IL TRENTINO CHE VORREI … OGGI PIU’ CHE MAI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Ottobre, 2014 @ 8:36 am

Detto altrimenti: come 1676 post fa … (post 1677)

Già, perché quando nel dicembre 2011 accettai l’invito dell’editore, l’amico ingegnere Andrea Bianchi di diventare un suo blogger, egli mi disse: Potresti iniziare con “Il Trentino che vorrei”. Lo feci. Tuttavia da allora acqua (post) sotto i ponti ne è passata … quanta fa al giorno? Circa 1,6 post (articoli) al giorno … Quanti commenti scritti ho ricevuto? Ad oggi sono 2066, compresi circa 300 spam (commenti fasulli). Quanti lettori ho? Centinaia al giorno, per migliaia di pagine aperte (e in parte anche lette) al giorno. Per essere un neo blogger posso essere soddisfatto, così almeno mi dicono amici esperti di “bloggistica”. Ma veniamo a noi, al Trentino che vorrei … oggi che la crisi ha cominciato a mordere anche fra i nossi monti molto più che non abbia fatto all’inizio della mia “era blog”.

Vorrei un Trentino nel quale il primo problema affrontato e  risolto fosse quello antropologico, nel senso che ognuno si sentisse di appartenere al – e di possedere il -.

Vorrei un Trentino nel quale la politica fosse sempre di più Politica (alla Degasperi, per intendersi).

Vorrei … il Trentino dei percorsi non intralciati, cioè che delineasse i percorsi netti e obbligati di ogni processo di crescita e sviluppo, rispetto ai quali nessuno possa mettersi di traverso. E non mi riferisco certo alla fase politica, che ovviamente può – anzi deve – prevedere una sana opposizione, bensì alla fase realizzativa di ogni percorso di ogni progetto. Vorrei cioè che non saltassero fuori continuamente dei “Pierini tuttofare” a dire la loro su ciò che è già deciso da chi deve decidere, controproponendo – senza avere un titolo formale per fare ciò – varianti in corso d’opera in opere già ben programmate, progettate e avviate da chi è stato legittimato a ciò,  bensì puntando solo sulla risonanza armonica (rectius, disarmonica) della gran cassa di un’opinione pubblica spesso superficiale e distratta.

Vorrei un Trentino che avesse due bilanci: quello dei fondi impegnati e quello dei fondi ancora “liberi”, il quale cercasse – ove possibile – di disimpegnare fondi  a fronte ed in favore delle nuove priorità più prioritarie. O che almeno si ponesse questo problema.

Vorrei un Trentino che facesse un esame di coscienza ed iniziasse a valorizzare le molte potenzialità di cui dispone e che inspiegabilmente non sta  ancora valorizzando.

Vorrei un Trentino che copiasse quanto c’è di meglio al suo Nord.

Vorrei un Trentino che – insieme a Bolzano – si attivasse di più per dare maggiori contenuti e forma all’ Euregio.

Vorrei un Trentino anche avesse in Trento uno sportello dell’UE e che fosse una “locomotiva” verso gli Stati Uniti d’Europa, anche su basi autogestionali euroregionali.

Vorrei un Trentino che si ponesse l’obiettivo del “Bene Comune” nel senso non “un bene uguale per tutti”, ma di “ognuno con il suo specifico bene personale, purchè esso non confligga e sconfigga il bene personale altrui”.

Vorrei un Trentino nel quale l’Autonomia fosse intesa da tutti alla maniera di Don Lorenzo Guetti, cioè come “capacità di autogoverno solidale”.

Vorrei un Trentino nel quale la Cooperazione tornasse ad essere quella del suo fondatore Don Lorenzo Guetti e che fondasse neo cooperative vere di giovani il cui start up fosse finanziato dal pubblico.

Vorrei un Trentino che attirasse i cervelli dall’ “Italia” …

Vorrei …. ma adesso, care lettrici e cari lettori, scrivete voi quale Trentino vorreste, oggi e domani. Buon blog a tutti!