EUROPA! EUROPA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Maggio, 2014 @ 6:12 am

Detto altrimenti? “Terra! Terra!”, gridò quel marinaio di Cristoforo Colombo allorquando ….  E fra qualche anno, chi dall’Ameica arriverà con una (simbolica) caracca (non era una caravella!)  in vista del nostro continente, ci auguriamo che possa lanciare il grido “Europa, Europa!”   (post 1514)

Quarant’anni fa. Ne avevo trenta. Mi iscrissi al MFE – Movimento federalista Europeo di Altiero Spinelli. Oggi ricordo questa mia decisione d’allora con orgoglio. Il mio collega della Stet Roma e carissimo amico Gianni Ruta (poi prematuramente scomparso) salì sul Monte Bianco per piantarvi la bandiera europea. Quarant’anni fa.

L’Unione Europea, nata come CECA nel dopoguerra, per regolare carbone e acciaio, per regolare cioè la non-guerra e darci la Pace. Come è avvenuto. In seguito la collaborazione europea si è ampliata. La pace ormai per noi parrebbe un bene scontato, come la salute: la apprezzi veramente quando comincia a mancarti.

Solo che nel frattempo è intervenuta la globalizzazione, che non era prevista. Ed allora, anzi, ed ora, abbiamo bisogno di una Europa sempre più unita, degli Stati Uniti d’Europa. Checchè ne dicano i distruttori, detrattori, superficiali e pericolosissimi lettori della realtà geopolitica odierna e prossima futura.

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Ieri sera. Sono stato ad ascoltare un’amica, Donatella, la quale ora è “anche” segretaria di un partito politico. Ma è rimasta soprattutto una cara amica, ovviamente. Ed ho ascoltato con uguale attenzione e piacere anche  Herbert Dorfmann, candidato alle elezioni europee.

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Donatella: soprattutto la dimensione “storica e geopolitica” di una Europa Unita. Dorfmann, quella operativa e autonomista. Ottima integrazione!

EUROPA, EUROPA; in quanti (molti!) miei post trovate la fotografia della bandiera dell’Unione Europea …

Le elezioni europee. Molti le interpretano erroneamente come “elezioni di secondo grado”. E invece no, amici, sono di primissimo grado! Infatti se vogliamo continuare ad avere “voce in capitolo” nel mare magnum della globalizzazione geopolitica, dobbiamo diventare Cittadini degli Stati Uniti d’Europa.

Le elezioni europee. Si vota in 73 seggi suddivisi in cinque circoscrizioni. Noi apparteniamo alla circoscrizione del Nord Est. Il Parlamento Europeo. 751 deputati, in numero costante pur in presenza di un numero crescente di stati aderenti … quindi per essere eletti occorre poter contare su di una massa considerevole di voti, cosa che qui da noi manca. Per fortuna, tuttavia, esiste il nostro diritto ad avere un rappresentante delle minoranze linguistiche, purchè – ecco il punto – raggiunga 50.000 preferenze. Ed ecco che l’unica possibilità – unica! – che abbiamo di avere un rappresentante “territoriale”, del nostro territorio, della nostra Terra (“Terra! Terra!” … ritorna quel grido …) è di concentrare i nostri voti su un unico candidato.

Macchè – dice – fai propaganda elettorale? No, faccio propaganda europea! Eppoi, quando arrivai in Trentino, 25 anni fa, chiamato (sic!) a lavorarvi sotto tale Bruno Kessler a fare il Direttore dell’ISA, mi dissero: “Qui in Trentino non si può fare a meno di fare politica”. Io non avevo mai fatto politica, né la faccio ora. Solo che qui vivo la “polis”, la comunità in modo molto più intenso che altrove (e il mio “altrove” lavorativo e di vita è stato Roma, Torino, Genova, Milano). Tutto qui.

Qui in Trentino ho risolto il mio problema antropologico, ovvero mi sono sentito appieno parte integrante, soggetto attivo della “polis”  come non mai. Ecco, si dice che il primo problema in Europa sia quello dei 20.000.000 di disoccupati. Io mi permetto di dire che il primo problema è quello antropologico: cioè, che ognuno di noi, occupato o disoccupato, si “senta” Cittadino Europeo.

Europa e Autonomia. Don Lorenzo Guetti andò in Austria e volle l’Autonomia perché era impossibile per la sua gente andare anche solo ad Innsbruck a reclamare e a difendere i propri diritti. E noi oggi dobbiamo “andare in Europa” per far altrettanto, per assicurare a noi, ai nostri figli, ai nostri nipoti l’Autonomia di oggi e ancor di più quella di domani, l’Autonomia delle Euroregioni (montane, soprattutto) all’interno della evoluzione del rapporto Stati Nazionali – Stati Uniti d’Europa. “Andare in Europa” … Ma … dice … come fare? Come? Andando a votare alle Europee, e votando per “il” nostro (unico possibile) rappresentante: Herbert Dorfmann. Chi non va a votare non vuole governare se stesso e lascia ad altri il diritto, il potere di governare se stesso.

Le stelle ci sono già: ora mettialole le strisce!

Le stelle ci sono già: ora mettiamole le strisce!

Votare in Europa, votare per l’Europa: un “dovere di coscienza”. Il primato della coscienza. E il rispetto della nostra coscienza viene ancor prima del “dovere morale”, come ci insegna Papa Francesco. Detto altrimenti? Se non lo vogliamo fare per noi, facciamolo per i nostri figli e nipoti: votiamo per il processo che può e deve condurci agli Stati uniti d’Europa! Ce la sentiamo di tradire le generazioni passate che ci hanno regalato l’Autonomia? Ce la sentiamo di tradire le generazioni future che la nostra eventuale inerzia potrebbe sottrarre loro questo preziosissimo bene?

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Dice … si, vabbè … ma terra terra … se uscissimo dalla “Terra Europa” e dall’Euro, che succederebbe? Vi elenco solo poche conseguenze:

La moneta lira si svaluterebbe da sola; il costo del ripagamento (in EURO!) del nostro debito salirebbe alle stelle; la bolletta energetica esploderebbe;  i risparmi, le pensioni, gli stipendi perderebbero metà del loro potere di acquisto. L’unico apparente rimedio sarebbe svalutare noi stessi ed ulteriormente la lira per incrementare le esportazioni, ma essendo noi un paese manifatturiero privo di materie prime, il costo dell’acquisto delle materie prime salirebbe di molto etc. etc.. Ed allora, come potremmo “manifatturare” materie prime che non riusciremmo ad importare? Il risultato? Una economia di tipo albanese (e dico questo con il massimo rispetto per quel Pese, s’intende!). Eppoi, le decisioni geopolitiche … quale ruolo avrebbe il “vicus Italia”, il “villaggio Italia” nel contesto dei colossi mondiali USA; URSS (già … URSS!), BRIC, etc.? AND, LAST BUT NOT LEAST, LA NOSTRA AUTONOMIA? In Europa si difede e rafforza a livello euroregionale. Nell’Italia voluta dagli anti europeisti, viene distrutta.

Quindi: “Terra! Terra!” ma “Terra Europa”, questa volta, non terra America …