno, tuttavia si trattava pur sempre di alcune centinaia di milioni lordi di lire l’anno. In allora io non sapevo quanto costava la benzina …né se sul mio conto corrente erano già state addebitate tasse o spese condominiali … né il mio tenore di vita subiva contraccolpi se veniva aumentata la tassazione Irpef … niente di tutto questo. Ciò che guadagnavo era comunque più che sufficiente a farmi vivere bene e a risparmiare. Oggi io son o un pensionato … no, non un super pensionato … una pensione media … non  mi manca nulla, sono ancora un privilegiato. Tuttavia oggi devo “tenere i conti”, valutare bene ogni spesa, rinunciare a certe spese, etc.. Ecco perché affermo che io posso testimoniare come in una situazione economica e finanziaria come quella attuale, non solo sia lecito ma sia necessario intervenire innanzi tutto sugli stipendi più elevati, sulle rendite finanziarie ben prima che sul blocco delle pensioni medio basse o con tassazioni indirette e quindi automaticamente lineari”.

Amico n. 2

”Si, io ho una pensione molto alta, ma ho pagato contributi per 45 anni! Sono soldi miei!

Amico n. 3

“Ma cosa dici? Tu percepisci una pensione retributiva, calcolata cioè sull’ultima tua retribuzione, e se facciamo un conto e calcoliamo la contribuzione media a carico tuo nel corso dell’intera tua vita lavorativa, risulta che tu hai accumulato un capitale la cui rendita è di molto, ma di molto inferiore alla rendita (pensione, n.d.r.) che tu percepisci mensilmente. E poi, anche sulle pensioni minime occorre riflettere: infatti  ci sono quelle vere e quelle finte. Finte sì, perchè il mio ex pescivendolo ha sempre dichiarato un reddito bassisimo, ha una pensione minima ma ha la casa di proprietà in città, al mare ed in montagna e cambia auto ogni due anni …

Amico n. 2

Ma allora .. tu saresti un operfetto comunista: tutti uguali ci vuoi!

Amico n. 4

(sono io) “Scusare se intervengo, amici. No, nessuno vuole il “comunismo tutti uguali”. Io credo che lui (l’amico n. 3 -N.d.r.>) si riferisca al concetto di Bene Comune, nel senso che “il” bene che ognuno desidera per se stesso è “comune” in quanto conviva con i tanti altri “Bene” – anche diversi – che ognuno di noi legittimamente vuole per se stesso. Mi spiego: è legittimo che esistano pensioni diverse, che alcune siano più alte di altre, pruchè da questa disuguaglianza non derivi una iniqua distribuzione della ricchezza. Purchè, in altre parole, di fronte a chi sta “benissimo” non vi siano persone senza reddito o con reddito minimo insufficiente a far fronte alle necessità di una vita dignitosa.

Finisce

Amici lettori, questo è un “open blog”, cioè ovviamente aperto non solo ai vostri commenti, ma anche a vostri eventuali post, scritti e firmati da voi. Quindi, per una questione di equità e di par condicio, se qualche lettore desidera confermare o controbattere le dichiarazioni dei tre amici …. io sarò ben lieto di dargli spazio nel blog, pubblicando o meno il suo nome come mi sarà da lui indicato.