LA STORIA DI IERI E (“E” senza accento) QUELLA DI OGGI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Aprile, 2014 @ 1:10 pm

Detto altrimenti? La Storia di ieri  “è” (con l’accento) quella di oggi!    (post 1501)

Anteprima

Sono nei corridoi della Biblioteca Comunale di Trento, al primo piano. Devo andare al bagno. So che all’interno vi è  solo un gancetto per appendere una giacca. Domando all’addetta al bancone: “Per favore potrei poggiare qui un momento un giornale e un libro … sa, devo andare al bagno”. Mi guarda seccata, con aria di sufficienza, socchiude gli occhi, inarca le sopracciglia, piega leggermente la testa all’indietro, aspira, sospira, infine concede: “Lasci qui, un minuto (sottinteso: solo un minuto … ma come si permette? Che non si ripeta, n,d,r,)”. “No grazie” rispondo secco e al bagno poggio le mie cose per terra.

Fine dell’anteprima

Qualche minuto dopo. Prof Maria Lia Guardini (Prof senza il puntino, lei è Prof e basta, la nostra amata Prof e lo dico senza alcuna ironia!). Lettura e commento dei classici. Tucidide, La guerra del Peloponneso.

Atene, Pericle, la sua “repubblica” (anacoluto manzoniano) in realtà era una “archè” cioè un principato. E lui, il principe.

Atene, la sua potenza (altro anacoluto manzoniano) la doveva al dominio delle reti. La rete delle rotte marine dominate dalla sua flotta. La rete della cultura (presente o mancante) e dell’informazione. Oggi, chi ha il predominio delle reti? Chi di quella televisiva? Chi di quella web? Chi di quella delle piazze? Chi di quella dei movimenti dei capitali?

Ieri. Solo due sono i casi di aperta critica alla cosiddetta repubblica ateniese. quella fatta dall’araldo ne “Le supplici” di Euripide e le denunce dell’anonimo ateniese (appunto, anonimo e probabilmente esule!). Oggi io mi domando: perché mai in ben otto anni di scuole classiche (le vecchie “medie”, il ginnasio e il liceo classico) e dopo una laurea in giurisprudenza nel corso della quale ho studiato anche le origini del diritto romano), mai nessun professore ha portato alla luce la “sostanza” del fenomeno “democrazia” nell’antica Grecia?

Pericle aveva speso molto denaro pubblico,  si era “impegnato”. Aveva introdotto la “paga” per i politici di mestiere (eccolo …!), aveva lanciato un maestoso piano di opere pubbliche, fra le quali spicca la ricostruzione dell’Acropoli. Accampando ragioni di sicurezza aveva trasferito da Delo ad Atene il tesoro della Lega (Attica, Attica, non altra, che stavate pensando?!) e se ne era servito a piene mani (ecco da dove hanno imparato i tesorieri dei nostri partiti politici, n.d.r.). Ma non bastava. Atene non aveva un sistema fiscale: incassava solo dazi portuali ed aveva un paio di miniere. Quindi era “corta di liquidità”. Occorreva altro. Ed allora … guerra! Guerra, quella del Peloponneso che poi alla fine Atene, dopo 27 anni di guerra, perse contro Sparta, aiutata dai Persiani, nella battaglia di Egospotami, (agosto 405) in Asia Minore. Così impara.

 Ma … e per iniziare? Andiamo un po’ a provocare Corinto e l’isola di Meli, alleati di Sparta. I resoconti dei colloqui fra i futuri invasori ateniesi e i futuri “invasi” sono impressionanti. Tucidide, all’inizio della sua opera, ci ha avvertito: è tutto vero, ho registrato con rigore … e allora vediamo qualcuna di queste “perle” con le quali la diplomazia ateniese cercava di ottenere la “resa preventiva” di chi altrimenti avrebbe attaccato.

