LA DEMOCRAZIA DI SOCRATE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Maggio, 2014 @ 12:52 pm

Detto altrimenti: la “democrazia” che condannò a morte Socrate     (post 1533)

Oggi ultima riunione sui classici con la nostra Prof (Prof) Maria Lia Guardini  prima delle “vacanze estive”. In autunno riprenderemo con gli altri sue Dialoghi di Platone, Il Critone (organizzazione della fuga dal carcere, rifiutata da Socrate) e il Fedone (immortalità dell’anima, la morte di Socrate). A seguire i lirici e quindi i filosofi.

Josif Brodskij

Josif Brodskij

La Democrazia … spesso è solo una democrazia, cioè ottima solo teoricamente ma all’atto pratico. Il che non vuol dire che non la si debba sempre perseguire, sia chiaro a tutti!

Ieri ho sentito affermare – e concordo!” – che se in una votazione abbiamo il 99% dei votanti in accordo fra di loro ed 1% contrario, la democrazia la si attua e verifica nel modo con il quale quel 99% si rapporta con quell’1%. Ovvero, il “chi vince le elezioni governa” non vale. Piuttosto vale il “chi vince le elezioni apre e conduce il dialogo. Fra tutti”. Il mio “amico” più volte citato Josif Brodskij, premio Nobel per la letteratura, sepolto a Venezia, nella prolusione che troviamo all’inizio del suo libro “Il canto del pendolo”, rivolgendosi a giovani universitari scrive: “Diffidate delle unanimità degli eserciti compatti, dei bilancio ben assestati … se non altro perchè all’interno dei grandi numeri più facilmente può nascondersi il male”.

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La democrazia è dialogo, comunicazione, maieutica. La politica? Crede di sapere ma se non ascolta non sa. Firmato Socrate.

Socrate

Socrate

I grandi numeri, l’omologazione, l’esclusività della ragione e del pensiero: è contro tutto ciò che si era mosso Socrate. Si era mosso contro chi “credeva di parere”, lui che si riteneva diverso perché dichiarava di “sapere di non sapere”. Socrate si era mosso contro la politica dominante nel senso che spronava ognuno a tirare fuori da solo la propria coscienza e a rifiutare il “vieni che ti dico come si fa”. Socrate, antesignano del passaggio dalla IT-Information Technology alla ICT-Information Communication Technology. La comunicazione, il dialogo erano gli strumenti della sua maieutica (Maia, la levatrice sterile che fa nascere gli altri), attraverso la quale stimolava ognuno a riconoscere, conoscere e seguire la propria coscienza. Il che tendeva a “liberare le menti” (soprattutto dei giovani) dal seguire pedissequamente il top down della (pseudo) democrazia ateniese. E i giovani “corrotti” erano quelli che ”pretendevano” di ragionare ed agire secondo coscienza.

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Don Primo Mazzolari

Don Primo Mazzolari

Don Primo Mazzolari: “Quando entrate in Chiesa, vi togliete il cappello, non la testa”. Papa Francesco, ovvero il primato della coscienza. La coscienza. Mi si obietta: “Ma io ho paura di avere come legge guida quella della coscienza, perché molti (uomini di potere d’oggi, n.d.r.) dimostrano di non averla”. Al che io replico: “Oggi molti sono passati dalla moralità all’immoralità. Alcuni anche dall’immoralità all’amoralità. Agli appartenenti a quest’ultimo drappello è inutile rivolgersi, non riconoscono regola alcuna. Mi si chiede: “Ma come si fa a diventare persone morali?”. Rispondo: “La moralità è cultura, cioè è insieme di conoscenze, cioè presuppone l’educazione. Oggi i corrotti ed i ladri compiono un ulteriore misfatto: diseducano e corrompono in govani. Questi sì che sono da condannare, non Socrate”.

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La democrazia ateniese ha voluto fermare Socrate, “pericoloso sovversivo” che insegnava ai giovani a far funzionare coscienza e cervello. Socrate che metteva in dubbio la democraticità sostanziale della democrazia ateniese. Accusatori di sempre e nuovi, argomentazioni ridicole. Socrate avrebbe potuto facilmente patteggiare una pena assai minore. E invece egli stesso – da quanto risulta dal report di Platone che era presente al processo e che scrisse appunto “L’apologia di Socrate” – fece un “patteggiamento al contrario” e cioè scartò lui stesso a priori ogni altra possibile pena alternativa quale una multa, il carcere, l’esilio. Socrate volle essere condannato a morte, per testimoniare sino in fondo la sua coerenza. Tanto, “ho 70 anni … e poi se la morte è un sogno che male fa? E se invece è un viaggio verso un luogo nel quale potrò incontrare eroi e giudici veri – diversi da voi – ben venga la morte …”

I giudici. Erano popolari, in numero di 501. Socrate fu condannato con uno scarto di soli 31 voti. Socrate – per come dci riferisce Paltone – fa il suo discorso ai giudici dopo essere stato condannato a morte.

L'isola di Delo

L’isola di Delo

La prigione, il “braccio della morte”. In attesa dell’esecuzione, Socrate viene incarcerato (la prigione di Socrate è una sorta di catacomba scavata nella roccia, assai vicina all’Acropoli). Rimane in catene per 30 giorni, fino  a quando il ritorno della nave sacra da Delo (trattenuta dal forte vento da nord, il famoso Meltemi) fa ritorno, ponendo fine al tempo durante il quale la città doveva rimanere “pura” e non poteva eseguire condanne a morte. I suoi amici avevano organizzato la sua fuga ma Socrate si rifiuta: “Dura lex sed lex” avrebbero detto poi i Romani … E qui sorge il problema (irrisolto, n.d.r.) se si debba comunque ubbidienza ad una legge iniqua: “Ho gasato gli ebrei … questa era la legge, questi gli ordini”.

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Socrate beve la cicuta e discute con gli amici sino all'ultimo

Socrate beve la cicuta e discute con gli amici sino all’ultimo

Anche oggi, nel 2014 d. C., abbiamo folle di “giudici popolari” i quali, all’interno di un processo attivato sulla base dell’iniziativa di un singolo che magari opera attraverso un blog,   tendono a condannare con un processo sommario chi cerca di ragionare e di votare con la propria testa secondo coscienza. E’ una cicuta mediatica quella che taluno cerca di somministrarci, una sorta di avvelenamento lento ma continuo, che prima addormenta la mente e poi uccide la coscienza e la capacità di giudizio autonomo. Solo che noi abbiamo il vantaggio di potere leggere “L’apologia di Socrate” scritta dal suo concittadino Platone. E di esserne ammaestrati.

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Il filosofo e storico Luciano Canfora

Il filosofo e storico Luciano Canfora

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Mentre riflettiamo su quanto sopra, possiamo andare ad acquistare l’ultimo libro di Luciano Canfora “Democrazia e oligarchia”. Ne vale la pena …

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