IL CICLO … DEI SOLDI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Agosto, 2014 @ 2:37 pm

Detto altrimenti: da dove vengono e dove vanno i soldi, (non le biciclette di cui al post precedente)  (post 1629)

La popolazione dello Stato “A” produce beni. Essi sono “rappresentati” dalla moneta di quello Stato. Tuttavia la macchina statale consuma per il proprio sostentamento e per gestioni non economiche e/o penalmente perseguibili una parte troppo elevata del reddito prodotto. Per pareggiare i conti, lo Stato si indebita e aumenta le imposte e le tasse.

Il settore privato per reagire cerca di diminuire (evadere, eludere) le imposte.

th[5]Quanto va in imposte viene destinato dal settore pubblico  in misura prevalente ad alimentare le caste, a  pareggiare le spese di gestione e di mala gestione e solo in parte minore in investimenti. Maggiori imposte, minori investimenti, minore occupazione, minori consumi, minore produzione, minori tasse, minori investimenti, etc.. e tutto si scarica sull’aumento del debito pubblico.

Nel frattempo lo Stato ha adottato la moneta europea. Gli Stati Europei virtuosi NON possono accettare che il debito dello Stato “A” aumenti ulteriormente e che la sua produttività diminuisca, altrimenti – se non altro – lo Stato “A” potrebbe acquistare beni con una moneta che non è più “anche” sua, nel senso che esso non contribuirebbe alla creazione della ricchezza che quella moneta rappresenta. Ma allora, che fare?

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Dice … ora … qui da noi per troppo tempo si è lasciato spazio a caste, corruzioni, privilegi, rendite di posizione. Ora, chi è impegnato a ordire trame (legali o illegali) e/o a conservare privilegi di casta ed esenzioni medievali (tutte “cose”  che gli assicurano masse enormi di denaro e di potere) non usa la sua intelligenza e le sue capacità  nel cercare di risolvere i problemi del pubblico. Ma allora, che fare?

Dico: che fare? Interveniamo iniziando dall’  “alto.

thB1NH9PQCUn mio amico va poco in bicicletta. Tuttavia alla ruota ha rapporti da giovane atleta allenato. Io gli ho detto: inizia ad intervenire sul maggiore dei rapporti … sostituiscilo e fatti montare un “29” e poi via via, scendi verso il basso, verso ruote dentate sempre più piccole: 28, 27, 26, 25, 24, etc.”. Infatti non serve che tu sostituisca le ruote dentate più piccole, visto che non hai la capacità di misurarti in velocità nelle discese, bensì aspiri solo a riuscire a superare le salite.

Ecco, allora, anche nello Stato “A”

1)      iniziamo dai “rapporti” maggiori; dall’alto; dalle caste; dai detentori di privilegi; dagli “esentati per legge da -” ; dai beneficiati di gestioni separate; dai superstipendiati/superpensionati con multipli dei livelli USA ed UE; etc.

2)      ristabiliamo l’ordine delle priorità, ad esempio non cacciabombardieri F35 ma difesa del suolo da incendi e alluvioni; non TAV in Val di Susa ma raddoppio delle linee ancora ad un solo binario; etc.

3)      aggiorniamo il nostro modello di sviluppo;

4)      finanziamo lo start up di piccole aziende/cooperative per il rilancio del settore agricolo, della PMI, artigianale e della manutenzione dei siti naturalistici, artistici, archeologici e storici e del nostro patrimonio musicale;

5)      rilanciamo il nostro turismo (basta copiare da Francia e Austria);

6)      etc. (indichino le lettrici e i lettori del post le loro priorità)

Dice … ma la priorità sono le “riforme” istituzionali. OK, ma “in parallelo” si deve fare anche quanto sopra elencato, altrimenti quelle riforme sono un falso scopo, un “fare comunque una cosa” solo per distrarre la gente dal fatto che invece non si faccia quanto è immediatamente necessario alla popolazione per vivere.

Dice … ma la disoccupazione?  Dico: fino a quando dei disoccupati si occuperà chi è occupato … cosa ne sanno gli occupati della disperazione del presente e del senso della mancanza di un futuro dei disoccupati? E’ un po’ come se dei problemi delle donne si occupasse un comitato di soli maschi, o come se dei problemi delle famiglie si occupasse chi famiglia non ha.

Dice … ma tu stai criticando il premier Renzi? Dico: no, anzi, per la gran parte di ciò che sta facendo lo ammiro … ci ha messo la faccia … ci sta provando … Io sto solo cercando di dire che non ci è permesso rinunciare ad avere una visione realistica, d’insieme e delle urgenze.

Dice … ma come vedi tu la politica di rigore? Dico: in parte interrompe prassi  disoneste. In parte sacrifica situazioni (economicamente passive ma) oneste. In ogni caso riduce i consumi e quindi … (vedi sopra). Ecco perché occorre riscrivere l’ordine delle priorità e dare precedenza al finanziamento di nuove iniziative produttive (v. sopra).