  • “Noi siamo i migliori (pura razza ariana, n.d.r.), tutti gli altri i peggiori”.
  • “Noi siamo dominatori perché gli altri ci chiedono di essere dominati”.
  • “Noi non siamo qui per ricordavi i nostri meriti storici, che sono :…… (e intanto li elencano tutti, n.d.r.)”.
  • “Le circostanze ci inducono ad essere egemoni: il timore che avete dei Persiani; il nostro prestigio; il nostro interesse”.
  • “Non potete odiarci se cerchiamo di difendere al massimo tutto ciò che abbiano conquistato”.
  • “La regola che vale è la seguente: il dominio del più forte sul più debole. E i più forti siamo noi”.
  • “Ma … scusate: chi mai, potendo fare un acquisto con la forza, fa uno sconto all’avversario per rispettare il suo diritto?”
  • “Noi siamo bravi nella retorica ma voi non ci consentite di parlare al vostro popolo e ci mandate ambasciatori” (Chi “parla al popolo” in TV, sulla rete, nelle piazze, anche oggi, se conosce l’arte della retorica, prevale a prescindere dalle sue idee, n.d.r.).
  • “Alla giustizia si fa ricorso quando le forze in campo sono pari. Ma se una è più forte, allora questa vince e l’altra soccombe”.
  • “Non temiamo i nostri nemici, ma i nostri sudditi”.
  • “Se accettassimo la vostra amicizia direbbero che siamo deboli. Se invece vi sconfiggiamo e voi ci odiate, saremo più rispettati” (“Molti nemici, molto onore, n.d.r.).
  • “Non temiamo i grandi regni del continente, ma i liberi pensatori sulle piccole isole (mi chiedo: anche i free bloggers? N.d.r.)”.
  • “Anche gli dei sono con noi, il dio più forte vince gli dei più deboli e comunque sta con gli uomini più forti” (Got mit Uns, n.d.r.).
  • “L’interesse politico esige la sicurezza dello stato (nostro, n.d.r.). La giustizia e l’ideale, a metterli in pratica (altro anacoluto manzoniano) chiunque  corre dei rischi”.
  • “Gli Spartani non vi aiuteranno: infatti si va in aiuto del più forte non del più debole”.
  • “La vita migliore del successo è non transigere con gli uguali; avere tatto con i più forti; non esagerare con i più deboli”.
  • “Ragionate … convincetevene … vi diciamo noi cosa vi conviene: a voi conviene arrendervi prima che noi vi assaliamo: diventate nostri alleati, ci pagate un tributo e mantenete le vostre proprietà. Conviene sia a voi che a noi” (Della serie: pagami il pizzo altrimenti ti brucio il negozio, n.d.r.). E oggi? Anni fa chiedevo ad un mio impiegato: “Se tu mi domandassi un aumento di stipendio, quale sarebbe la mia risposta migliore e quale la peggiore?”. Mi rispose. “La migliore sarebbe che lei mi dicesse di si. La peggiore che mi dicesse di no”. “No, dissi io, la peggiore sarebbe che io ti dicessi di riflettere bene … che se tu riflettessi bene ti accorgeresti da solo che hai fatto male a domandare questo aumento, che non sono momenti adatti, che ancora non te lo meriti …”. Ecco, quella sarebbe stata la risposta di gran lunga la peggiore!

E brava Atene! La morale elastica, a contenuto variabile: prevale l’utilità!

Historia magistra vitae? Sit sane verum … la storia è maestra di vita? Sia pur vero … certo è che noi o mariniamo la scuola, o siamo disattenti alle spiegazioni o proprio siamo de coccio (romanesco. In trentino, corti de gabana).

Ma … dice …come è finita la storia? Gli Ateniesi hanno sconfitto Meli, ucciso gli uomini, ridotto in schiavitù donne e bambini, immesso al loro posto 500 coloni. Gli Spartani, 27 anni dopo, hanno distrutto la flotta ateniese, catturato 3.000 prigionieri che hanno subito ucciso e instaurato in Atene una dittatura  favorevole a Sparta. Historia magistra vitae … si diceva poc’anzi …