RODODACTULOS EOS, L’AURORA DALLE DITA ROSA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Settembre, 2014 @ 6:32 am

Detto altrimenti: questa mattina, mi sono alzato …   (post 1659)

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Riva del Garda. Un’antenna televisiva, la comunicazione moderna; l’ultimo rosa che sta scomparendo,  la  comunicazione “antica”. Lo so, lo so, la foto non è niente di eccezionale, ma “verso l’alto” la vista dal balconcino della casa non è più di tanto. In ogni caso, prima dello scatto, c’era tanto rosa in più ma io ero ancora troppo assonnato per realizzare …

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... ed infatti, eccomi qui, al Lago di Cavedine, con il mio amico Daniele

… ed infatti, eccomi qui, al Lago di Cavedine, con il mio amico Daniele

Questa mattina il programma è la salita in bici da Riva del Garda al Centro Velico sul Lago di Cavedine per salutare il mio amico Daniele che lo gestisce. Ma prima qualche minuto di riflessione, intanto che l’aria si scalda un poco. E la mia riflessione, oggi, è questa, sulla doppia comunicazione: il rosa dell’aurora ci comunica un senso di Pace; Papa Francesco ci comunica  che “Nessuno può uccidere nel nome di Dio, di un Dio: è un sacrilegio!”. Vi pare poco? Le primavere arabe, l’Isis … cosa sta succedendo? Forse abbiamo sbagliato due volte. La prima a colonizzare i due terzi del mondo. La seconda ad abbandonare quei paesi a loro stessi, improvvisamente, nelle mani di chi – “grazie” a noi, grazie si fa per dire! – non aveva conseguito alcuna “patente di democrazia”. E’ un po’ come se, dopo avere condotto per secoli un veliero senza mettere a parte l’equipaggio delle regole della corretta navigazione, improvvisamente cedessimo il comando della nave ed il timone al primo marinaio che passa sulla tolda. Dopo tutto se ve lo dice un velista qual io sono …

L’esportazione della democrazia come fatto istantaneo non funziona: in dialetto trentino si potrebbe forse dire che “l’e pezo ‘l tacon del bus”, cioè è peggio la toppa del buco che si vuole rammendare.

O no? La discussione è aperta.

Il Lago di Loppio (vista verso Nord, foto Enrico Perasso)

Il Lago di Cavedine (vista verso Nord, foto di Enrico Perasso, bici di Edoardo Pellegrini, borraccia FIAB)

P.S.: pedalare a fine settembre nella “Busa” dell’Alto Garda Trentino. Le salite che all’inizio di stagione ti “pesavano” un po’, ora non sei tu a superarle: infatti … ti stai gustando il silenzio, il sottofondo del frusciare del Vento (vento da nord) fra i rami … e intanto le salite le superano loro, le gambe, le tue gambe, le gambe di un proprietario distratto dalla bellezza che lo circonda. L’unica salita della quale ti rendi conto è quella, corta ma al 20%, poco dopo la centrale Fies. Sfido io, al 20%! Dopo qualche km,  là dove un cartello avverte della fine della pista ciclabile, invece di andare a sinistra  verso Pietramurata, giro a destra, percorro qualche centinaio di metri verso sud su una strada poderale e quindi, appena dopo un ponticello, subito a sinistra ricomincia la bretellina ciclabile che ti porta sulla strada provinciale, la quale, verso destra cioè verso sud, dopo poco ti porta al Lago di Cavedine.

Il ramo del Sarca che alimenta il Lago: superato il ponte sullo sfondo, girate a destra e lo raggiungete

Il ramo del Sarca che da nord alimenta il Lago: superato il ponte sullo sfondo, girate a destra e lo raggiungete

Un Lago bellissimo, fuori dai grandi circuiti e per questo ancora più bello. Purtroppo non segnalato, non evidenziato nelle “carte turistiche” le quali “chissaperchè”convogliano i flussi turistici a pedali solo sulle ciclabili lungo il corso principale del Sarca. Peccato. Peccato, una perla nascosta, troppo nascosta. Occorre rimediare, non vi pare, amiche lettrici ed amici lettori? Anche perché, dopo una sosta al Lago con un puntatina al bar ed ai servizi del Centro Velico, proseguendo verso sud, a fine Lago, dopo una salitella di 1,5 km al 2-3%, ecco le “marocche”, la ruina dantesca, quei massi che racchiudono le orme dei dinosauri! E poi una discesa a 55 kmh sulla larga e poco trafficata  provinciale che scende da Castel Drena a Drò. Se tutto questo  se vi sembra poco …