FUNIVIA DEL BONDONE: BICICLETTE IN MONTAGNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Marzo, 2012 @ 11:24 am

Detto altrimenti: valorizziamo i dislivelli e le piste ciclabili, due importanti risorse trentine

Da Aldeno ... in bici alle Viote (Tn), cioè quasi a "Trento 2000". Sullo sfondo, il Brenta

Tempo fa auspicai la valorizzazione di una risorsa trentina: i dislivelli, e non solo per lo sci. Ad esempio, infatti, con la nuova funivia del Bondone, si potrebbero intercettare le comitive di cicloturisti che già provengono da Passo Resia diretti a Verona o a Riva del Garda, (e farne arrivare di ulteriori) portandole in Bondone e da lì farle planare verso ovest (Aldeno, km. 22) o verso sud (Lagolo, Cavedine, Dro, Arco, Riva, km. 45 circa), realizzando e “vendendo” un nuovo prodotto turistico unico in Europa: “Da Passo Resia a Merano, Bolzano, Trento, Monte Bondone, Rovereto/Riva del Garda, Verona, Mantova, in pista ciclabile e per la tratta Riva-Peschiera in battello”. Prodotto turistico unico, dicevo, quanto a dislivelli e a varietà di ambienti. Quanto a lunghezza il percorso sarebbe secondo solo alla ciclabile del Danubio.

Bici in montagna: di fronte alla carenza di neve e di soldi, potrebbe essere un prodotto integrativo dell’offerta turistica trentina.

Sulle nostre ciclabili .... vendiamolo noi Trentini questo prodotto turistico

Bici in Trentino: si veda il mio post di qualche giorno fa sul Bicigrill di Nomi: le due Comunità Autonome Trentina e Sud Tirolese hanno una grande opportunità: attribuire centralità al progetto di un sistema bi-comunitario (cioè regionale) di piste ciclabili, attraverso il loro sempre migliore raccordo e manutenzione, attraverso l’organizzazione e la vendita di tutti i prodotti turistici connessi: guide, accompagnatori, organizzazione di viaggi, trasporto bagagli, noleggio bici, prenotazione alberghi etc., come oggi già fanno sulle nostre ciclabili organizzazioni di fuori regione. Magari finanziando l’avvio di Cooperative di giovani. 

Subito dopo la mia proposta ci fu una presa di posizione contraria della SAT: bici in funivia in Bondone? No! Io mi imito a registrare che la Rivista Nazionale del CAI, di maggio giugno 2011 apre con una copertina e con un copioso articolo dedicato ai percorsi ciclistici in montagna.

Tanti anni fa ... sul Cusiglio (Pale di San Martino)

Da iscritto al CAI Sezione Ligure da quasi 50 anni, da ex Istruttore Sezionale di Alpinismo (iniziai ad arrampicare sui sassi della Liguria insieme ad Alessandro Gogna, ai fratelli Calcagno, a Lorenzo Pomodoro, ai fratelli Vaccari, etc., ma poi le nostre “strade alpinistiche” si divisero!), da Trentino acquisito da 25 anni, velista e non motoscafista, subacqueo in apnea e non con le bombole, ciclista e non motociclista, compagno di studi e di militare del past President del CAI, Roberto De Martin, già frequentatore e conoscitore delle pareti del Brenta e delle Pale di San Martino, amico del grande compianto Michele “Micel” Gadenz del “Rifugio Rosetta”, non auspico certo che le montagne siano invase dai ciclisti. Auspico invece che tale attività sia regolamentata e rigorosamente incanalata su apposite piste ciclabili riservate (a fianco delle strade o delle piste da sci già esistenti, ad esempio) liberando i sentieri sui quali oggi essi transitano contestati da molti, sentieri che invece potrebbero essere loro rigorosamente interdetti. Pertanto, ciclismo montano come risorsa economica e come rispetto dell’ambiente.

 

Due giorni fa ... da Dro verso Pietramurata

Concludo: il 29 marzo ho percorso in 61 km le nuove ciclabili della Busa del Garda: partendo da Riva sono andato a cercarmi quella che dal ponte romano di Ceniga, scorre lungo la base della montagna per poi, da Dro a Pietramurata, arrampicarsi fra i boschi là dove si sta lodevolmente realizzando una piazzola per l’atterraggio degli elicotteri di soccorso agli alpinisti incidentati. Raggiunto Sarche, nel ritorno, dopo una doverosa visita al bel Lago di Cavedine, sono tornato verso nord a Pietramurata ed ho percorso verso sud la ciclabile Pietramurata-Dro, alla scoperta del nuovo tratto Vecchia Centrale Idroelettrica Austriaca – Dro. E quindi a Riva.  Che dire? Insieme al mio compagno di pedali ci siamo fermati una decina di volte a fotografare scorci bellissimi ed interessanti, che senza la ciclabile non avremmo mai visto. Complimenti quindi ai Sindaci della Busa!

 

Col teleobiettivo, dalla ciclabile nei boschi verso Pietramurata

 

E allora, “scaliamola” questa montagna, il Bondone, che vorrei vedere reclamizzato come“Trento 2000” e valorizziamo i circuiti delle ciclabili anche attraverso i nostri dislivelli!

 

 

 

 

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